IN RICORDO DI DON BOSCO di Maria Teresa Martinengo
IN RICORDO DI DON BOSCO IN RICORDO DI DON BOSCO Tre giorni di appuntamenti da venerdì a Castelnuovo SONO trascorsi cento anni dalla realizzazione del primo monumento dedicato a don Bosco, il primo in assoluto nella storia del santo dei giovani: eretto a Castelnuovo, in provincia di Asti, dove Giovanni Bosco nacque il 15 agosto del 1816. Il monumento di Valdocco è infatti opera più tarda, degli Anni 20. Spiega il sindaco di Castelnuovo Don Bosco, Giorgio Musso: «Il monumento fu innalzato nel 1898, dieci anni dopo la morte di don Bosco, con grande partecipazione di fedeli e pellegrini e alla presenza dell'arcivescovo di Torino, il cardinale Agostino Richelmy». Si trattò di festeggiamenti memorabili. «La statua - aggiunge Musso - è opera dallo scultore piemontese Stuardi e fu scolpita in un blocco di marmo di Carrara. Per l'importante occasione fu costituito un comitato presieduto dal sindaco Aventino Musso ed alla realizzazione parteciparono numerosi benefattori, soprattutto di Castelnuovo e oriundi». Oggi la statua è stata restaurata così come la piazza dove è collocata. Ed è proprio accanto al monumento che sono previsti i festeggiamenti per ricordare l'omaggio che il paese volle dedicare anni fa al suo illustre cittadino don Bosco. Il programma è fitto di appuntamenti. Venerdì 11 alle ore ' 21 alcuni gruppi giovanili presenteranno musiche e spettacoli. Sabato 12, ancora alle 21, prenderà il via una serata dedicata a don Bosco con una tradizionale veglia salesiana alla quale è prevista la partecipazione di migliaia di giovani provenienti non solo dalle province di Asti e Torino, ma da tutto il Piemonte. Saranno proposti giochi, spettacoli, e divertimenti. A conclusione della serata, preghiera comunitaria di tutti i partecipanti. La mattina di domenica 13 sarà la volta della commemorazione ufficiale il cui momento centrale sarà la messa presieduta da don Lue Van Loy, il sacerdote olandese vicario del rettor maggiore della Congre¬ gazione salesiana e delegato mondiale per i giovani. Nel pomeriggio la banda di Castelnuovo Don Bosco, tanto cara alla tradizione salesiana, concluderà le celebrazioni con un concerto. «Sarà un'occasione per festeggiare un simbolo storico del Piemonte - spiega il sindaco - ma anche un momento per avvicinare i giovani ai senso religioso ed alla missione di don Bosco a favore dei poveri e dei ragazzi di tutto il mondo». Un impegno che il santo sviluppò appieno nella Torino della "rivoluzione industriale", quando ragazzi soli e famiglie bisognose arrivano in città dalle valli piemontesi e dalla Bassa Lombardia. E le periferie, specialmente Borgo Dora e Borgo Valdocco cominciavano a diventare, è stato detto, "cinture nere", dove scoppiava il colera ogni due o tre anni. E' in quell'ambiente che don Bosco incontra i giovani di cui si occuperà per tutta la vita e per i quali fonderà la sua opera. Nei suoi quaderni di Memorie, il santo ricorda che i primi gruppi di ragazzi che aveva potuto avvicinare erano «scalpellini, muratori, stuccatori, selciatori, quadratoli e altri che venivano da lontani paesi». Erano figli di famiglie disagiate, sovente disoccupate, alla ricerca di un mestiere qualunque pur di campare. Erano i primi prodotti dell'affollamento degli immigrati nelle "cinture nere" che da allora avrebbero circondato la città. Maria Teresa Martinengo La Basilica di Castelnuovo in un dipinto
Persone citate: Agostino Richelmy, Giorgio Musso, Giovanni Bosco, Lue Van Loy, Stuardi
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