Greenspan affonda le Borse mondiali

Greenspan affonda le Borse mondiali La retromarcia sui tassi raggela i mercati. Da Parigi (-5,6%) a Wall Street (-2,6) un giovedì da brividi Greenspan affonda le Borse mondiali L'Europa a picco, Milano «brucia» 40 mila miliardi MILANO. Finisce con Wall Street giù del 2,6% il giovedì del grande ribasso. Giovedì pesantissimo che ha bruciato ogni speranza di recupero e ha gettato alle ortiche non meno di un miliardo di dollari di capitalizzazione delle principali Borse. Le parole di Alan Greenspan, il presidente della Federai Reserve che, parlando di un rallentamento dell'economia mondiale, ha negato una manovra concordata sui tassi, hanno avuto l'effetto di un macigno. E se mercoledì sera, subito dopo il discorso di Greenspan alla Camera Usa, Wall Street si era salvata in extremis, ieri la reazione dei mercati alle deludenti dichiarazioni del presidente della Fed è stata a senso unico: una valanga di vendite che ha travolto prezzi e indici di Borsa. Ribas¬ so generalizzato, ovviamente, in omaggio a una globalizzazione che è ormai ampiamente collaudata e amplificata dalla rapidità dei computer. Giornata nerissima che vede Piazza Affari sprofondare del 5,21%, terzo peggior risultato dell'anno (dopo il -6,42% del 27 aprile e il -5,29% di otto giorni fa), Parigi perdersi in un -5,47%, peggior risultato degli ultimi sette anni, Francoforte in calo del 4,98%, Madrid del 4,5%, Zurigo del 4,7%, Londra del 3%. Per non parlare delle Borse sudamericane: San Paolo che naviga a 8% dopo un'apertura a -10% (e immediata sospensione degli scambi), Buenos Aires a -3,6%, Mexico a -4%. Numeri da brivido. Pesa la retromarcia di mister Greenspan. Pesa sulle Borse e sul dollaro che perde sul marco (1,6850), sullo yen (131,9), sulla lira (1665). E pensare che due settimane fa era stato proprio il presidente della Fed ad alimentare speranze di una riduzione dei tassi: «Non importeremo recessione in America - aveva promesso - per evitarlo siamo pronti a tagliare i tassi». E i mercati, con i nervi scoperti dopo mesi e mesi di una crisi altalenante che viene da lontano, aggravata dai guai del Giappone, il collasso della Russia e i cedimenti di alcune economie sudamericane, incassano la promessa e sperano. Sperano a tal punto che nel comunicato finale del G7, quattro giorni fa, c'è persino chi legge una conferma su una prossima manovra sui tassi concordata tra Usa e Germania, America I ed Europa. Pia illusione che dura 10 spazio di un giorno: tocca al tedesco di ferro, Hans Tietmeyer, presidente della Bundesbank, il guardiano del marco, gettare acqua sul fuoco: non c'è alcun motivo perché in Europa i tassi debbano scendere, dice Tietmeyer. I mercati abbozzano, le Borse scendono ma aspettano 11 verbo della Fed. Che arriva, si diceva, per bocca di Greenspan: «Al momento non è in atto alcuno sforzo concertato per ridurre i tassi d'interesse». Comincia subito, di mattina presto, il giovedì di passione. Alle nove il ribasso viene dall'Asia, da Tokyo dove l'indice Nikkei perde il 2,4% e tocca il minimo dei minimi, a quota 13.859,14 punti. Erano dodici anni che il Kabuto cho non valeva così poco, dalla primavera dell'86. Cede di tutto alla Borsa giapponese, i titoli immobiliari, quelli delle finanziarie e ovviamente le azioni delle banche travolte dall'incertezza sulle misure che il governo adotterà per evitare un crack ge neralizzato del sistema. Alle dieci aprono le Borse europee e Hong Kong chiude a -3,61 "ài togliendo le ultime speranze di resistenza. A Mosca il rublo precipita e la Borsa s'inabissa. Giusto un attimo di esitazione quando Londra apre cedendo soltanto lo 0,03%, ma è solo un attimo. Il resto dei mercati va a senso unico, tutti giù: Francoforte perde l'I,03%, Parigi 1' 1,90%, Piazza Affari l'I,69%. A Milano gli scambi (che a fine seduta toccheranno i 2500 miliardil vanno al minimo: prudenza e cautela, le parole d'ordine in attesa, spiegano gli operatori, delle scadenze tecniche di oggi molto temute. Tutti, ovviamente, ad aspettare Wall Street e quando, alle tre e mezza, Wall Street apre in ribasso (primo Dow Jones giù dello 0,63%) e nei successivi venti minuti sprofonda a -2,5% (per poi perdere 210 punti), è quasi panico. Parilo a San Paolo dove l'indice cede di colpo il 10%, panico a Mosca crollata del 12,16%. A Parigi sono ore convulse, il collasso di Alcatel (38,4% per i risultati semestrali molto inferiori alle attese) trascina l'indice Cac a piombo, giù del 5,47%, e per un giorno tocca proprio a Parigi la maglia nera d'Europa. Piazza Affari è a un soffio, a -5,21%, con tutti i titoli giù a capofitto, soprattutto i bancari, e 40 mila miliardi di capitalizzazione lasciati sul campo. Armando Zeni E' subito svanita l'illusione di una manovra di largo respiro concordata tra gli Usa e la Germania Piazza Affari perde il 5,21% Ritorna a tremare l'America Latina CITTA' DEL MESSICO -2,4 NEW YORK -2,60 MADRID -4,63 PARIGI 5,47 LONDRA •3,0 STOCCOLMA' •4,00 ■;■-;■:■>■>-'■:■;■■ !■ •2,21 SANTIAGO DE (ILI ZURIGO •4,66 TAIWAN +0,41 AMSTERDAM »3,Ó7 [FRANCOFORTE •4,^0 •MILANO •5>6 IL DILUVIO SULLE SORSI MONDIALI LE VARIAZIONI DELLE PRINCIPALI PIAZZE INTERNAZIONALI IN PERCENTUALE HGMHG1 "3,6

Persone citate: Alan Greenspan, Greenspan, Hans Tietmeyer, Ribas, Tietmeyer, Zeni