La Camera aggiunge un anno di scuola
La Camera aggiunge un anno di scuola Primo passo verso l'innalzamento sino alla maggiore età. Il via forse dal '99 La Camera aggiunge un anno di scuola Obbligo fino a 15 anni ROMA DALLA REDAZIONE Chi oggi frequenta la seconda media dovrà stare altri due anni sui banchi. Infatti, l'obbligo scolastico che durava fino al 14° anno di età, è stato innalzato al 15°. In pratica, dopo la terza media si dovrà frequentare una scuola superiore o un corso di formazione professionale almeno per un altro anno. Non si tratta della grande svolta chiesta da Berlinguer - portare l'obbligo a 18 anni - ma comunque del primo passo in quella direzione. Dei 600 mila ragazzi che finiscono la terza india, il 95% già si iscrive ad un corso superiore, quindi la novità riguarda direttamente solo quel 5% che lì si fermava: 30 mila studenti. Tutto questo, comunque, non partirà da subito, perché il provvedimento è stato approvato solo dalla Camera e attende il varo definitivo del Senato che, secondo gli auspici del governo, avverrà presto, prestissimo ma, come esperienza insegna, potrebbe non giungere in tempo (cioè almeno entro il '98) per entrare in vigore dall'anno prossimo. Ieri comunque alla Camera c'era un'atmosfera di esultanza per lo sblocco di una riforma che si attendeva da tempo: «Sono 26 anni che in Italia si aspettava un provvedimento del genere», ha detto il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer, «ma l'obiettivo resta quello dell'ob bligo fino a 18 anni». Il ministro, inoltre, ha sottolineato che la scuola ha urgente bisogno ora della grande riforma dei cicli scolastici, l'unica capace di portare veramente ad una svolta nel nostro sistema formativo. Il tassello posto ieri, dunque, ha un valore più simbolico che effettivo. E proprio questa «ambiguità» è stata alla base di duri scontri verbali ieri alla Camera, tra maggioranza e opposizione, ma anche all'interno della maggioranza medesima. Le opposizioni - che ovviamente non hanno votato il provvedimento - minimizzano la portata di questo voto, «si fa troppa enfasi per un provvedimento lacunoso» ha commentato un co¬ municato dei deputati dell'udr. E in effetti - è la critica che viene dal Polo - «non ha senso innalzare l'obbligo scolastico quando non si ha ancora un chiaro quadro di riferimento su ciò che sarà la scuola di domani, dal momento che la riforma è di là da venire». E anche le esultanze della maggioranza - come per esempio quelle della sinistra giovanile o di rinnovamento italiano - sono mitigate dal fatto che questo «passo», se ha importanza, la ha solo in quanto introduce un processo di cambiamento e un ulteriore innalzamento dell'obbligo. Sennò è destinato a restare un provvedimento estemporaneo. Cosa dice la nuova legge che è composta da tre articoli? Stabilisce che l'obbligo viene innalzato a nove anni dagli otto attuali. Si sta a scuola, dunque, dal 6° al 15" anno di età. Quando poi passerà la riforma dei cicli scolastici (ciucila che comunemente viene definita la ril'orma Berlimguer della scuoiai allora l'obbligo sarà innalzato da subito a 10 anni (e cioè dal 5° al 15°) e poi, gradualmente, a 13 anni (cioè dal 5° al 18° anno di età). Che cosa faranno dunque i ragazzi dopo la terza media? Chi non voglia proseguire con un regolare corso di studi superiori, potrà iscriversi ad una scuola e frequentarla per un anno: in questo caso riceverà un «certificato di credito formativo» che attesta questa frequenza. Oppure potrà accedere alla formazione professionale che dura uno, due o tre anni e ottenere una qualifica professionale. Su questo punto c'è stata una diatriba nella maggioranza tra Ppi e Rifondazione. 1 centri di formazione professionale infatti sono per lo più privati e di proprietà di religiosi, bisognava dunque garantire a questi istituti delle risorse, secondo i popolari, in quanto assolvevano un servizio di istruzione obbligatoria. Ma Rifondazione si è opposta duramente e la questione è caduta. Il costo dell'innalzamento dell'obbligo è fissato in 179 miliardi per il '98 e 221 per il '99. Ma - lo ripetiamo - tutto partirà nell'anno scolastico successivo all'approvazione definitiva. Orasi attende il voto del Senato Critiche alcune voci della maggioranza Il ministro della Pubblica Istruzione Luigi Berlinguer In alto studenti in classe
Persone citate: Berlinguer, Luigi Berlinguer
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