La vera lezione dell'America di Paolo Guzzanti

La vera lezione dell'America La vera lezione dell'America UL caso Clinton si sviluppa in Italia una divertente reazione che scompagina le tradizioni e scatena tutta la gamma degli istinti di fronte al grande immaginario rappresentato dagli Stati Uniti: così vicino ma così distante, così familiare e tuttavia incomprensibile. Tutta l'attenzione, con reazioni ora di sdegno ora di sorpresa, malumore e senso del ridicolo è purtroppo concentrata soltanto sugli aspetti erotici della vicenda, di cui sfugge quasi per mtero 0 senso giudiziario e morale. Ed è un peccato perché noi, accecati dalla macchia più famosa del mondo, perdiamo di vista il dramma eroico di questa vicenda che consiste nei famosi «pesi e contrappesi» di cui spesso e volentieri si parla in Italia a proposito delle riforme costituzionali e di quei pm che agiscono palesemente al di fuori di ogni controllo. La vicenda, o se si preferisce la drammatica farsa, che ha come protagonista l'uomo che in teoria potrebbe essere l'imperatore della Terra, è più istruttiva di quanto suggerisce la semplice perfidia annidata nei dettagli pornografici. Clmton non si trova infatti nei guai a causa dei baci rubati alla stagista Monica Lewinsky, ma a causa di una spericolata speculazione finanziaria ai confini della criminalità che risale ai tempi in cui era governatore dell'Arkansas. Fu allora che la giustizia americana si chiese se avesse a che fare con un politico furbacchione e in malafede, o piuttosto con un candido sprovveduto caduto in una trappola. E Kenneth Starr, battitore libero e inquisitore personale, fu messo in moto come un robot «terminator» per rispondere a quesiti che riguardavano il complesso del comportamento pubblico di una persona all'apice della carriera e delle istituzioni. I guai di Clinton si chiamavano già allora Paula Jones, ma poi cambiarono natura: si aggiunse lo scandalo dell'agenzia di viaggi della Casa Bianca, quello dei fascicoli dell'Fbi sugli avversali del Presidente, lo scandalo del caro amico di famiglia suicida nel parco e gli ultimi sulla raccolta di fondi illegali in Cina e altrove. Sono dunque molti e diversi i motivi per cui il Presidente è «under investigation» e la vicenda Lewinsky è caduta nel piatto del serafico Starr con le conseguenze che sappiamo e che hanno senso soltanto se immaginate come parte di una lunga storia. Da quando Nixon fu licenziato per i suoi abusi, gli americani decisero che l'abitante della Casa Bianca doveva essere mantenuto costantemente sotto i riflettori. I! punto importante, nel senso americano, è che nessun uomo pubblico possa essere considerato un intoccabile. E anzi: più si trova in alto e più deve essere toccabile perché la posizione di chi sta al vertice consiste anche nell'assolvere obblighi sùnbolici che riguardano un patrimonio di riti e miti condivisi dai cittadini più semplici. Tutto ciò spinge però a un'esaltazione della «politically correetness», cioè a un alto livello di ipocrisia e bieco moralismo. E dall'altra spinge il mondo delle arti e del cinema a reagire a questa ipocrisia con gli strumenti del dileggio. Non si spiegherebbe diversamente im film spietatamente dissacrante e politicamente scorrettissimo (cioè molto divertente, ma con grande rossore) come «Something about Mary»: una sarabanda in cui vengono presi a calci tutti i tabù, da quello sulla sacralità degli handicappati agli animali, dalle pratiche autoerotiche agli usi e costumi della piccola borghesia americana, passati al tritacarne. Dall'altra parte un film come «Truman Show» dimostra a che livello siano l'autocritica e la ribellione di fronte al potere televisivo. Tuttavia a noi piace immaginare di più che la «vera», cioè la più ottusa, sia quella per la quale è stato prodotto «Godzilla», una bufala estiva per bambini, che i bambini americani hanno rifiutato in blocco, tant'è'che è finito subito nei cinema da tre dollari. Sembra insomma che dalla nostra parte dell'Atlantico si faccia ima certa fatica a capire, prima che a giudicare, il fenomeno e la società americani, che peraltro si prestano molto bene a frequenti derisioni per quanto contengono di eccessivo, bizzarro e anche inquietante. Ma il guaio è che ci sfugge quasi del tutto l'elemento più importante: il grado di sofferenza cui si lascia sottomettere una democrazia pur di far valere il principio secondo il quale a nessuno è concesso mai il potere assoluto e incontrollato. Paolo Guzzanti nti |

Persone citate: Clinton, Kenneth Starr, Lewinsky, Monica Lewinsky, Nixon, Paula Jones, Starr, Truman Show

Luoghi citati: America, Arkansas, Cina, Italia, Stati Uniti