Malpensa, Bruxelles lascia uno spiraglio di Francesco Manacorda

Malpensa, Bruxelles lascia uno spiraglio La Commissione boccia il piano Burlando. Kinnock: «Con un decreto-bis può partire il 25 ottobre» Malpensa, Bruxelles lascia uno spiraglio «L'Italia cambi proposte, poi si torna a trattare» STRASBURGO DAL NOSTRO INVIATO «Malpensa può partire dal 25 ottobre, a patto che il governo italiano faccia un nuovo decreto conforme alla normativa europea». Neil Kinnock ha appena ottenuto dalla Commissione europea la bocciatura dei decreti Burlando per l'apertura di Malpensa 2000 e già agita un ramoscello d'ulivo verso l'Italia. Ma al di là delle parole concilianti il Commissario ai Trasporti ha opinioni molto precise e niente affatto benevole sul poco che Roma ha fatto finora e sul tanto che invece dovrà fare per evitare di sbattere di nuovo la faccia contro un «no» di Bruxelles. In primo luogo - accusa Kinnock nella settimana appena conclusa, nonostante la proroga concessa dalla Commissione, non c'è stata nemmeno una trattativa vera e propria con il governo italiano: «Per fare una trattativa ci vuole una proposta e noi abbiamo awuto solo discussioni su possibili opzioni». E adesso un nuovo decreto Burlando «che spero sia rapido, efficace e conforme al diritto comunitario» è benvenuto, ma per la Commissione non è comunque scontato che Malpensa parta come hub - cioè come snodo centrale del traffico intemazionale - cosa che invece chiede a gran voce il governo italiano. Il sipario sul primo atto della vicenda di Malpensa cala a mezzogiorno di ieri, seguendo un copione già scritto: i Commissari riuniti a Strasburgo approvano la decisione che dichiara «discriminatori, disproporzionati e di conseguenza illegali» i decreti Burlando che secondo le nove compagine aeree che avevano presentalo il ricorso a Bruxelles «danno in realtà un vantaggio comparativo all'Alitalia». Non serve nemmeno un voto, è una semplice ratifica della decisione di principio che la Commissione aveva già preso la settimana scorsa. Il Commissario ai Trasporti espone le sue ragioni, i due colleghi italiani - Emma Bonino e Mario Monti - fanno presente la necessità di trovare comunque un'intesa e il caso è chiuso. Nelle prossime ore la decisione negativa verrà notificata all'Italia e l'effetto immediato sarà che «tutte le compagnie obbligate a utilizzare Malpensa sulla base degli accordi attuali possono legalmente opporsi al trasferimento». Anche gli ultimi contatti con Burlando e Prodi - fa sapere Kinnock sono stati inutili e specie dopo il subitaneo dietrofront dell'Italia sull'ipotesi di trasferire parte dei voli Milano-Roma a Ciampino che ha lasciato di stucco Bruxelles, «la Commissione non aveva scelta rispetto alle soluzioni da prendere». Adesso il Commissario guarda al futuro. E di fronte all'evenienza «probabile» che Burlando scelga di rivolgersi al consiglio dei ministri dei Trasporti per bloccare la sua decisione, Kinnock avverte: «Nove compagnie di dieci Paesi hanno fatto ricorso e gli Stati membri hanno una naturale predisposizione a rispettare il diritto comunitario». Come dire che qualsiasi tentativo di coaugulare un consenso politico contro Bruxelles sarà solo tempo perso. La strada, dice il Commissario, è piuttosto quella di un decreto-bis, che nasca già «benedetto» dall'esecutivo comunitario: «Ci aspettiamo delle proposte dall'Italia perché così - e sono sicuro che il governo italiano ne è conscio - sarà più facile evitare incompatibilità con il diritto europeo». Ma il conflitto che deve essere risolto non è di poco conto. Al di là della discriminazione tra compagnie straniere ed Alitalia che va risolta garantendo a ciascuno pari accesso da Linate ai propri hub, secondo Bruxelles lo spostamento di voli da Linate a Malpensa che pro- pone il governo italiano non è «proporzionale» rispetto all'obiettivo di far decollare il nuovo aeroporto milanese. «Applicando alcune delle opzioni che sono circolate sarebbe stato possibile far sì che già a partire dal 25 ottobre transitassero per Malpensa 12,5 milioni di passeggeri l'anno, oltre otto spostati da Linate e 3,9 che già usano il nuovo aereoporto», spiega Kinnock. A Linate secondo la Commissione andrebbero quindi lasciati circa 6 milioni di passeggeri l'anno, almeno per i prossimi due amii «quando a malapena saranno pronte le infrastrutture con Malpensa». Ma con questi livelli di traffico il nuovo aeroporto sarà redditizio? «Sì, Malpensa sarebbe redditizia nei prossimi due anni anche senza essere un hub. Anche la Bei, che ha finanziato il progetto, sostiene che basterebbero dieci milioni di passeggeri l'anno per renderla conveniente», risponde Kinnock. I giochi sono aperti, ma la palla è in campo italiano, è il I messaggio: «I decreti si possono ag- giustare attuando un sostanziale movimento di voli, ma senza violare le norme comunitarie». Da Bruxelles che, contrariamente alle accuse arrivate da Burlando e dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, «non ha mai detto nulla che potesse andare contro Malpensa», non arriverà però nessuna proposta: «La Commissione non ha alcun potere sul governo italiano». Per la trattativa si esprimono anche Bonino e Monti. «Resta impregiudicata la possibilità di una prosecuzione del negoziato», dicono in una dichiarazione congiunta; ma aggiungono anche che Bruxelles nella sua decisione finale dovrebbe tener conto del fatto che «il nuovo hub di Malpensa permetterà di ridurre il deficit aeroportuale di questa parte d'Europa e contribuirà allo stesso tempo a incrementare la concorrenza». Malpensa, insomma, alla fine farà bene ai Quindici. Francesco Manacorda A Linate dovrebbero restare sei milioni di passeggeri Monti e la Bonino «Il nuovo hub sarà utile all'Europa» Il ministro Burlando (al centro) con a destra il collega austriaco Einem e il commissario europeo alla concorrenza, Kinnock