Armando alla riscossa
Armando alla riscossa Riunione semisegreta dei cossuttiani contro Bertinotti Armando alla riscossa COSI' non si può più andare avanti. La parola d'ordine passa di bocca in bocca tra i militanti cossuttiani di Rifondazione. I quali ieri mattina si sono ritrovati di buon'ora in un appartamento di Trastevere, vecchio quartiere «rosso», e hanno tracciato la via della riscossa. Una riunione che doveva rimanere segreta, «mia riunione di cossuttiani laziali», si minimizza a Rifondazione, ma alla quale avrebbero partecipato anche alcuni importanti deputati, punto di riferimento della corrente. Mancava solo il presidente del partito, che era fuori città. Il silenzio che avvolge la riunione, le mezze ammissioni e le smentite, non hanno nulla a che vedere con desideri cospiratori: quello che si teme è la reazione dei bertinottiani. Di certo, la cinquantina di persone, tra deputati, segretari regionali e attivisti, è servita a costruire l'ossatura della battaglia politica interna. La mattina si è aperta con una durissima relazione sulla situazione dei partito, e gli interventi sono stati tutti sulla stessa falsariga: abbiamo sbagliato a tollerare. Ce isiderevoli gli sfoghi, che hanno portato alla luce mia realta sconcertante, anche se è difficile immaginare Bertinotti che definisce in un'occasione «serva» l'attuale vicepresidente della Camera Ersilia Salvato, o Franco Giordano che in una riunione di partito a Reggio Calabria avrebbe ammonito i compagni con un «ricordatevi che non faremo nessun prigioniero». Ma la riunione avrebbe avuto anche uno sbocco «operativo»: dare corpo alla corrente cossuttiana, contrastando passo per passo le «provocazioni» dei bertinottiani, non escludendo anche di trovare una sede autonoma per rendere più organiche le riunioni. Intanto, anche Bertinotti sembra voler alzare il livello dello scontro. Lunedi si apre una settimana impegnativa, per Rifondazione. Prima dell'ulteriore vertice con i segretari della maggioranza, previsto per mercoledì, il segretario ha convocato la direzione nazionale. In quella sede, lunedì mattina, presenterà un documento, esteso materialmente dalla coordinatrice della segreteria Graziella Mascia, nel quale sintetizzerà la posizione da tenere durante il vertice. Il contenuto del documento è top secret, ma appare probabile che esso ricalcherà la posizione di Bertinotti, aperto alla trattativa, ina pessimista sulla possibilità di evitare la rottura. Bertinotti avrebbe deciso di mettere ai voti quel documento, sapendo di poter contare sulla maggioranza: i rapporti di forza con i cossuttiani, in quella sede, sono 27-29 contro 11-13. La votazione, in sé, non ha significato decisionale, poiché l'organismo deputato a decidere se davvero Rifondazione uscirà dalla maggioranza è il Comitato politico nazionale, l'assemblea del partito, convocata per il 3 e il 4 di ottobre. Ma la votazione ha un significato evidente, e cioè influenzare il Comitato politico, e incidere sull'opinione pubblica, sui militanti che seguono la partita sulle sorti di Rifondazione con il fiato sospeso, [ant. rana.] Armando Cossutta presidente di Rifondazione comunista
Persone citate: Armando Cossutta, Bertinotti, Bertinotti Armando, Ersilia Salvato, Franco Giordano, Graziella Mascia
Luoghi citati: Reggio Calabria
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