Sempre più rosa il governo Primakov di Anna Zafesova

Sempre più rosa il governo Primakov Il primo ministro vuole ridurre l'influenza dei comunisti. Eltsin chiama Kohl: stiamo tornando alla normalità Sempre più rosa il governo Primakov Nominati vicepremier 2 uomini di Cemomyrdin MOSCA NOSTRO SERVIZIO «Non sarà un governo rosso». Evghenij Primakov ripete questa frase ogni giorno. Dopo aver ottenunc la fiducia grazie al pc e aver nominato suo primo vice il comunista Jurij Masliukov, il nuovo premier russo ora sta cercando di formare un governo multipolare, che piacerà alla Un ma e non spaventerà il Fondo monetario internazionale. Ieri il gabinetto è stato arricchito di tre nuovi vicepremier: Alexandr Shokhin, responsabile delle finanze e dei rapporti con le organizzazioni finanziarie internazionali, Vladimir Ryzhkov, incaricato delle questioni sociali, e Vladimir Bulgak, che si occuperà di scienza e industria. E se Kulgak è un «tecnico» che non appartiene a nessun partito, le altre due sono sicuramente nomine «politiche». Sia Shokhin che Ryzhkov, infatti, appartengono al partito «Nostra casa la Russia» che fa capo a Viktor Cemomyrdin. A quanto pare, è stato proprio l'ex premier a consigliare le loro candidature al suo successore. Sono entrambi deputati della Duma e la loro nomina è stata già salutata da Ghennadij Ziuganov. Il leader comunista ha aprezzato in modo particolare l'ascesa del giovanissimo (ha appena compiuto 32 anni) Ryzhkov, promettendogli il suo sostegno. Shokhin, Ryzhkov e il loro compagno di partito Gheorghij Boos, diventato capo del fisco, sono destinati a controbilanciare Masliukov, con il suo background sovietico e le sue idee di risolvere tutti i problemi eco¬ nomici stampando moneta a sazietà. Shokhin, in particolare, ieri si è subito dichiarato contrario all'emissione di rubli. Già vicepremier nel primo governo liberista di Gaidar, non è nuovo nemmeno alle trattative con il Fondo monetario internazionale. Ma ammette che le prospettive di ricevere la seconda tranche del maxiprestito, accordato dal Fini nel luglio scorso, «non sono rosee». L'arrivo dei soldi dipenderà dal programma economico del neogoverno. E il Fmi fa capire chiaramente che la Russia li riceverà solo a condizione che prosegua le riforme economiche. Per tranquillizzare l'Occidente Boris Eltsin ieri ha telefonato a Helmut Kohl per assicurargli che la situazione in Russia «si sta normalizzando». Il can¬ celliere tedesco ha promesso di aiutare «l'amico Boris». Ma per il momento la Germania - che ha investito più di chiunque altro in Eltsin - si limita a mandare a Mosca una squadra di esperti economici. Il programma del governo verrà presentato venerdì prossimo, insieme alla struttura definitiva del gabinetto. Sulle nomine dei ministri intanto avviene una intensa quanto silenziosa battaglia. Cariche chiave come i ministeri dell'Economia e delle Finanze sono ancora vacanti. E si parla di estendere la coalizione governativa ai sindacati e addirittura ai «liberaldemocratici» di Vladimir Zhirinovskij: uno dei suoi deputati, Serghej Kalashnikov, potrebbe ottenere il posto del ministro del Lavoro. E' evidente che Evghenij Pri¬ makov vuole assicurarsi l'appoggio - o almeno la neutralità del maggior numero possibile di forze politiche. Ieri si è assicurato - se non altro a parole - il sostegno di Jurij Luzhkov. Il sindaco di Mosca ha esposto al premier le sue idee economiche (tra le quali la revisione della privatizzazione) e all'uscita si è dichiarato «molto contento». E oggi Primakov incontrerà un altro potenziale nemico: il generale Alexandr Lebed. Anna Zafesova Qui accanto, Il nuovo vicepremier russo Alexandr Shokin. A destra bambini chiedono la carità su un marciapiede di Mosca

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