L'invasione di Godzilla di Lietta Tornabuoni

L'invasione di Godzilla Al cinema il kolossal Usa, cresce il fascino delle catastrofi L'invasione di Godzilla GIGANTESCO, neroverdastro, con belle gambe da uomo ed enormi piedi palmati, con fauci da dinosauro o da drago, con dorso crestato e grossa coda sfasciatutto, anfibio, autoriproducentesi (depone uova), prodotto di un'alterazione genetica provocata dagli esperimenti nucleari francesi in Polinesia, distruttore di New York, «Godzilla» invade i nostri cinema: il vecchio mostro ideato in Giappone nel 1954 assume una nuova personalità nel kolossal americano diretto dal tedesco Roland Emmerich. Non mette paura. Devasta Manhattan, decapita l'Empire State BuUcLing, minaccia il Plaza Hotel, fa a pezzi Madison Avenue, sparge altro terrore a Wall Street, stritola elicotteri, manda in rovina, schiaccia, travolge, uccide, ma non spaventa: anzi, ogni tanto risulta piuttosto buffo. Nelle immagini virtuali, il mostro anabolizzato è senz'anima, senza pathos, senza significato né simboli, senza scopo: bersaglio o aggressore, è un animale cieco, un'immensa pura macchina di distruzione che appaga il piacere infantile di veder andare in pezzi grattacieli, navi, biblioteche, case, strade, tutto. E' quel piacere dell'annullamento che distingue adesso la maggior parte del cinema americano popolare d'avventura o d'azione, sempre più simile ai videogiochi, sempre più nutrito di esplosioni, incendi, onde anomale, cadaveri e auto che volano fiammeggiando nell'aria, edifici polverizzati, alluvioni, terremoti, piogge infinite, tornado, gente sterminata. E prima o poi bisognerà pure cercar di capire perché rovina o catastrofi attuano, affascinano, divertono tanto: chissà se è davvero un ritorno all'infanzia, un rimbambinimento collettivo, se è nostalgia dello sfascio o riflesso d'una realtà disastrosa, oppure se è l'espressione spettacolare di quella pulsione di morte che in tante forme diverse sembra dominare la fine del secolo. Lietta Tornabuoni

Persone citate: Roland Emmerich

Luoghi citati: Giappone, Manhattan, New York