L'ultima di Gheddafi: non sono più arabo di Ibrahim Refat

L'ultima di Gheddafi: non sono più arabo Appello del Colonnello ai libici: «Imparentatevi con le genti nere così creeremo una stirpe sana» L'ultima di Gheddafi: non sono più arabo Da quel inondo non ho avuto che amarezze, ora mi sento africano» « IL CAIRO NOSTRO SERVIZIO Il colonnello libico Muammar Gheddafi sta per voltare le spalle ai «fratelli» arabi e apre al Continente Nero. «Dagli arabi non ho ottenuto che guai e sofferenze. Ora non sono più disposto a correre verso un miraggio o a inseguire un miraggio», si è lamentato giorni fa in una intervista televisiva alla Ann, Arab News Network di Londra. Il miraggio sarebbe l'unità araba tanto accarezzata in gioventù e inseguita, senza badare a spese, dal leader tripolino. Ma la furia del Colonnello non si è fermata qui. Ha subito aggiunto che non ha più nulla da spartire con gli arabi da lui definiti «autolesionisti e disfattisti», per il fatto di aver rinunciato a combattere Israele e gli Stati Uniti. Poi imperturbabile ha pronunciato una nefasta profezia su di loro: «Andando con questo passo faranno la fine dei curdi e dei gitani». Infine, l'annuncio della svolta estera: «L'avvenire della Libia è in Africa, e nella giungla, quella sì che è una nazione forte e gagliarda. Solleciteremo le nostre donne e i nostri uomini aftinché si imparentino con loro per far nascere una stirpe sana». E per dimostrare che fa sul serio Gheddafi ha già abolito il potente ministero dell'Unità Araba, guidato da un suo fedelisshno. Fiutando il nuovo corso (oppure semplicemente obbedendo) la televisione della Jamahiriya, ha già rimosso la mappa del mondo arabo e l'ha sostituita con quella dell'Africa. Il Festival della canzone araba che doveva tenersi a Tripoli è stato annullato perché i rappresentanti arabi hanno rifiutato la proposta libica di ampliarlo alla musica del Continente Nero. La Libia ora minaccia di passare definitivamente il Rubicone. Il prossimo passo potrebbe essere l'uscita dalla Lega Araba in risposta alla posizione «fiacca» finora dimostrata dai Paesi arabi riguardo alla crisi di Lockerbie. Ieri il ministro degli Esteri Omar Mustafà al-Muntasser, convocando a Tripoli i rappresentanti dei Paesi arabi, ha comunicato loro la delusione del popolo libico per la risoluzione votata l'altro ieri al Cairo al vertice dei ministri degli Esteri arabi. Soluzione nella quale ci si limita a chiedere la revoca dell'embargo aereo alla Libia imposto dall'Onu appena saranno estradati i due libici accusati della strage dell'aereo Pan Am esploso nei cieli di Lockerbie (Scozia) nell'88. In realtà Tripoli aspirava a qualcosa di più risoluto: l'abrogazione unilaterale dell'embargo. Alla stregua della decisione votata nel giugno scorso dai capi di Stato dell'Organizzazione per l'Unità Africana (Oua), dove si dichiaravano sospese quelle sanzioni a partire da questo mese. Infatti molti leader africani volarono a Tripoli per recarsi al capezzale del Colonnello convalescente da un intervento chirurgico all'anca fratturata. La cosa era stata interpretata dal Colonnello come un encomiabile gesto, un atto di sfida all'imperialismo americano. Poiché, eccetto l'egiziano Mubarak e il tunisino Zein al-Abbedin, nessun altro leader arabo ha violato l'embargo. A parte queste azioni eclatanti, Tripoli si sente ormai accerchiata dopo sette anni di sanzioni. Ibrahim Refat colonnello Gheddafi

Persone citate: Arab, Colonnello, Gheddafi, Muammar Gheddafi, Mubarak, Omar Mustafà, Rubicone