SOGNI D'ORIENTE a Stupinigi

SOGNI D'ORIENTE a Stupinigi SOGNI D'ORIENTE a Stupinigi CBf ERA una volta l'Orien" te, così lontano dalla nostra Europa occidentale da essere definito estremo, per antonomasia. Poi la rapidità dei mezzi di trasporto, gli intensi scambi commerciali e anche il turismo di massa hanno ridotto e quasi annullato le distanze tra quel Far East e l'Occidente. Ancora cinquant'anni fa, invece, la Cina, il Giappone, l'India e persino i più vicini Egitto e Palestina erano territori avvolti da una misteriosa, affascinante diversità. Forse per questo gli usi e i costumi di quei popoli «esotici» avevano in passato morbosamente attratto gli artisti europei, a cominciare da Delacroix fino a Gauguin e Matisse. Anche in Italia, nei cent'anni compresi tra 1830 e 1940, molti pittori cercarono nuovi motivi d'ispirazione in un Oriente che il più delle volte era Tunisia o Marocco, di fatto Occidente. Un centinaio di questi «Orientalisti italiani», il cui valore è stato a lungo misconosciuto, si propone di far conoscere al grande pubblico la mostra allestita nelle Citroniere della Palazzina di Caccia di Stupinigi dal 13 settembre al 6 gennaio, per iniziativa deU'Ordine Mauriziano e del Comune di Torino, a cura di Rossana Bossaglia. La rassegna presenta oltre 200 tra sculture, dipinti e oggetti di arredamento, suddivisi in quattro sezioni. La prima, intitolata «Romanticismo: il sogno di terre lontane», comprende dipinti realizzati tra il 1830 e il 1850 da artisti come Francesco Hayez, Giovanni Carnovali detto il Piccio, e lo statista-pittore Massimo d'Azeglio. In molte opere, quali «I profughi di Parga che abbandonano le loro terre» di Hayez, gli eventi storici descritti diventano pretesto allusivo agli ideali risorgimentali e patriottici. Seguendo un percorso rigorosamente diacronico si giunge poi alla seconda sezione dedicata al «Verismo: l'Oriente dei viaggiatori». Qui troviamo Lorenzo Delleani, Domenico Morelli, Alberto Pasini, accomunati da uno stile realista, analiticamente descrittivo di ambienti e scene di vita quotidiana di Paesi del nord Africa, visitati di persona e non più soltanto sognati con la fantasia. Decisamente onirica è invece l'interpretazione data dai «Simbolisti» riuniti nella terza sezione: «L'esotico come modello di costume e di comportamento». Con qualche forzatura, sono inseriti in quest'ambito il neoromantico Fontanesi, il divisionista Previati, Chini già liberty. L'ultima parte presenta lavori inneggianti a «Tripoli bel suol d'amore», «Faccetta nera bell'abissina» e ad altri esotismi colonialisti d'epoca fascista, tra cui spicca la «Battaglia di Tripoli» dipinta nel 1912 da Filippo Tommaso Marinetti, il teorico del Futurismo. Nell'insieme una mostra improntata ad una «revisione storiografica» che sostiene la rivalutazione di artisti per molto tempo considerati minori o sprezzantemente definiti pompieristi. Guido Curio Nelle foto: «Donne alla finestra dell'harem» di Francesco Hayez e (in alto) «Harem» di Fabio Fabbi SOGNI D'ORIENTE a Stupinigi

Luoghi citati: Cina, Comune Di Torino, Egitto, Europa, Giappone, India, Italia, Marocco, Palestina, Tunisia