An, Gasparri contro Fini di Maurizio Tropeano
An, Gasparri contro Fini An, Gasparri contro Fini «Immigrati clandestini, no alla sanatoria» TORINO. Maurizio Gasparri ha aspettato alcuni giorni primi di rispondere alla «mera ipotesi di studio» lanciata a Torino da Gian Paolo Landi, responsabile nazionale dell'immigrazione di Alleanza nazionale durante una conferenza stampa tenuta a San Salvano con Gianfranco Fini. Poi ha sparato. E per farlo ha scelto anche lui la visita sotto la Mole: «La maggioranza dei parlamentari di Alleanza nazionale non credo che si ritenga d'accordo con la sanatoria condizionata all'autodenuncia degli immigrati clandestini prospettata da Landi». Aggiunge deciso il coordinatore delle politiche di governo di An: «Il nostro partito è contro qualsiasi ipotesi di sanatoria. E pensare che anche il ministro Napolitano si è fatto furbo e ha cancellato quella parola dal suo vocabolario. Adesso quell'idea è sostenuta solo da Rifondazione comunista ed è contenuta in questa "mera ipotesi di studio" del nostro Landi. Non dico altro». Dunque, ad un mese di distanza ritorna la polemica dentro Allenza nazionale sul problema dell'immigrazione. Subito dopo Ferragosto fu lo stesso Gasparri a fare fuoco e fiamme dopo che Landi e Mantovano si incontrarono con il ministro dell'Interno. Adesso lo scontro riprende. Oggi come allora il presidente del partito, Fini, sembra stare dalla parte di Landi. A Torino aveva spiegato: «La posizione di An non può, e non deve, essere assimilata a quella di altri esponenti della destra europea e che si può riassumere con l'aggettivo xenofoba». Ma tant'è. Gasparri non rinuncia all'affondo: «Se quella mera ipotesi diventasse realtà e venisse messa in discussione dentro An verrebbe bocciata». E continua: «Vorrei sapere come si fa anche solo a pensare ad un sussidio temporaneo per gli immigrati che si autodenuncino. Allora se questa è la logica si diano contributi ai disoccupati di Crotone o ai cassintegrati di Ivrea». Assurda anche l'idea dei corsi di formazione. La proposta di Landi si basa su un ragionamento di realpolitik: che fare dei 300 mila clandestini presenti in Italia? Gasparri è categorico: «L'ipotesi di sanatoria è una fesseria. Non si possono dimenticare i vincoli stretti del trattato di Schengen. Sono convinto che per risolvere la questione sia necessaria realpolitik ma con due limiti: aiuti controllati nei Paesi d'origine e quote limitate d'ingresso. Non il progressivo innalzamento dei tetti portato avanti dal governo». Dunque linea dura: «A giorni, insieme ad altri parlamentari di An presenteremo un disegno di legge composto di un solo articolo: l'ingresso clandestino in Italia deve essere considerato un reato penale. E questa non può essere intesa come proposta di un partito xenofobo». Maurizio Tropeano
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