Uno telecamera contro il terrore di Gad Lerner

Uno telecamera contro il terrore Per la prima volta la parola alle vittime, schiacciate tra la macchina repressiva del potere e la ferocia assassina degli integralisti Uno telecamera contro il terrore Pinocchio di Gad Lerner in una Algeri blindata ASSEDIATI DALLA PAURA ALGERI DAL NOSTRÒÌNVIATO L'effetto principale del terrorismo non sta nella eliminazione fisica del nemico ma nel fatto che scuote la fede di una comunità in valori e consuetudini accettate, ed, oltre ad essa, nella natura permanente delle cose. Ebbene questa strategia consuma l'Algeria ogni giorno, da sei anni! La vita è diventata per questa gente una serie di negazioni: odiano il terreno su cui poggiano che è intriso come una stoffa del loro sangue, odiano la Legge che non li protegge, odiano gli islamici a cui il proclamato zelo religioso non impedisce di comportarsi come canaglie, odiano il mondo che li ha dimenticati. Poi subentra la tentazione dell'apatia, l'incapacità di far programmi, di ribellarsi o di lasciarsi curare. I morti sono già 70,100 mila; ecco la verità su chi li ha uccisi sotterrata con loro. Essa imputridirà tranquillamente e non se ne saprà mai nulla. Come potrebbe essere diversamente in mi posto in cui i poliziotti per operare si coprono il volto come i criminali e i terroristi si vestono invece da poliziotti per realizzare i loro tragici agguati! Gli avversari di questa mischia selvaggia sono d'accordo solo su una cosa: vogliono il silenzio. Per questo Lerner e il suo «Pinocchio» hanno scelto di entrare in questa ferita in suppurazione con una sfida aperta: dare voce a chi in Algeria cerca invece di svincolarsi dal suo tragico destino e si sforza di dire che una società esiste al di là dei corpi martoriati dei suoi bambini e dei bilanci del suo petrolio. Per fare questo ha offerto a questa gente in diretta un palcoscenico, un microfono, una telecamera. C'è voluto un lungo lavoro per vincere la diffidenza del potere che si aggrappa a tutto ciò che gli dà un aspetto migliore e una legittimazione intemazionale ma poi pretende di controllare, filtrare, attenuare, odia la diretta come un sortilegio del demonio. C'era ancora più grave il problema della sicurezza. In una città dove prendere un taxi o fermarsi a comprare un giornale è già una scommessa mortale, come isolare uno dei luoghi più popolati, lo spiazzo dei Martiri, e farlo diventare un palcoscenico per un talk show? Alla fine lo studio di «Pinocchio» sta piantato come mia sfida nella sera tiepida di Algeri. Sul palco un rappresentante del governo Klialida Messaoudi, pasionaria eh questa Algeria laica ed irriducibile, una scrittrice attenta ai problemi del mondo arabo, Dacia Maraini, e soprattutto mia platea di 300 intellettuali, vittime del terrorismo, associazioni di autodifesa. C'erano perfino gli ultra della squadra di calcio della medina con i loro tamburi e le loro nacchere, che amano il Milan tanto da ribat¬ tezzare il loro stadio San Siro e chiamare familiarmente l'allenatore con il nome del tecnico rossonero. Alla trasmissione ha partecipato in collegamento video anche il presidente del Consiglio Romano Prodi, che ha ribadito con forza la necessita di dialgo tra le due sponde del Mediterraneo per costruire con la collaborazione economica una frontiera contro l'esportazione del terrorismo islamista ùi Europa. La trasmissione ha dato voce all'altra Algeria, quella delle vittime, quella che ogni giorno si inventa una strategia per sopravvivere: ai falsi sbarramenti degli integralisti, alle autobombe, ai rastrellamenti dei militali che non fanno troppe distinzioni tra nemici e protetti, che non fa più code come una volta davanti alle latterie, mi po' perche pericoloso, un po' perche il latte è aumentato di prezzo del 10 per cento in un Paese dove 3 milioni di persone sono senza lavoro non ci sono i soldi per comprarlo. Gente che deve rinunciare a mandare i bambini a scuola perché è «una spesa superflua» (e gli analfabeti sono ormai 7 milioni), che non può comperare i medicinali perche l'importazione è ormai gestita da una malia vorace. Buoni musulmani che non capiscono perche si debba uccidere solo perché si è vestiti hi un certo modo; che magari amano gli scrittori e i cantanti dell'Occidente e non capiscono perché questo sia un peccato mortale. Gente che è andata a votare sperando che portasse la pace e invece continua a contare i morti. Per venire nella spianata dei Martiri e partecipare a questa inusitata festa della parola libera, hanno dovuto cercare parenti e amici disposti ad ospitarli in centro, perche tornare a casa, di notte, negli immondi quartieri ghetto della periferia significa la morte. La casbah, cosi tranquilla nel suo aspetto esterno ma che nasconde in¬ vece le sue correnti tempestose, è proprio di fronte alla spianata, ad uh passo. Non e solo un luogo, è un eoa cetto. E' li a ricordarci che al dibattito sono presenti anche gli altri, i pii assassini, gli islamisti che hanno in trapreso ernesta tragica egira pei ai ferrare non la santità ma il potei e E qui, attorno alla grande moschea di Sidi Abderrahmane che la tragedia infinita di questa citta fa più male ai cuore. Bisognerebbe risalile . uc Ben | Chenel (una volta me Marengo) v.uii i suoi negozietti di un tempo ormai : chiusi, passare davanti al numero 17 : dove trovale Missoun. il padre della moderna musica algerina, affrontare i gradini impervi di ine de la Pori Neuve. ora invasi ili immondizia che serve per colmare i vuoti lasciati da gli edifici crollati, dove le antiche ombre sanguigne hanno lasciato posto alla luce e alla vista del mai e. Bisognerebbe attraversare il vecchio mercato della Sinagoga sparito da tempo, prendere un caffè saporose al Malkof dove una volta si davano appuntamento gli amanti dello ani sica locale. Perché tutto questo è vietato, perché non c'è più, come e potuto accadere? In Algeria si sta combattendo una lotta primordiale Il potere (e i militari che ne costituiscono l'ossatura) e gli islamisti lottano per sopravvivere. E questo, lo sanno bene entrambi, è possibile solo se l'avversario verrà sradicato, annientato. Non c'è altra possibilità che la vittoria totale. Per gli uni è l'unico modo per sfuggire alla vendetta per il malgoverno e la corruzione; per gli altri è la via di una purificazione ideologica e di un paradiso immaginario. Domenico Quìrico Prodi ribadisce la necessità di dialogo tra le due sponde del xMediterraneo per costruire una frontiera contro il terrorismo islamico Uno telecamera cPinocchio di Gad LernerQui accanto il presidente Zeroual Sopra Pinocchio ad Algeri A sinistra la scena di una delle tanti stragi algerine tezzare il loro stadio San Siro e chiamare familiarmente l'allenatore con il nome del tecnico rossonero. Alla trasmissione ha partecipato in collegamento video anche il presidente del Consiglio Romano Prodi, che ha ribadito con forza la necessita di dialgo tra le due sponde del Mediterraneo per costruire con la collaborazione economica una frontiera contro l'esportazione del terrorismo islamista ùi Europa. La trasmissione ha dato voce all'altra Algeria, quella delle vittime Qui accanto il presidente Zeroual Sopra Pinocchio ad Algeri A sinistra la scena di una delle tanti stragi algerine

Persone citate: Dacia Maraini, Domenico Quìrico Prodi, Lerner, Messaoudi, Neuve, Romano Prodi, Sidi Abderrahmane, Zeroual