«Rivediamo la legge» di R. Cri.

«Rivediamo la legge» «Rivediamo la legge» Flick e la norma sui beni Caso Giordano: tutto ok ROMA. «Non c'è dubbio che questo possa essere il linimento per rivisitare la normativa che disciplina il sequestro di persona a scopo di estorsione». Lo ha detto il ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, rispondendo alla Camera ad alcuno interpellanze sulla vicenda Sgarella. «Col ministro Napolitano - spiega Flick - abbiamo in fase di avanzata elaborazione proposte di intervento normativo che tengano in conto anche i disegni di legge presentati. Proposte che considerano che nella raccomandazione del Consiglio d'Europa vengono indicate conseguenze negative che il blocco del patrimonio del sequestrato può indurre». Dopo aver ricordato i risultati positivi del decreto legge del '91, Flick osserva che «il comitato sui sequestri ha proceduto a numerose audizioni e formulerà a breve proposte fondamentali per la valutazione dell'intervento normativo. Occorre evitare il verificarsi di zone d'ombra che troppe volte nelle indagini sui sequestri sono state sottolineate». Flick sottolinea che la procura della Repubblica di Milano non ha fornito né al ministro né alla commissione Antimafia i nomi di boss della 'ndrangheta che avrebbero avuto un ruolo per la liberazione di Alessandra Sgarella. «Nella relazione e nell'appunto integrativo inviati dalla procura - chiarisce il ministro della Giustizia - ci si era limitati a indicare le linee guida dell'attività svolta per la liberazione della Sgarella, omettendo i nominativi dei detenuti e degli altri eventuali soggetti ai quali, anche astrattamente, poteva essere riferita un'attività utile a consentire la liberazione. Pertanto - prosegue Flick - qualsiasi quesito sui rapporti tra i detenuti sottoposti al regime del 41 bis e colloqui investigativi con essi intervenuti, non può trovare oggi alcuna risposta significativa». Il ministro della Giustizia precisa che «il direttore generale degli affari penali, a norma dell'articolo 18 bis dell'ordinamento penitenziario, ha autorizzato il 6 e il 6 luglio due colloqui investigativi con un detenuto. Come sempre accade la successiva comunicazione dell'avvenuto colloquio al direttore generale non ha riportato alcuna indicazione circa i contenuti». Infine, il ministro della Giustizia mette in evidenza che «stando alle prospettazioni dogli inquirenti, il sequestro si è concluso senza essere stata versata o promessa alcuna somma per la liberazione dell'ostaggio. 1 familiari hanno confermato di non aver versato alcuna somma e tale affermazione ha trovato riscontro sia nella mancata ripresa della trattativa dopo gli arresti degli esponenti del clan Lumbaca, sia nell'accertata assenza di violazioni del blocco dei beni». Su! caso Giordano, il ministro afferma che ii Concordato col Vaticano non è mai stato violato. [r. cri.]

Luoghi citati: Milano, Roma