Ma pure al prudente incallito si può consigliare di cambiare

Ma pure al prudente incallito si può consigliare di cambiare Ma pure al prudente incallito si può consigliare di cambiare Parola d'ordine: tirare un sospiro di sollievo, complimentandosi con se stessi per lo scampato pericolo. Nella tipologia degli investimenti «senza rischio» rientrano tutte quelle forme che oggi danno un rendimento bassissimo (al limite nullo) ma che non sono esposte all'alea di un prezzo o che hanno una quotazione stabile e non soggetta a forti oscillazioni. IN BANCA Parliamo ovviamente dei c/c e dei libretti di risparmio bancari, di depositi postali nelle loro varie forme, di «pronti contro termine», Bot, titoli di Stato acquistati al di sotto del valore nominale, fondi comuni monetari e (seppur in mi¬ sura un po' inferiore) obbligazionari. Investimenti al riparo (con qualche eccezione, vedi articolo sopra) da gravi ripercussioni dovute alle turbolenze del mercato finanziario e quindi indifferenti all'orso in Borsa. STRUMENTI INNOVATIVI Ma rallegrarsi, e stare fermi, non conviene. Anche in questa situazione, come nelle altre, il corollario al consiglio è quello di riconsiderare l'investimento seguendo la parola d'ordine «diversificare». Chi vuole restare nella condizione di massima sicurezza può continuare con la stessa politica, affiancando agli strumenti tradizionali (c/c, posta) anche quelli innovativi (fondo obbligazionario o monetario), del cosiddetto risparmio gestito. PIANI D'ACCUMULO Chi vuole «osare» un po' di più può programmare una diversificazione più «spinta» prendendo in considerazione i cosiddetti «piani d'accumulo» in fondi comuni, cioè quei particolari modi di «investire a rate» che consentono di diversificare il rischio non solo «nello spazio» (cioè sottoscrivendo fondi che per loro natura, acquistando titoli diversi, differenziano l'investimento cogliendo varie opportunità), ma anche «nel tempo» (cioè sottoscrivendo importi periodici). Questa soluzione presuppone di poter prevedere una costante capacità di entrate da lavoro e di accettare una logica di lungo periodo. A breve, si può invece optare per i conto-fondi (conti correnti collegati a fondi monetari). TASSO VARIABILE... Chi possiede solo titoli a tasso variabile farebbe bene a destinare parte del capitale al tasso fisso, in previsione di una riduzione dei tassi che è molto probabile nei prossimi mesi. Soprattutto considerando la necessità, da parte di tutti gli Stati, di rianimare l'economia e creare le premesse per un rilancio di produzione e occupazione, che passa anche attraverso una riduzione dei costi finanziari. ...E FISSO Chi possiede solo titoli a tasso fisso dovrebbe «modulare» l'impegno su una scala di scadenze, diversificando tra breve termine (Bot e Btp con durata massima 2 anni), medio termine (3-5 anni) e lungo termine ( 1 Oaimi). Non del tutto consigliabile, per un risparmiatore, la scadenza lunghissima del Btp trentennale che espone a notevoli rischi futuri (in caso di rialzo dei tassi).