Ma come si balla male in tv di Sergio Trombetta

Ma come si balla male in tv Ma come si balla male in tv ||j§|||||è ASTA seguire qualche ora la tv S 1||§ per scoprire che ('immagine della Wm®» ballerina o del danzatore mo^i^^P derno, sono fra le più usate Pillili^ negli spot pubblicitari. Per esem- ' pio: c'euna si- .. ' ' gnonna in tutuescarpet tea punta impegna- ,,- ta in un interminabile .,-,/■■ ' jeté, mentre il video si allunga all'infi- , - nito, nel recente spot della Rai. Quasi con¬ temporaneamente può capitare di vedere le evoluzioni al rallentatore di Daniel Ezralow e compagni nella pubblicità della Ariston. Se i santoni dell'advertising scelgono così spesso il corpo danzante per i loro messaggi sapranno bene quel che fanno. Ma quel che piace ai pubblicitari non piace ai programmisti: «C'è sempre meno danza in televisione e sempre più brutta» lamenta Vittoria Ottolenghi, che 21 anni fa J . ha inventato «Maratona d'estate», ai tempi un imperdibile cult della danza in tv, i / e più recentemente le grandi feste in piazza riprese da Raiuno: la prima, ormai miti- '',» ca, fu quella dalla Piazza dei Miracoli di Pisa. Anche questa estate «Maratona» non è "l**^mancata all'appuntamento. «Ma lo spazio è sempre più ridotto - dice la Ottolenghi - Abbiamo incominciato molti anni fa con mezz'ora al giorno per tutta l'estate e adesso ci restano - '< trequarti d'ora il sabato mattina alle dieci. Per carità, e lo spazio che le tv riservano a Muti, Abba- ' do o Bernstein, ma non e una consolazione». Ma che cosa resta da vedere della Maratona in questi giorni di fine estate? Due puntate. Sabato 12 andrà in onda uno special dedicato al meglio delle «feste d'estate», le grandi serate di danza organizzate ll iù bll i d'Itli di i i l sulle più belle piazze dItalia di cui si parlava prima. Sabato 19 settembre invece spetta a Ca- rolyn Carlson l'onoredi chiudere la rassegna. «Marato¬na» manderà in onda infatti una suite da «Underworld», spettacolo autobiografico che la Carlson allestì quando era alla direzione del Teatro e danza La Fenice di Venezia. Proiezione di buon auspicio, visto che la Carlson torna a Venezia come direttrice della sezione danza della Biennale. Ma, «Maratona» a parte, è anche la danza dei va- rietà televisivi che ha visto la propria qua lità scendere in pie chiata: «Sono fi lora c to i tempi di Gino Landi o Franco Miseria - ricorda ancora Vittoria Ottolenghi -. Allora ci sembravano cosa da nulla, ma a rivederle adesso, per la bravura dei ballerini, la ricchezza dei costumi, l'energia della danza, erano roba degna di Broadway. Ma è in generale il varietà televisivo che è scaduto come genere, trascinando con sé nella caduta anche la danza. Che cosa resta? Degli stacchetti di pochi secondi dove quello che conta sono i centimetri quadrati di cosce nude delle ballerine. E i coreografi di adesso non sono altro che dei "passettari"». [Sergio Trombetta] Spazi ridotti come per Muti, Abbado o Bernstein, «ma non è una consolazione». Nei varietà precipita la qualittà «Sono finiti i tempi di Landi o Miseria. Allora ci sembravano cosa da nulla, ma a rivederle adesso, per bravura, ricchezza, energia, erano roba degna di Broadway» Carolyn Carlson Carolyn Carlson Carolyn Carlson Ma come si balla male in tvSpazi ridotti come per Muti, Abbado o Bernstein, «ma non è una consolazione». Nei varietà precipita la qualittà ||j§|||||è ASTA seguire qualche ora la tv S 1||§ per scoprire che ('immagine della Wm®» ballerina o del danzatore mo^i^^P derno, sono fra le più usate Pillili^ negli spot pubblicitari. Per esem- ' pio: c'euna si- .. ' ' gnonna in «Sono finiti i tempi di Landi o Miseria. Allora ci