La Cuccarmi, i soldi e la vita Un po' di rispetto per i Simpson di Alessandra Comazzi

La Cuccarmi, i soldi e la vita Un po' di rispetto per i Simpson TIVÙ'& TIVÙ' La Cuccarmi, i soldi e la vita Un po' di rispetto per i Simpson LORELLA Cuccarmi ha fatto la parrucchiera, Raimondo Vianello il pasticciere, Natalia Estrada il bersagliere, Alessandro Cecchi Paone il poliziotto motociclista, Fiorello il pizzaiolo, Gianfranco Funari ha giocato a carte con Pippo Baudo. Questo e molto altro si è potuto vedere l'altra sera su Canale 5 nell'ultimo segmento di «Trenta ore per la vita», un'iniziativa benefica che ha tenuto impegnate per due giorni le reti Mediaset. Si invitava il pubblico a fare offerte, sulla sollecitazione di una frase sovrimpressa: «le grandi battaglie sono fatte anche di piccoli gesti». Accanto alla Cuccarmi, che a mano a mano perdeva sempre più la voce, accanto a Cecchi Paone, accando ad Amadeus, c'erano tanti altri personaggi, da Fiorello a Paolo Limiti, praticamente tutti i personaggi Mediaset, ma non soltanto loro. Una maratona ricca di appuntamenti, che univa il varietà come adesso si fa in video, con tanti Illustri Ospiti, al fine nobile. Basta poco, esortavano i presentatori, importante è che tutti facciano I la loro offerta : ogni minuto arriI vavano più o meno dieci milio¬ ni, e di volta in volta si invitava a raggiungere un obiettivo di centinaia di milioni in un tempo circoscritto. La beneficenza crea sempre diffidenza, ma se tutti quei miliardi raccolti andranno a buon fine (presto ci sarà un programma che illustrerà come sono stati impiegati) sarà sempre meglio che non averli raccolti. Se il fine giustifica i mezzi. Il denaro raccolto è stato molto, l'ascolto è andato meno bene, 2 milioni 615 mila spettatori di media l'altra sera. Soltanto apparentemente è una contraddizione. E' probabile che molte persone non si siano sintonizzate per tutta la serata, che era praticamente infinita, ma abbiano fatto la loro offerta, si siano tranquillizzate la coscienza, cambiando poi canale. Proteste. Protestano i fan dei «Simpson», gruppo attentissimo e agguerrito. Scrive a esempio Andrea Soban, a nome suo e di tutti gli altri frequentatori del «newsgroup» su Internet it.fan.simpson. Italia 1 ha trasmesso domenica una «serata Simpson», unendo più episodi in uno solo, «raggiungendo così lo scopo di aggirare la legge Mammì che vieta l'inserimento di spot in cartoni animati della durata inferiore ai 30 minuti (non lungometraggio). Infatti ogni puntata dura sempre 20 minuti, unendole si ottiene un lungometraggio, tagliando però le sigle finali ed iniziali degli episodi intermedi, sigle che sono parti integranti della puntata stessa». Anche «Lupin», anche «Gli antenati» subiscono la stessa sorte, con due interruzioni pubblicitarie subito dopo e prima delle due sigle, non rispettando così la legge. «E' una presa in giro dei telespettatori che seguono tutte le puntate, tra l'altro continuamente in replica, dato che gli mediti già doppiati se li tengono ben stretti, e poi ce li sbolognano la domenica sera tagliuzzati e massacrati da spot». Raccogliamo l'appello: spettatori così esigenti, interessati, attivi, meritano un trattamento più rispettoso. Per brevi recensioni o idee di programmi i lettori possono continuare a scrivere a «La Stampa - In tivù», via Marenco 32, 10126, Torino; fax: 011/6568.131; posta elettronica: acomazzi@tm.it. Alessandra Comazzi

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