«Hanno rapito Soffiantini»
«Hanno rapito Soffiantini» «Hanno rapito Soffiantini» Il gip rinvia a giudizio 17 persone TROMA UTTI a giudizio i 17 personaggi accusati, a seconda dei ruoli svolti, del sequestro di Giuseppe Soffiantini e dell'omicidio dell'ispettore dei Nocs, Samuele Donatoni. La decisione è stata presa dal gip Macchia, il processo comincerà l'I 1 dicembre davanti ai giudici della prima Corte di Assise di Roma. «Prendiamo atto. Siamo in attesa che la giustizia faccia il suo corso». Così il legale della famiglia Soffiantini, Giuseppe Frigo, ha commentato la notizia appena giunta da Roma. «Il nostro - ha detto - è un atteggiamento di rispettosa attesa, la posizione di persona offesa dal reato ma che non chiede risarcimenti è quella più consona alla personalità cu Giuseppe Soffiantini». L'ordinanza è stata emessa dal gip dopo due ore di camera di consiglio. In Assise saranno giudicati Attilio Cubeddu e Giovanni Farina, i capi della banda tuttora latitanti, Osvaldo Broccoli, Giorgio Sergio, Agostino Mastio, Pietro Raimondi, Silvana Lippi, Tommaso Pisano, Giampiero Serra, Giorgio Terracciano, Francesco Giovanni Zizzi, Maurizio Cecile, Roberto Sever, Luciano Ligas, Salvatore Puggioni e Antonio Moro. L'udienza si era aperta con la costituzione di parte civile della presidenza del Consiglio e dei genitori di Donatoni. Durante la fase dedicata alle questioni preliminari, è stata stralciata la posizione di Paolo Sirigu che per motivi di salute non è potuto comparire in aula. La sua posizione sarà definita nel corso di un'udienza, il 24 settembre. Nel corso dell'udienza il pm Ionta ha ricordato le tappe della vicenda sottolineando come a suo giudizio gli elementi di prova raccolti, in particolare le ammissioni di Mastio, Raimondi, Broccoli, Sergio e Mario Moro (rese prima della morte) abbiano delineato un quadro della situazione ampiamente definito. Gli imputati dovranno rispondere, a seconda delle posizioni, di reati che vanno dal sequestro all'omicidio, al riciclaggio del denaro pagato per il riscatto. Soffiantini fu rapito a Manerbio il 17 giugno '97 e venne liberato in Toscana il 9 febbraio scorso. L'inchiesta fu trasferita da Brescia a Roma in seguito a un contrasto sollevato dai magistrati della capitale sul cui territorio di competenza, a Riofreddo, paese del Lazio ai confini con l'Abruzzo, si era verificato il reato più grave: l'omicidio dell' ispettore Donatoni (17 ottobre '97). Tutti gli aspetti della vicenda sono indicati nelle 50 pagine che compongono il capo di imputazione. In particolare il provvedimento ricorda la richiesta iniziale di 20 miliardi (al termine della trattativa furono pagati 5 miliardi, in dollari) fino ad arrivare a tutte le attività finalizzate al riciclaggio del denaro consegnato ai sequestratori, [r. cri.] Ancora latitanti i capi L'imprenditore ha rinunciato a costituirsi parte civile nel processo Il ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Maria Fhck
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