sembravano cosa da nulla, ma a rivederle adesso, per bravura, ricchezza, energia, erano roba degna di Broadway» Le Kessler Alice e Hellen impersonano la danza tv del post-mutandoni neri de. Rivelazione col «Dada Umpa», colonne portanti dei vari «Studio uno». tutuescarpet tea punta impegna- ,,- ta in un interminabile .,-,/■■ ' jeté, mentre il video si allunga all'infi- , - nito, nel recente spot della Rai. Quasi con¬ temporaneamente può capitare di vedere le evoluzioni al rallentatore di Daniel Ezralow e compagni nella pubblicità della Ariston. Se i santoni dell'advertising scelgono così spesso il corpo danzante per i loro messaggi sapranno bene quel che fanno. Ma quel che piace ai pubblicitari non piace ai programmisti: «C'è sempre meno danza in televisione e sempre più brutta» lamenta Vittoria Ottolenghi, che 21 anni fa J . ha inventato «Maratona d'estate», ai tempi un imperdibile cult della danza in tv, i / e più recentemente le grandi feste in piazza riprese da Raiuno: la prima, ormai miti- '',» ca, fu quella dalla Piazza dei Miracoli di Pisa. Anche questa estate «Maratona» non è "l**^mancata all'appuntamento. «Ma lo spazio è sempre più ridotto - dice la Ottolenghi - Abbiamo incominciato molti anni fa con mezz'ora al giorno per tutta l'estate e adesso ci restano - '< trequarti d'ora il sabato mattina alle dieci. Per carità, e lo spazio che le tv riservano a Muti, Abba- ' do o Bernstein, ma non e una consolazione». Ma che cosa resta da vedere della Maratona in questi giorni di fine estate? Due puntate. Sabato 12 andrà in onda uno special dedicato al meglio delle «feste d'estate», le grandi serate di danza organizzate sulle più belle piazze d'Italia di cui si parlava prima. Sabato 19 settembre invece spetta a Ca- I rolyn Carlson l'onoredi chiudere la rassegna. «Marato¬ na» manderà in onda infatti una suite da «Underworld», spettacolo autobiografico che la Carlson allestì quando era alla direzione del Teatro e danza La Fenice di Venezia. Proiezione di buon auspicio, visto che la Carlson torna a Venezia come direttrice della sezione danza della Biennale. Ma, «Maratona» a parte, è anche la danza dei va- La Carré Prototipo dell'evergreen e del motto «chi non muore si ricicla», lascia un segno nella telestoria con il «Tuca Tuca». Abbandona all'età giusta la danza. LONTANO NEL TEMPO Delia Scala Romana, studi oi danza classica, è la prima soubrette della rivista prestata alla tv dove debutta nella mitica Canzonissima del '59 insieme a Panelli e Manfredi. Don Lurio Americano, arriva in tv nei 1961 a ^Giardino d'inverno». Fa ballare anche Mina, ma non è mai riuscito a conquistare una passabile pronuncia italiana. Oriella Dorella Raro caso di ballerina classica prestata alla tv dove arriva neH'81 e ha successo per la sua classe, le sue innate doti di simpatia e due splendidi occhi/fanali. Heather Parisi Arriva dall'America in Italia nel 78 con alle spalle serissimi studi di danza classica. E'stata l'ultima a mettere in sieme bravura e personalità rietà televisivi che ha visto la propria qua lità scendere in pie chiata: «Sono fi i tempi di Gino Landi o Franco Miseria - ricorda ancora Vittoria Ottolenghi -. Allora ci sembravano cosa da nulla, ma a rivederle adesso, per la bravura dei ballerini, la ricchezza dei costumi, l'energia della danza, erano roba degna di Broadway. Ma è in generale il varietà televisivo che è scaduto come genere, trascinando con sé nella caduta anche la danza. Che cosa resta? Degli stacchetti di pochi secondi dove quello che conta sono i centimetri quadrati di cosce nude delle ballerine. E i coreografi di adesso non sono altro che dei "passettari"». [Sergio Trombetta]