L'OMBRA DEL GIOCO AL MASSACRO di Mario Deaglio
L'OMBRA DEL GIOCO AL MASSACRO L'OMBRA DEL GIOCO AL MASSACRO fosse, i mercati avrebbero però bisogno di segnali più continui e dovrebbe essere loro fatto balenare un vero disegno di fondo. E' più probabile, invece, che i governatori continuino a giocare caparbiamente, e con pesanti paraocchi, il loro ruolo di supremi garanti del valore della moneta, mentre paradossalmente il capitale finanziario, accumulatosi nel giro di diversi anni, si erode, giorno dopo giorno. Essi si rivelano, in ogni caso, incapaci di svolgere un ruolo di supplenza di governi paralizzati. L'elenco dei casi di paralisi politica si è allungato in modo impressionante negli ultimi quindici giorni. Si va da un Clinton sul punto di essere posto in stato d'accusa a un Eltsin sul punto di essere concretamente esautorato; da un Parlamento degli Stati Uniti che blocca i fondi indispensabili per rifinanziare il Fondo Monetario Internazionale a un Parlamento giapponese che rifiuta di varare indispensabili riforme fiscali, a un governo tedesco reso inca¬ pace dall'imminenza delle elezioni. In queste condizioni, la difficoltà delle banche centrali alle quali, più ancora che ai governi, in un'economia globale di mercato propriamente competerebbe un'azione di indirizzo di prendere l'iniziativa di un coordinamento mondiale di politica monetaria rischia di condannare il sistema. Occorre infatti riflettere sul fatto che, se non si spezza il cerchio stregato, non vi è nulla che impedisca al sistema di avvitarsi su se stesso, i responsabili delle principali economie mondiali potrebbero fondatamente essere accusati di «finanziarismo», ossia di guardare alle società ed ai loro problemi esclusivamente attraverso lenti finanziarie. E così, gli esperti che «aiutano» l'Indonesia mirano ad un astratto mercato e dimenticano che le scorte di riso sono ormai finite; nei Paesi avanzati, si mira all'ortodossia finanziaria e non ci si accorge a sufficienza delle tensioni sociali interne e di quelle internazionali. Questa noncuranza degli aspetti generali, quest'incapacità di guardare i problemi nella loro completezza hanno già prodotto danni a sufficienza e conviene domandarsi fino a quando un simile gioco distruttivo potrà continuare. Per esprimere crudamente le alternative, si oscilla tra il rischio di una ripresa di inflazione, se si stamperà moneta come misura di emergenza, e il rischio di tensioni che sfocino in situazioni di conflitto armato. Il caso della Corea del Nord, un Paese alla fame che sfida il mondo con i suoi missili, va considerato in tutta la sua gravità: il suo esempio potrebbe essere seguito dalla Russia, un Paese senza più un soldo, ma con moltissimi missili, che deve importare (ma come?) la metà di quanto consuma. In un simile stato di disordine mondiale, forse solo l'Unione Europea potrebbe prendere un'iniziativa, volta principalmente al sostegno dell'economia russa e incentrata sulla nuova moneta di cui si è dotata. Non sarebbe poi un male se l'Europa si affiancasse o si sostituisse all'America, almeno in alcune zone del mondo alle quali è più direttamente interessata, nel fornire garanzie e capitali. E l'Italia, un Paese non certo insignificante nell'economia mondiale, potrebbe stimolare un'azione europea. Mario Deaglio
Persone citate: Clinton, Eltsin
Luoghi citati: America, Corea Del Nord, Europa, Indonesia, Italia, Russia, Stati Uniti
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