Auto, a rischio 4 milioni di «nonne» di Bruno Gianotti

Auto, a rischio 4 milioni di «nonne» Secondo la direttiva di Bruxelles che vieta la «rossa» dal 2000.1 petrolieri: dovremo aumentare i prezzi Auto, a rischio 4 milioni di «nonne» Senza super, condannate alla demolizione ROMA. Il rischio maggiore riguarda 4 milioni di vetture costruite prima del 1985 e ancora in circolazione: messa al bando la benzina super dal provvedimento varato dal Parlamento europeo (il Consiglio dei ministri deve ancora ratificarlo), non avranno più il carburante adatto per alimentare i motori. Un vantaggio per l'atmosfera, secondo il ministro dell'Ambiente Edo Ronchi: «Queste auto - dice - sono un vero problema ambientale: hanno emissioni di 10 volte superiori alle auto più moderne e, a prescindere dal piombo, mandano in atmosfera particolato ed incombusti come se l'ossero 40 milioni». La data ufficiale della rottamazione è il 1° gennaio del 2000: da quel giorno in Europa non esisterà più la benzina super che contiene una buona dose di piombo e oggi costituisce ancora il 42% delle vendite in Italia. Ma ò possibile una proroga di 5 anni. Le difficoltà di sopravvivenza por le au10 più anziane nasce da un fatto tecnico: quei motori hanno un rapporto di compressione piuttosto elevato, quindi hanno bisogno di un carburante con un numero di ottano superiore a 97. La benzina verde arriva soltanto a 95. Per altri 13-14 milioni di vetture (sui 26 milioni in circolazione), c'è speranza di salvezza. Con qualche adattamento tecnico e l'adozione di una marmitta catalitica potrebbero funzionare egregiamente anche con la benzina senza piombo. Si tratterà però di valutare la convenienza economica dell'intervento. In alternativa, ma con un peggioramento delle emissioni, si può ricorrere agli additivi per la benzina. Una buona notizia arriva dai Nord Europa, dove si sta studiando una «superverde» a 98 ottani. MOTO. Impossibile prevedere le conseguenze del provvedimento sul mondo delle due ruote, mosse da motori molto diversi per concezione e cilindrata. In Italia circolano 6 milioni e mezzo di «cinquantini» e 2 milioni e mezzo di motociclette sopra i 50 ce. Per gli scooter a due tempi non dovrebbero esserci problemi: possono funzionare anche con !a «verde», magari aumentando la percentuale di olio nella miscela. Più com¬ plicato il discorso per i «4 tempi», ma i costruttori assicurano che la maggior parte dei motori costruiti negli ultimi 10 anni è predisposta per l'uso di benzina senza piombo. ALL'ESTERO. In diversi Paesi la benzina super è già stata tolta dalle cisterne dei benzinai: non è più commercializzata in Germania, Austria, Danimarca, Finlandia, Olanda e Svizzera, che hanno parchi auto decisamente «giovani». I COSTRUTTORI. Nessuna preoccupazione per le Case automobilistiche che da tempo producono soltanto motori alimentati a benzina verde. Sia l'Unrae (l'associazione degli importatori esteri) sia il Centro Studi Promotor considerano la direttiva europea uno stimolo per accelerare in Italia la rottamazione delle auto non catalizzate utilizzando incentivi ecologici. Per il presidente dell'Unrae Salvatore Pistola la strada più veloce da percorrere potrebbe essere quella di legare eventuali «incentivi ecologici» da inserire nella Finanziaria all'acquisto di vetture catalizzate senza, quindi, alcuna distinzione di cilindrata o di consumi. Per il responsabile del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, gli incentivi ecologici andrebbero estesi anche alle auto usate. E l'Unrae chiede al governo di ridimensionare le tasse sull'acquisto di auto usate (in Italia arrivano al milione di lire). I PETROLIERI. Insistono sulla deroga fino al 2005, ricordando che il programma di rinnovo del parco italiano dovrebbe concludersi proprio a quella data. Ma mettono le mani avanti: le raffinerie avranno dei costi perché dovranno eliminare gli impianti che producono la super e convertirli alla produzione della verde, oltre a modificare il processo di raffinazione del gasolio per abbattere il tenore di zolfo. La stima è di 10 mila miliardi di investimenti, un costo che, secondo il presidente dell'Unione Petrolifera Pasquale De Vita, dovrà essere recuperato attraverso un rialzo del prezzo di benzina e gasolio. L'ACI. Di parere opposto l'Automobile Club: i costi dell'eliminazione della super, sostiene, non devono ricadere solo sugli automobilisti. Per la sostituzione del parco vei¬ coli non catalizzato, suggerisce il presidente Rosario Alessi, è necessario che «in Europa istituzioni e imprese individuino meccanismi tali da consentire alle famiglie di divenire parte attiva di questo grande progetto di risanamento ambientale». Alessi è invece d'accordo con l'Unione Petrolifera sulla possibilità di chiedere una deroga perché «è decisamente improbabile» che i 17 milioni di auto non catalizzate possano essere sostituite nel giro di due anni. D'altra parte, osserva Alessi, «tutto ciò che secondo gli esperti può concorrere a migliorare la qualità dell'ambiente e quùidi della vita rappresenta un passo avanti importante». Bruno Gianotti Anche i distributori dovranno dire addio alla «super»

Persone citate: Alessi, De Vita, Edo Ronchi, Gian Primo Quagliano, Rosario Alessi, Salvatore Pistola