Finanziaria senza lacrime e sangue di Stefano Lepri

Finanziaria senza lacrime e sangue Vertice a Palazzo Chigi con Prodi, Ciampi e Vìsco. Troppo lunga la lista delle attese Finanziaria senza lacrime e sangue Le tre carte del Premier: casa, pensioni, lavoro ROMA. Punto primo: ci sono un po' di soldi in più da spendere rispetto al previsto. Punto secondo: se si dicesse sì a tutte le misure che sono state ipotirzate all'interno della stessa maggioranza, si spenderebbe il quadruplo. Nel vertice di ieri a Palazzo Chigi, tra questi due capisaldi si sono mosse le esposizioni di Romano Prodi e dei ministri Carlo Azeglio Ciampi e Vincenzo Visco. Per la prima volta da anni, la manovra economica contenuta nella legge finanziaria non sarà restrittiva; ma proprio questo riapre nel nostro sistema politico la corsa a escogitare e perorare le elargizioni più diverse. La linea del governo, nelle parole del presidente del Consiglio, è risultata dunque: concentriamoci sulle cose più importanti, per massùnizzare gli effetti sia economici sia politici delle risorse a disposizione. Cosicché, ai segretari di partito, le misure elencate sono parse «molte in meno» rispetto alle lunghe liste apparse sui quotidiani di ieri mattina. C'erano però tutti i capitoli essenziali: sgravio dell'Irpef sulla prima casa mirato sui bassi redditi, sgravi contributivi alle imprese per favorire l'occupazione, aumenti delle pensioni sociali, aiuti alle famiglie numerose, nuova tassa ecologica, probabilmente nuovi eco-incentivi. Le direttrici di marcia indicate da Prodi sono state variamente riassunte dai partecipanti alla riunione, in genere in forma terna¬ ria: «occupazione, meno tasse, aiuti ai più deboli», oppure «tutela sociale. Mezzogiorno, infrastrutture». Per evitare il rischio di arrembaggi, di un diluvio di richieste per questo scopo e per quello, Palazzo Chigi seguita a ripetere che le cifre del «Dpef» (il documento programatico triennale approvato in maggio) non cambiano, che la manovra è di 13.500 miliardi lordi di cui 9500 di tagli alle spese e 4000 dal recupero dei crediti Inps; che i 5500 miliardi «per lo sviluppo» di cui hanno parlato alcuni capi partito erano già previsti nel Dpef. I segretari di partito non sono particolarmente ferrati in economia; però in questo caso non sembra affatto che abbiano frainteso. I soldi in più verrebbero da un ricalcolo della previsione di gettito '99 sulla base dei dati aggiornati sul '98. In altre parole, si intravede un miglior funzionamento della macchina fiscale. Questo per-, metterebbe di decidere alcuni sgravi, proprio per mantenere l'impegno che invece il carico fiscale si riduca. Dal lato delle uscite la previsione complessiva del Dpef resterebbe all'incirca invariata, con qualcosa in più di spesa corrente, soprattutto la sanità, e qualcosa in meno come interessi sul debito. «Non c'è l'abolizione dell'Irpef sulla prima casa»; ha protestato il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti. «Ma c'è la riduzione»; precisa il segretario dei Popolari Franco Marini. Visto che quasi tre quarti degli italiani sono proprietari di casa, l'abolizione completa avrebbe un costo enonne, improponibile, spiegano alle Finanze. Proprio per mirare al massimo nel senso dell'equità, l'aumento dell'attuale sgravio (1.100.000 lire) sarebbe graduato per fasce di reddito, dando di più a chi ha meno. Non si dimenticherà chi abita in affitto, con aiuti per i bisognosi nella nuova legge sulle locazioni. In tutto per la casa si impegnerebbero 1500-2000 miliardi. Per accrescere l'occupazione il governo pensa soprattutto ad alleggerire il costo del lavoro, di almeno tremila miliardi nel '99. A Bertinotti questo non piace, perché si agisce attraverso i meccanismi dell'economia di mercato, ma l'Ulivo è compattamente favorevole. Sono tre le misure discusse: 1) nessun onere contributivo per 3 anni a carico dei nuovi assunti nel Mezzogiorno; 2) altri sgravi per le piccole imprese del Sud, non inclusi nel divieto europeo di agevolazioni territoriali; 3) abolizione in tutto il Paese dei contributi «impropri», 0,7% del costo del lavoro. L'unico aggravio fiscale sarà l'«ecotassa» sulle emissioni inquinanti. Colpirà leggermente anche la benzina e il gasolio; ma cifre ieri non sembra ne siano state fatte. Ci saranno anche l'aumento delle pensioni sociali (80.000 lire al mese?), l'assegno aggiuntivo alle famiglie numerose (200.000 mensili) e qualche forma di rimborso per i libri per la scuola media. Stefano Lepri L'assegno sociale sale di 80 mila lire Aiuti alle famiglie numerose e fondi per rimborsare i libri delle medie Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco

Persone citate: Bertinotti, Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Fausto Bertinotti, Franco Marini, Prodi, Romano Prodi, Vincenzo Visco

Luoghi citati: Roma