«Tangentopoli? Montecitorio può fare commissione da sé» di Fabio Martini

«Tangentopoli? Montecitorio può fare commissione da sé» «Tangentopoli? Montecitorio può fare commissione da sé» FRANCO FRATTIN3 DI FORZA ITALIA FROMA INO ad oggi il Polo ha preferito lavorare sotto traccia, ma ora che il voto sulla commissione per Tangentopoli si avvicina, Franco Frattini cala le carte: «Si stanno determinando le condizioni perché il 23 settembre alla Camera la commissione venga approvata con il voto congiunto del Polo e di parlamentari del centro-sinistra ed è bene che l'Ulivo lo sappia: se tenterà di insabbiare tutto al Senato, noi abbiamo già pronta la contromossa: le commissioni di inchiesta infatti possono essere anche monocamerali...». A cinque giorni dal voto di Montecitorio, Franco Frattini, presidente «forzista» del Comitato per i servizi segreti, annuncia che il Polo giocherà per vincere, utilizzando tutti i mezzi («anche il voto segreto»), ma fa capire che la durezza può preparare una sorpresa: il via libera alla commissione, mettendo Berlusconi in posizione di forza, potrebbe riaprire il Grande Dialogo sulle riforme. Lei ha capito qual è la posizione dell'Ulivo? «Le racconterò un episodio illu- minante. Due settimane fa l'Ulivo ha proposto ufficialmente: facciamola pure la commissione di inchiesta, ma con tre paletti. Quel giorno io accolsi pari pari le condizioni dell'Ulivo, ma un'ora dopo scoprii nella segreteria della commissione Affari Costituzionali che gli esponenti del Pds avevano ritirato la firma ai propri emendamenti...». Lo scoglio più corposo sembra la richiesta di una moratoria: nei 6 mesi che precedono l'elezione del Capo dello Stato la commissione si ferma... «Bene, nel periodo caldo, la commissione si fermi per due mesi». La sinistra ne chiede 6. «Se veramente questo fosse il problema, potrei dire: fermiamoci anche per un periodo più lungo di 2 mesi. Il problema vero è un altro: la commissione deve essere istituita subito e deve partire con la volontà di aprire uno squarcio di verità sulla corruzione». Nell'Ulivo comincia a serpeggiare il timore di andare sotto nel voto del 23: Mussi ha invitato i «compagni socialisti» a non votare la commissione... «Io non mi esprimo mai in termini forti ma ò di straordinaria arroganza l'atteggiamento di chi fa l'appello alla discipina, neanche di partito, ma di maggioranza, arrogandosi il ruolo di partito-guida su questioni che toccano la dignità storica di partiti, a cominciare dai socialisti». Il Polo il 23 chiederà il voto segreto? «Non abbiamo ancora deciso. Il regolamento lo prevede...». Ammesso che alla Camera la commissione passi, anche al Senato sarà così semplice? «Al Senato la maggioranza non ha bisogno dei socialisti. Ma se tentassero di insabbiare la commissione dopo il sì di Montecitorio, l'Ulivo non si illuda: la Camera ha i poteri per istituire una commissione di inchiesta mononocamerale come previsto dall'articolo 82 della Costituzione. Anche perché nella storia della Repubblica non è mai accaduto che la maggioranza bloccasse una commissione chiesta dall'opposizione». La commissione farebbe felice Bettino Craxi... «Vero, lui l'ha chiesta da anni, ma il Pds la commissione su Tangentopoli l'ha addirittura votata!». Scusi, ma cosa c'entra il Pds? «C'entra, c'entra. Anche se pochissimi lo ricordano, nel 1993 la Camera approvò l'istituzione di una commissione di inchiesta su Tangentopoli con gli stessi poteri dell'autorità giudi¬ ziaria su iniziativa di parlamentari della sinistra. Tra i tanti, Bargone, amico di D'Alema, personaggi come Dalla Chiesa, Novelli, verdi come Rutelli...». E come si spiega quel voto? «Allora la sinistra voleva avere la certezza che i magistrati facessero tabula rasa della De e del Psi. Ora temono che si faccia chiarezza sul ruolo del PciPds». Dica la verità: se la commissione passa, non avete in mano una bella arma per ((ricattare» l'Ulivo sulla questione-giustizia? «Sarebbe uno strumento lecito di pressione. E potrebbe indurre a far venire allo scoperto la parte meno intransigente dell'Ulivo, quella che D'Alema voleva far emergere». Sicuro che alla fin fine un sì alla commissione non torni utile anche a D'Alema? «Io auspico che qualche aiuto di buona volontà possa arrivare, magari sull'onda di un appello alla coscienza dei singoli». Fabio Martini E Mussi lancia un appello «Adesso non dividiamoci sulla commissione per Tangentopoli» «Ecco la contromossa se l'Ulivo tenterà di bloccarla al Senato» Franco Frattini