Sterminato un villaggio della Baja California di Franco Pantarelli

Sterminato un villaggio della Baja California MESSICO Sospettati i fratelli Arellano Felix, trafficanti di droga che sembravano aver abbandonato la violenza Sterminato un villaggio della Baja California Al muro 19 tra adulti e bambini Anche un neonato tra le vittime NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Sono piombati nelle loro case nella notte. Con le anni puntate li hanno costretti giù dal letto e li hanno spinti fuori, facendoli allineare contro un muro. Poi hanno aperto il fuoco ammazzandone 19. Fra loro c'erano anche dei bambini, uno dei quali neonato. E' accaduto in Messico, a El Sauzal, una località poco fuori la città di Ensenada che si trova ni Baja California, a una sessantina di miglia dal confine con gli Stati Uniti. El Sauzal non è propriamente un villaggio, ci sono solo tre case abitate da altrettante famiglie: una si chiama Flores e le altre due si chiamano entrambe Castro. Ora dei loro componenti ne restano solo due, i sopravvissuti a questo massacro. La scena, mostrata dalla tv messicana, ha sconvolto tutti. Si I vedevano i corpi degli uccisi, i giocattoli dei bambini buttati qua e là nel cortile, le sedie del patio rovesciate, segno che probabilmente le vittime hanno cercato di lottare con i loro assassini, caricatori di kalashnikov e altre armi sparsi anch'essi dappertutto e sangue, sangue dovunque. L'unico elemento di vita era dato dai tacchini che continuavano a ruspare lì in mezzo. Chi è stato? Non ci sono motivazioni politiche, a quanto pare. La regione del Chiapas, dove il governo contende - anche lì a suon di massacri - il controllo del territorio al movimento zapatista, è a Sud, all'altro capo del Messico. E la zona in cui l'eccidio è avvenuto non è di contadini spossessati della loro terra che sono la base del «Comandante Marcos» ma è abitata in prevalenza da gente della «classe media», cui anche le due famiglie distrutte appartenevano. José Ramon Espinoza, il capo della polizia di Ensenada, dice di non avere nessun sospetto concreto, ma il pensioro di tutti è andato immediatamente ai fratelli Arellano Felix, i ben noti trafficanti di droga che dal loro quartier generale di Tijuana, città di confine con gli Stati Uniti, dirigono il flusso degli stupefacenti nel mercato nordamericano. Loro sono noti da anni per la spietatezza con cui hanno sempre tenuto sotto controllo il «loro» territorio. Al minimo segno di ribellione contro il loro strapotere, subito entravano in funzione i loro «bravi» ammazzando senza pietà il temerario. E per mostrare meglio quanto fosse folle mettersi contro di loro usavano andare a prendere il «traditore» in casa sua, in pieno giorno, e fucilarlo davanti a tutti, come esempio, mentre le forze di polizia, in quel momento, erano sempre misteriosamente atrove. Non risulta che abbiano mai sterminato intere famiglie, come in questo caso, ma sulla loro coscienza gravano centinaia di omicidi. Negli ultimi tempi, tuttavia, gli Arellano Felix si erano un po' calmati. Nel tentativo di rifarsi una verginità, avevano trasferito i loro immensi guadagni in attività commerciali «legittime», avevano cercato di stringere contatti con gli imprenditori rispettabili e per un po' le gesta dei loro scherani erano cessate e la loro presa sugli abitanti della zona era stata allentata. Questo ritorno repentino allo stile precedente si spiega forse con il fatto che, proprio perché non più minacciati direttamente dalle armi, gli abitanti della zona avevano ripreso a «mancar loro di rispetto». Questo massacro, è l'ipotesi che si fa, è stato deciso per fare in modo che ci si ricordi di chi comanda, anche se non è ancora chiaro se la scelta sia caduta sulle famiglie Flores e Castro perché qualcuno dei loro componenti era fra quelli che se ne stavano dimenticando, o se i sicari degli Arellano Felix abbiano deciso di colpire lì per sfruttare il fatto che le tre case erano isolate. Un'altra ipotesi è che l'eccidio sia stato da loro considerato necessario per scoraggiare ogni tentazione di «subentro». Pare infatti che con il trasferirsi dei fratelli Arellano Felix all'attività legittima, altre bande stiano tentato di prendere il loro posto nel traffico di droga. E' per questo che le autorità messicane stanno cercando di trovare il filo che potrebbe collegare ciò che è accaduto a El Sauzal con l'assassinio, la settimana scorsa, di uno dei nuovi boss a Ciudad Juarez, proprio sul confine con il Texas. Insomma il fatto che loro si stiano lanciando nelle attività legittime non deve creare l'illusione che adesso la zona dei fratelli Arellano Felix sia diventata una specie di terreno di caccia aperto a tutti, concorrenti o onesti cittadini che siano. E siccome sia gli uni che gli altri sembravano convincersi del contrario, loro gli hanno rinfrescato la memoria, con i kalashnikov. Franco Pantarelli La televisione ha mostrato i corpi degli uccisi, i giocattoli sparsi qua e là, le sedie rovesciate e sangue dappertutto Un narcotrafficante catturato viene tradotto in aereo dagli agenti delle squadre speciali antidroga della polizia messicana

Persone citate: Arellano Felix, Castro, Flores, José Ramon Espinoza