Monica di Franco Pantarelli
Monica Monica Caccia (fallita) in Australia NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Una corsa a inseguimenti a più direzioni, in cui la figura del cacciatore e della preda si alternano e si confondono: è così la vita di Monica Lewinsky in questi giorni. Ieri, portati da una soffiata, i media scatenati hanno a lungo inseguito Monica in Australia, ma lei è sfuggita alla caccia, o semplicemente era altrove, impegnata a compiere la sua, di caccia, a qualche editore interessato a un libro in cui la ragazza, dietro congruo compenso, racconterebbe «tutto». Ma anche questa, almeno per il momento, è andata male perché secondo gli editori, ormai, il «tutto» che si poteva dire sulla vicenda si trova già nel rapporto di Kenneth Starr che i potenziali acquirenti del libro conoscono a memoria. Come sia nata l'indicazione che Monica si trovava a Port Douglas, in Australia, non si sa. Forse dal fatto che si dice che il padre di Monica possegga dei terreni in quella splendida località a oltre 1500 chilometri a Nord di Brisbane, provvista di una fantastica corona di scogli. Ai suoi abitanti, superato il momento di sconcerto per l'arrivo in forze delle truppe cammellate delle tv, non è parso vero di giocare un po' con loro, sicché nel giro di poche ore ecco il sindaco, tutto impettito emettere il suo «non confermo e non smentisco» come aveva visto fare tante volte dai politici importanti; ecco la «socialite» del luogo, cioè una di quelle signore che pas sano la vita a organizzare ricevimenti e «sanno tutto di tutti», affer mare che la presenza di Monica a Port Douglas era «molto probabile», ed ecco una radio locale annunciare di avere visto una ragazza «rotondetta e con i capelli castani» salire su uno yacht per una gita in mare. A quel punto, non c'era che da aspettare il suo ritorno, ma era indispensabile sapere il punto del lungo molo in cui lo yacht avrebbe attraccato. Le truppe cammellate hanno preso a contendersi i posti migliori e quando il fil di fumo dello yacht è apparso all'orizzonte l'eccitazione è arrivata al massimo. Ma la ragazza scesa dall'imbarcazione era, sì, rotondetta e con i capelli castani, ma non era Monica. Quanto agli editori, sono già cinque quelli che hanno risposto «no, grazie» alle offerte di Judy Smith, la «rappresentante» di Monica. E a quanto pare non solo perché le cose che lei ha da dire sono ormai già consumate. «Io sono una vera troia dell'editoria - ha detto al Washington Post imo di loro anonimamente, e il suo linguaggio spiega il perché - ma questa storia è già così indecente, perché peggiorarla ancora?». Franco Pantarelli
Persone citate: Judy Smith, Kenneth Starr, Monica Caccia, Monica Lewinsky, Port Douglas
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