UN FUTURO SENZA LUCE
UN FUTURO SENZA LUCE UN FUTURO SENZA LUCE legando un alternatore ad un diesel il cui calore residuo viene utilizzato per il riscaldamento o usi industriali invece di esserescaricato nell'ambiente mediante un radiatore. La tecnica è ben nota e collaudata, può essere applicata praticamente ovunque si bruci combustibile per ottenere calore, consente risparmi cospicui, migliora la tenuta ambientale e dovrebbe avere un ruolo di primo piano nella nostra politica energetica. Purtroppo e proprio per questi meriti e per la gestione decentralizzata che essa presuppone, la cogenerazione entra in collisione con interessi precostituiti che da anni fanno pagare al popolo italiano il prezzo salato delle scelte sbagliate. Dai 1991 ad oggi molte aziende private hanno installato a proprie spese impianti in cogenerazione utilizzando la cauta liberalizzazione prevista dalla legge. L'energia elettrica prodotta in eccedenza da queste aziende deve essere venduta per legge all'Enel secondo tariffe fissata dal Cip. Tutto questo significa che l'Enel assorbe ora 12.000 MW da privati e non stupisce quindi il rifiuto opposto dall'Ente a ulteriori domande per altri 6000 MW per un totale pari all'intera potenza idroelettrica installata in Italia: se la quota dei privati dovesse salire. l'Enel si trasformerebbe di fatto in un'azienda che distribuisce energia elettrica ma non la produce. Stupisce invece che la difesa a oltranza degli interessi di un monopolio prevalga sulla politica energetica e ambientale rendendo sempre più problematico il traguardo di Kyoto. In realtà la voce cogenerazione, citata nel documento governativo, corrisponde al solo recupero mediante teleriscaldamento del calore di scarto dalle grandi centrali sia dell'Enel sia delieaziende municipalizzate, sicu- ramente il metodo meno efficiente e più costoso perché richiede la costruzione di chilometri di tubature sotterranee coibentate. La cogenerazione nelle aziende non ha queste limitazioni, i risparmi ottenuti rimangono in Italia e favoriscono l'occupazione. L'Enel, inoltre, si è rifiutata nel 19V7 di acquistare energia elettrica da privati a prezzi incentivanti previsti dalla legge adducendo la logica del mercato, una logica curiosa in un monopolio di Stato la cui vera vocazione non dovrebbe essere il profitto bensì il servizio pubblico. Per dirla chiaramente l'Enel ha semplicemente ribadito il proprio diritto esclusivo a godere di privilegi annientando i concorrenti che minacciano il suo venerabile monopolio. Purtroppo il documento del ministero dell'Ambiente abbraccia in toto questa logica perversa escludendo i privati dalla pianificazioneenergetica e ambientale. Al boicottaggio dei privati si risponde con la costosa idiozia dei sussidi al fotovoltaico, una tecnologia buona al più per le baite in alta montagna ma non per un'azienda, pronta al decollo da circa venti anni ma tanto cara a quei santi protettori dell'ambiente che non hanno la minima idea di cosa sia la termodinamica, ma sanno tutto su Cicerone. Altri propongono l'eolico in un Paese come l'Italia che è praticamente privo di vento ad eccezione della Sardegna e della Puglia. E in ogni caso la produzione di energia eolica su scala massiccia presuppone la costruzione di giganteschi impianti il cui impatto sul paesaggio è tutto da verificare. Vorrei infine far notare agli ambientalisti che proprio la loro cronica e documentata ignoranza in fatto di cogenerazione e l'insistenza su tecnologie non remunerative ci farà sprecare tempo e risorse e finirà per spalancare le porte a quanto temono di più: alla bestia nera del nucleare. Tullio Regge
Persone citate: Cicerone, Tullio Regge
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