LA MORALE MOSTRUOSA di Gianni Vattimo

LA MORALE MOSTRUOSA LA MORALE MOSTRUOSA nunciando a ridurre tutto, asetticamente, al problema dello spergiuro, ci atteniamo al fatto che questi motivi hanno da fare essenzialmente con la sessualità. Non basta, insomma, dire che Clinton rischia l'impeachment non per ciò che ha fatto con la sua stagista, ma per aver mentito sotto giuramento. Non avrebbe certo mentito sotto giuramento se ciò che gli è stato domandato non avesse avuto da faro con quella sfera della vita. Non riusciamo nemmeno a immaginare che, alla domanda se la Lewinsky avesse «performed» su di lui atti di «sesso orale», Clinton rispondesse francamente di sì. Ciò che pensiamo avrebbe dovuto fare era rifiutarsi di parlare di questi temi, irrilevanti per il suo lavoro di Presidente. Se però ha mentito, era perché il tema del sesso gli è apparso, come molto spesso a tutti noi, insieme come volgare e marginale. Si vergognava di parlarne, e comunque non pensava che mentire su quel tema fosse così grave. E' in fondo questo che Clinton ha in comune con i tanti «uomini (e donne) della strada» che continuano a sostenerlo secondo i sondaggi. Tutti costoro pensano che al suo posto avrebbero fatto lo stesso, e considerano la sua una colpa veniale, o almeno un affare privato tra lui, la stagista, la signora Hillary. Se alla fine Clinton dovrà lasciare la presidenza, vorrà dire che la sessualità si è vendicata, come un animale feroce che trova un varco nella gabbia in cui è tenuto. La portata simbolica di un (forse improbabile) impeachment sarebbe tutta qui. Le persone civili, con molte buone ragioni, considerano il sesso come un affare privato, e proprio per questo rinunciano a farne un «tema» - di discorsi seri, di riflessione personale, di dibattito politico. Questo silenzio non significa tuttavia che, anche per le persone civili, la questione sia risolta: uno scrittore, forse Moravia, ha detto che il sesso (insieme al guadagno, al denaro) è sempre, nella nostra esistenza attuale, un tema scabroso, carico di contenuti «vergognosi» In questo sembra risiedere il suo carattere strettamente «privato»: non ci piace parlarne in pubblico, e forse nemmeno con noi stessi. Ma ogni tanto esso viene brutalmente in superficie, costringendo anche i giornali e i politici più seri a pronunciare parole (magari in latino: fellatio!) imbarazzanti, inusuali (quelle che da bambini impariamo prima nel dialetto di strada che nella forma dotta). In questi momenti, emerge anche la desolante immaturità di cui tutti soffriamo nei confronti della nostra sessualità. L'affare Clinton-Lewinsky, da questo punto di vista, conclude degnamente un'estate inaugurata dal rumore intorno al Viagra (chi avrebbe mai detto che avrebbe prodotto tanti guadagni in Borsa, e che sarebbe stato un tema anche politico così caldo?); proseguita con il dibattito sulla prostituzione di strada, e sull'opportunità di regolare in qualche modo un così gigantesco giro di affari; esplosa nelle retate antipedofili dove, insieme alla legittima preoccupazione della difesa dei minori, è emersa tutta una gamma di atteggiamenti sessuofobici che rischiano di travolgere ogni rispetto per le persone, pedofili o vittime che siano. E' certo vero, come ha osservato un eminente prelato nei mesi scorsi, che lo Stato deve pensare alla disoccupazione e alla povertà, e non stare a perder tempo con le unioni di fatto, il Viagra, la prostituzione o questioni simili (si intende in fondo turpi). Già, ma poveri e disoccupati, se finalmente diventassero ricchi, investirebbero i loro guadagni in pellegrinaggi e luminarie mariane, o non si concederebbero finalmente una vita sentimentale, e anche sessuale, più libera e soddisfacente? Il sesso è una delle più generali cause di insoddisfazione e infelicità che la nostra società conosca. Ce lo ha già insegnato Freud, certo, ma tendiamo sempre a dimenticarcene, credendo di poter continuare a «regolarlo» secondo una morale sociale e religiosa che ogni tanto, come nel caso Clinton, rivela tutta la sua colpevole e ipocrita cecità. Non abbiamo certo ricette sicure per costruirne un'altra: sappiamo però almeno, senza alcun dubbio, che quella di cui attualmente disponiamo è una mostruosità che genera solo mostri. Gianni Vattimo

Persone citate: Clinton, Freud, Lewinsky, Moravia