L'Euro? Un vantaggio

L'Euro? Un vantaggio LETTERE L'Euro? Un vantaggio ENSIONATO, ho sempre investito in Bot i 300 milioni di risparmi. Ora che rendono poco, e non volendo io rischiare con i fondi, cosa mi consiglia? Un amico mi ha suggerito i marchi, che rendono come i Bot ma alla lunga sono più sicuri. Si dice anche in giro che con la moneta unica i piccoli risparmiatori saranno strangolati e stritolati. Sarà vero? R.W. - Firenze Non è sbagliato sostenere che i marchi (e quindi i Bund, che sono i titoli del debito pubblico tedesco) sono più sicuri della lira (e quindi dei Bot): alle spalle hanno un'economia più forte e con i conti più in ordine, cioè con meno debiti. E infatti, per la verità, rendono ancora qualcosa meno dei nostri titoli di Stato. Ma, alla lunga, cioè con l'approssimarsi dell'Euro, lira e marco semplicemente spariranno, sostituiti proprio da quella moneta unica dal lettore tanto temuta. A quel punto, i titoli in Euro si assesteranno, dicono gli analisti, tra il 3,5% e il 3,8%. Quanto agli effetti «cruenti» della divisa unica per i risparmiatori, economisti e analisti sono concordi nel ritenere che non ci saranno. E anzi, proprio al calo dei tassi e alla convergenza verso il basso degli interessi dei Bot è dovuto in gran parte il rialzo che ha visto Piazza Affari guadagnare nel 1997 oltre il 100%. Certo, i sottoscrittori di Bot hanno subito nel contempo un drastico ridimensionamento del reddito, rinnovo dopo rinnovo. Questo è stato il «prezzo» pagato all'ingresso nell'Euro, che d'altra parte ha consentito di abbassare drasticamente anche i tassi di interesse sui mutui per la casa e il livello dell'inflazione. In proposito, il rendimento dei titoli di Stato reale, cioè depurato dall'andamento del costo della vita, ha continuato e continua ad essere vantaggioso, superiore ai due punti percentuali (4% circa contro un'inflazione all' 1,9%). Complessivamente, non credo si possa dire che i risparmiatori-cittadini siano stati «strangolati e stritolati» finora e, tantomeno, lo saranno domani. Almeno per quanto riguarda l'Euro. Per quei titolo in arrivo tempi migliori Nel 1994 ho acquistato n. 5000 azioni Premafin a 2090 lire che, sbagliando, non ho venduto nei rari momenti opportuni legati al titolo in oggetto. Ora, come da «trafiletto» apparso sulla Stampa, vedo che ci saranno sostanziali movimenti sul titolo azionario. Sinceramente, non capisco assolutamente nulla di questi movimenti e non so se tenere ancora le azioni e aspettare tutta questa trasformazione o venderle subito. M. F. - Bra (CN) Il riassetto di Premafin sta finalmente per chiudersi, li mercato, negli ultimi mesi, ha iniziato a scontare la notizia, sostenendo i prezzi. Il risparmiatore impaziente può vendere immediatamente dopo la notizia dell'ole delle banche al riassetto oppure puntare sull'efficacia della trasformazione. Un portafoglio di solide azioni Ho acquistato 500 Gewiss a 51.500 lire. I titoli hanno subito un notevole ribasso, ora sono indeciso se realizzare, non avendo fiducia sulla validità dell'azione, e investire il ricavato in qualche altra azione o aspettare sperando in un buon recupero in tempi non lunghissimi. Seconda domanda. Ho in portafoglio i seguenti titoli: Cofide risparmio, Itierre, Impregilo e Mediaset per circa 40 milioni, può darmi un suo parere sulla validità di queste azioni? G. P. - Torino Per quanto riguarda Gewiss, nel medio termine si tratta di una delle migliori aziende italiane di medie dimensioni. In primavera il titolo aveva raggiunto livelli esagerati, ma ha spazio per buone performance. Mediaset è una società interessante con un mercato maturo e crescita costante; Impregilo è uno dei titoli italiani meno cari sui fondamentali; Itierre è una società in forte crescita, ma penalizzata dalla crisi asiatica. Maggiori dubbi, ai prezzi attuali, sulle valutazioni di Cofide risparmio. Riliquidazione della buonuscita La preghiamo di dare gli estremi della sentenza costituzionale con la quale la Consulta ha confermato la giustezza dei calcoli operati dal Tesoro nella determinazione della indennità integrativa speciale da aggiungere alla buonuscita. Grazie. Antonio Valcaccia - Milano Ugo Apuzzo - Napoli Ho messo insieme le due lettere perché trattano lo stesso argomento. Ho già fornito risposta al sig. Balboni di Torino ricordando che non esiste una sentenza in proposito. Mi sono riferito a tutto il complesso di sentenze e ordinanze della Consulta dalle quali si evince che la legge 87/94 viene giudicata «adeguata» alle aspettative dei pensionati. Dai lavori parlamentari si capì a suo tempo che il calcolo per gli statali andava fatto partendo dall'80% della indennità integrativa. Ecco perché si giunge al 48% finale. Anche a voi confermo che spero di essere troppo pessimista e che quindi un giorno la Consulta possa dare ragione alle proteste degli interessati. Vi terrò informati su una materia così delicata. Tocca agli enti calcolare il cumulo Ho due pensioni e ho letto che i pensionati non debbono più fare il cumulo delle pensioni ai fini fiscali, in quanto ci pensano direttamente gli enti erogatori a mettere insieme le due pensioni. Per essere sicuro vado alla Direzione provinciale del Tesoro di Torino: non sanno nulla. Vado alla Banca Crt: rispondono che il problema è degli enti. Vado all'Ufficio imposte: mi dicono che è meglio versare l'acconto '98 perché si rischia di entrare in un girone infernale di contenzioso tributario. Come si fa per fare il proprio dovere? Giovanni Sada - Torino E' amaro quello che racconta. La «scollatura» tra enti è sempre molto marcata. In ogni caso, le confermo che l'Inps ha operato le trattenute in modo tale che lei non è tenuto a fare il cumulo né tanto meno a versare gli acconti (spero che non lo abbia fatto). E gli enti che erogano la seconda pensione sono tenuti a fare le trattenute secondo le indicazioni dell'lnps che, nel gioco del Fisco, è quello che tiene il pallino e ha il comando. Hanno collaborato: LORENZO IORI MAURO SALVI A CURA DI GLAUCO MAGGI

Persone citate: Antonio Valcaccia, Balboni, Giovanni Sada, Lorenzo Iori, Ugo Apuzzo

Luoghi citati: Bra, Milano, Napoli, Torino