LA MORALE MOSTRUOSA

LA MORALE MOSTRUOSA LA MORALE MOSTRUOSA LA costanza con cui la maggioranza degli americani continua a professare la sua fiducia in Clinton nonostante il ludibrio a cui l'ha esposto la pubblicazione del rapporto Starr è senz'altro un sintomo confortante di maturità dell'opinione pubblica di quel grande Paese: una maturità che non si lascia smuovere dall'accanimento con cui politici e grandi organi di informazione hanno chiesto, nei giorni scorsi, che il Presidente si dimettesse. Tanto che viene da chiedersi chi o che cosa i grandi giornali, le televisioni, i politici, rappresentino davvero, se cioè parlino ancora in nome di una qualche coscienza collettiva, o invece cerchino solo, nell'untuoso richiamo alla santità della morale familiare tradizionale, un motivo per alimentare il loro scandalismo. Se - come paiono pensare gli americani secondo i sondaggi - le colpe di Clinton non sono politicamente e socialmente cosi rilevanti, perdono ogni giustificazione i media che sul racconto dettagliato di queste colpe stanno campando da settimane. E la pubblicazione su Internet dei dettagli più scabrosi tra il Presidente e Monica Lewinsky non configurerà il reato di uso pornografico della rete, quello stesso di cui si accusano i pedofili? Tuttavia, il fatto, di per sé grottesco, che il capo della nazione più potente della Terra rischi seriamente di doversi dimettere (o di essere dimesso) per i motivi esposti nel rapporto Starr ha un suo significato che non esiteremmo a chiamare «di destino». Almeno se, riGianni Vattimo CONTINUA A PAG. 6 SECONDA COLONNA

Persone citate: Clinton, Monica Lewinsky, Starr, Vattimo