Foibe, sì al processo dopo mezzo secolo di R. Cri.
Foibe, sì al processo dopo mezzo secolo La Cassazione aveva annullato il proscioglimento dei due uomini accusati di aver fatto parte delle bande di Tito Foibe, sì al processo dopo mezzo secolo Roma, a giudizio due croati per l'eccidio di centinaia di italiani ROMA. Si farà il processo per la morte di centinaia di italiani gettati nelle foibe carsiche dai partigiani di Tito tra il 1943 e il 1947. Lo ha deciso ieri il Gip di Roma Claudio Tortora, che ha rinviato a giudizio Ivan Motika (90 anni) e Oskar Piskulic (77 anni), entrambi croati, accusati di aver fatto parte delle bande che uccisero gli italiani residenti in Dalmazia e Croazia. Il processo inizierà il prossimo 7 gennaio davanti ai giudici della II corte d'assise di Roma. I reati contestati dal Pm Giuseppe Pititto sono genocidio e omicidio plurimo. La decisione di Tortora fa seguito alla decisione della Corte di cassazione che il 22 aprile dello scorso anno annullò la sentenza di proscioglimento emessa da un altro gip della capitale, Alberto Macchia, nei confronti degli stessi imputati. Macchia, in sostanza, aveva disposto il non doversi pro¬ cedere contro Motika, Piskulic e un'altra persona, poi deceduta, Avijanka Margitic, ritenendo che le stragi fossero avvenute in territori già passati alla Jugoslavia e, quindi, al di fuori della competenza della giustizia italiana. La Cassazione, invece, annullò quel provvedimento affermando la titolarità della giurisdizione italiana a giudicare quei fatti. Il Pm Pititto, che aveva impugnato la sentenza di proscioglimento, commentando la decisione di Tortora, ha espresso la propria soddisfazione sottolineando però che «prevale l'amarezza per tutta la perdita di tempo che c'è stata per episodi sui quali si attende una risposta da oltre mezzo secolo». L'inchiesta giudiziaria era stata avviata alcuni anni fa sulla base di denunce presentate dai familiari delle vittime. La decisione del gip Tortora è stata ac¬ colta con grande soddisfazione dal legale della Federazione degli esuli istriano-dalmati nonché del Comune di Fiume in esilio, avvocato Francesco Caroleo Grimaldi. «Questo provvedimento - ha detto - rappresenta un faro luminoso nel percorso della pacificazione della giustizia e della rilettura della storia. E' il primo atto di riparazione per le migliaia di vittime delle foibe che finora reclamavano giustizia». «Dopo 55 anni viene resa giustizia e sembra risvegliarsi lo Stato italiano per troppo tempo cinico e assente. Si spera che non vengano poste in essere oscure manovre per fermare l'ormai inarrestabile corso della giustizia», commenta l'avvocato Augusto Sinagra, difensore delle parti civili. «I parenti delle vittime - afferma l'avvocato - chiedono solo giustizia nella verità». [r. cri.]
Luoghi citati: Comune Di Fiume, Croazia, Dalmazia, Jugoslavia, Roma
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