Commissione su Tangentopoli, nulla di fatto di Maria Grazia Bruzzone

Commissione su Tangentopoli, nulla di fatto A sei giorni dal voto alla Camera, i poli sempre più lontani. Soda (Ds) : indagine, non inchiesta Commissione su Tangentopoli, nulla di fatto Berlusconi: vogliono imbrogliarci, per questo ripeto no ROMA. Silvio Berlusconi toma a Montecitorio e ripete i suoi «no» a 360 gradi a ogni dialogo con «la sinistra» su giustizia e riforme, lasciando aperto solo tino spiraglio sulla legge elettorale, riaffermando la sua siderale distanza dal «teatrino politico» in cui non vuol più essere coinvolto attraverso «imbrogli e tranelli». E Antonio Soda, relatore di maggioranza sulla proposta di istituzione della commissione di inchiesta di Tangentopoli, un «ortodosso» del suo partito, ha buon gioco a riti.idi re a sua volta il voto negativo della Quercia in aula alla commissione «in queste condizioni politiche». Pur dopo aver dato un voto favorevole nel comitato dei nove che si è svolto la mattina, per poter approvare una serie di emendamenti volti «a ridurre i danni». E altri piii duri ne sta preparando. Berlusconi in un primo momento aveva preannunciato un discorso in aula, dove si stava varando il provvedimento sulla scuola (a un certo punto la maggioranza è andata sotto e ha dovuto richiamare in fretta e furia persino i deputati che al Sento discutevano il documento giustizia). Poi ha scelto di chiacchierare nel Transatlantico coi giornalisti. A tutto campo. «Ribadisco che questo Parlamento deve assumersi la responsabilità di dare al Paese una nuova legge elettorale», dice il Cavaliere. Ma l'elezione diretta del Capo dello Stato e le altre riforme, giustizia compresa, gli sembrano «tutte questioni su cui abbiamo già verificato in Bicamerale cosa pensa la sinistra. Se dall'altra parte ci si vuole imbrogliare, è un obbligo dire di no». In piena campagna d'autunno, il leader del Polo coglie l'occasione per attaccere le «bugie» di D'Alema il quale gli addossa la responsabilità del fallimento della Bicamerale: «Sappiamo bene che per la sinistra la menzogna è la regola, l'ha detto persino Lenin». Nega invece un disaccordo con Fini, favorevole al referendum Segni-Di Pietro. «Non c'e un contrasto con Fini, dobbiamo solo approfondire la questione delle legge elettorale e lo faremo in una commissione di studio». Insomma, un bel «no» rotondo, anche alla finanziaria naturalmente («Se la voto? Perché volete offendermi gratuitamente?»). Condito con un'ulteriore battuta sarcastica su quella commissione di inchiesta su Tangentopoli che il Polo considera come una precondizione per poter ricominciare quanto meno a parlarsi, e la sinistra respinge: «Si vede che ci sarà convenuto», scherza il Cavaliere imitando il commediografo Govi, poi spiega che «hanno tanto marcio da nascondere». E le nosizioni dei due schieramenti, ormai a soli sei giorni dal voto alla Camera, appaiono sempre più rigide e lontane. «Noi vogliamo una commissione di indagine e non di inchiesta», ribadisce Soda. Gli emendamenti votati all'unanimità nel comitato dei nove (insidacabilità, non interferenza coi poteri della magistratura, incompatibilità dei componenti della commissione), spiega, servono a «ridurre i danni» qualora l'aula non fermasse la commissione. E tra quelli che sta preparando, ne cita uno «che impedirebbe ai commissari di sentire in audizione i magistrati che hanno partecipato a Mani Pulite». Il Polo è convinto di farcela. «La posizione dei Ds è isolata», dice il relatore di minoranza, di An, Antonio Cola. «Nonostante incontri ad altissimo livello spiega - non sono riusciti a far recedere dalla decisione di votare a favore né Ri, né i sociali¬ sti, né una parte del Ppi, e persino tra i Ds la posizione di Soda non è condivisa totalmente». E in effetti sia Marianna Li Calzi di Ri, sia il socialista Roberto Villetti confermano il loro voto. «Noi non siamo disponibili a far slittare la commissione a dopo l'elezione del Capo dello Stato, e non ci asterremo ma voteremo a favore», spiega Villetti. Che dice di non vedere nessuna relazione fra questo voto e la stabilità del governo. E confida che alla fine, dopo un «sì» della Camera e prima di un voto al Senato, «forse un'intesa fra i Poli si potrà trovare». Maria Grazia Bruzzone Il Cavaliere lascia aperto uno spiraglio sulla legge elettorale «Non c'è un contrasto con Fini su questa materia; dobbiamo solo approfondire la questione in una commissione di studio» Il ministro della Giustizia Giovanni Maria Flick Sotto: il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi

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