GARANTISMO INTERMITTENTE di Francesco La Licata

GARANTISMO INTERMITTENTE GARANTISMO INTERMITTENTE di valutazione che possa garantire gli interessi generali. Il turbamento di fronte ad una registrazione - che per sua stessa natura, per il semplice fatto di esser trasmessa a milioni di persone, amplifica e deforma la realtà - è senz'altro legittimo e comprensibile. Ciò che si capisce meno sono le conseguenze di questa ondata emotiva e cioè: da un lato uno strumentalismo politico - in questo caso tutto interno alla maggioranza di governo - che finge di ignorare le difficoltà insite nell'azione investigativa e condanna ipocritamente il «caso» senza considerare che conterebbe di più una seria analisi del «sistema»; dall'altro una sorta di facile moralismo, speculare alle reazioni - in quei casi forcaiolo - del corpo sociale quando non si sente sufficientemente protetto da una criminalità sempre più aggressiva. Per esempio la richiesta della pena di morte in occasione delle stragi o dei sequestri di persona. Insomma, un garantismo - quello di casa nostra - ad intermittenza: sempre a cavallo tra interessi politici (che hanno prodotto una sorta di aggressione continuata nei confronti di alcuni magistrati) e stati d'animo che non perdono d'occhio l'interesse a catturare e «gestire» gli istinti collettivi, non sempre eccelsi. Ora non v'è dubbio che il video in questione abbia consegnato agli italiani la prova di un abuso formale. Gabriella Alletto era una testimone e non poteva essere trattata in quel modo. Ma è pur vero che, in tante altre occasioni, non si è riusciti a raccogliere prove di colpevolezza perché testi fondamentali sono stati palesemente reticenti. Si ha idea di cosa accade in certe indagini sulla mafia, dove persino le parti lese negano di essere state oggetto di violenze di ogni tipo? Non deve essere certamente la tortura, fisica o psicologica, il mezzo per indagare. Non deve essere il risultato «a qualunque costo» l'obiettivo da perseguire da parte di investigatori e magistratura inquirente. Chiaro che ci vo¬ gliono le garanzie. Ma per tutti: per i cittadini al centro di investigazioni e per quelli che chiedono verità e giustizia ed hanno diritto ad aspirare ad un risarcimento, unico antidoto contro le tentazioni del ricorso alla vendetta privata. E' comprensibile che nel Paese di Beccaria sia la magistratura ad essere continuamente bacchettata? Quando va ad intercettare i territori della franchigia politica e quando i suoi eccessi, che come nel caso del giudice Ormanni potrebbero non essere la regola, tornano utili per una pronta strumentalizzazione. Insomma l'impressione che si ricava da questa ennesima vicenda giudiziaria è che si stia facendo di un singolo caso una sorta di processo alla magistratura. E, si diceva, questa volta lo strumentalismo politico sembra essere interno allo schieramento di maggioranza. Un atteggiamento che richiama alla mente - passi il termine - una specie di «buonismo» applicato alla giustizia. Ma non è la comprensibile commozione provata alla vista del video a poter essere considerata una buona garanzia per il cittadino. Ciò che si dovrebbe auspicare, nella dialettica giudiziaria, è uno scontro vero, persino cattivo, se si vuole, fra accusa e difesa. Uno scontro scandito da regole chiare. Altri Paesi, anche di grande tradizione garantista come la Francia o gli Stati Uniti, non mostrano timidezze né complessi nel perseguire i delitti. In Italia accade che si invochi il pugno duro dopo avvenimenti cruenti e poi ci si commuova per le sofferenze di certi detenuti. Como se ci fosse qualcuno che risulti compatibile con la vita di Pianosa o dell'Ucciardone. La vera garanzia dei cittadini deve essere il corretto e serio funzionamento del sistema. Lo stesso svolgimento dei processi, se non fossero lenti ed estenuanti, dovrebbe essere garanzia. E poi: l'effettiva azione di controllo dei magistrati giudicanti sull'operato degli inquirenti. E poi ancora: i diversi gradi del dibattimento e l'occhio dei media che, invece, esauriscono un processo con un titolo al momento dell'arresto del cittadino, meglio se «importante». Francesco La Licata

Persone citate: Beccaria, Gabriella Alletto, Ormanni

Luoghi citati: Como, Francia, Italia, Stati Uniti