Marini fa la pace con i vescovi di Fabio Martini

Marini fa la pace con i vescovi Ma il cruccio del leader Ppi sono i popolari europei: per questo in segreto tifa contro Kohl Marini fa la pace con i vescovi «Voteremo contro questa fecondazione assistita » LA QUESTIONE CATTOLICA E ROMA un venerdì qualunque, l'aula di Montecitorio è più disabitata del solito, ma all'onorevole Giuseppe Fioroni da Viterbo, il segretario del Ppi Marini ha affidato un incarico di un certo prestigio: far capire che il Partito popolare ha fatto la pace con il cardinale Ruini, con i vescovi e con il loro giornale. Certo, l'onorevole del Ppi non parla così esplicitamente - siamo alla discussione generale sulla legge per la fecondazione assistita - ma all'aula deserta Fioroni annuncia che il «Ppi voterà contro la legge se non interverranno modifiche significative». Un annuncio che ha inevitabilmente dato la stura alla polemica dell'ala laica e femminista dei democratici di sinistra, anche se la sortita affidata all'onorevole Fioroni aveva un altro obiettivo: quello di iniziare a tamponare la ferita molto profonda (e senza precedenti) che tre mesi fa si era aperta tra Franco Marini e i vescovi italiani. Uno scontro culminato in uno scambio di parole grosse che la De e il Vaticano non avrebbero neanche osato immaginare. Il messaggio alla Chiesa sulla fecondazione assistita arriva a conclusione di un lavorìo dietro le quinte affidato da Marini a più «diplomatici», anche perché è finita la stagione in cui piazza del Gesù si affidava ad un ambasciatore ufficiale, Maria Eletta Martini, e ad una sapiente, diffusa diplomazia segreta. Ma quello sulla fecondazione assistita è soltanto il primo segnale della controffensiva d'autunno decisa da Marini per uscire dall'empasse che rischia di soffocare il Ppi. E dunque, disgelo con il Vaticano, ma anche listone PpiDini-Rutelli in una città strategica come Roma, dove a fine novembre si vota per le provinciali. Anche se il fronte più spinoso per il Ppi ò un altro: le elezioni europee della primavera 1999. Francesco Cossiga ha già iniziato a suonare la si¬ rena («Facciamo una unica lista di tutti i partiti che aderiscono al Partito popolare europeo...»), ben sapendo di mettere nei guai il Ppi, che ben difficilmente potrà allearsi con Berlusconi e Cossiga, tradendo Prodi e D'Alema. E cosi, a piazza del Gesù, sotto sotto, fanno il tifo contro il Cancelliere di Germania. Un ex democristiano di lungo corso come Bruno Tabacci, oggi vicesegretario dell'Udì", lo dice papale papale: «Sono loro stessi che ce lo dicono, ma non possono dirlo a voce alta: se Kohl vince le elezioni per il Ppi è un bel guaio. Se vince Kohl, qualsiasi ipotesi di Ulivo continentale si sbriciola e in Europa si accentua la tendenza bipolare». A piazza del Gesù negano: «E' nell'interesse dell'Europa che in Germania vinca un personaggio come Kohl dice il vicesegretario Dario Francesohini - quanto a noi la questione ò sostanzialmente ininfluente perché Popolari e Socialdemocratici governano assieme anche in Austria, Belgio, Lussemburgo e Catalogna». Ma al Ppi sanno bene che i grandi calibri del Ppe Kohl e Aznar - sono antagonisti dei socialisti e sanno pure che se in Germania dovesse finire in pareggio, «a quel punto - insiste Tabacci - è molto probabile che Kohl si candidi alla presidenza della Commissione europea: a quel punto i Popolari italiani per chi votano? Per Kohl o per il candidato di D'Alema, Jospin e Blair?». E' proprio perché i fronti scoperti sono molti che Marini ha deciso di disegnare con più nettezza il profilo del Ppi sulla questione dei valori cattolici. Tanto piìi che ai primi di giugno, dopo una serie di dure critiche eia parte di Avvenire, il leader del Ppi aveva usato parole per lui inconsuete, accusando 1'«incomprensibile campagna del giornale dei vescovi contro i popolari», definendo Awnire una sorta «di house organ di Forza Italia», arrivando a sostenere che «i vescovi quando parlano di politica possono sbagliare». Il polverone polemico aveva consentito anche alcune pungenti incursioni: «Anche io avevo dubbi sul divorzio - disse Cossiga - ina ho preferito ubbidire ai vescovi». Risultato: il Ppi, lo spezzone più grande della diaspora democristiana, era risultato improvvisamente «eretico». E così, ora il Ppi si prepara ad una battaglia soprattutto sul punto piii delicato della legge: se allargare o no la possibilità ili fecondazione anche alle coppie di fatto. E come sanno bene al Ppi, Oltretevere vedono come fumo negli occhi l'equaparazione tra famiglie e coppie di l'atto. Fabio Martini