RITORNO A BORGATA ROSA
RITORNO A BORGATA ROSA della Memoria RITORNO A BORGATA ROSA Quei tempi lontani tra Po e collina rivivono in tre giornate di festa TRE giorni di festa (11, 12 e 13 settembre), nella vecchia Borgata Rosa, un grappolo di case di contadini e operai, stretta fra il Po, i vasti prati e pioppeti del Meisino, e la collina che sale a Superga. La borgata - scrive Giovanni Roggero promotore dell'iniziativa ritorna dal passato con piccole foto, consunte e sbiadite, gelosamente conservate in vecchi cassetti dai molti che vi hanno vissuto, e che portano ancora nel cuore quei luoghi e quei tempi. Poche povere case oltre la cinta daziaria, sulla via di Casale, dove arrancavano carri a cavalli ed un trenino che trasportava in città i contadini di Gassino e San Mauro, con i loro prodotti. Borgata Rosa è spesso confusa con Sassi, che è molto più grande e ricca, ma in realtà è una borgata autonoma, con sue precise peculiarità, fra tutte, quella che quasi tutti gli uomini abbinano al lavoro di fabbrica quello negli orti e nei campi, che aiuta non poco a sbarcare il lunario. Operai e contadini dunque, abituati a vite difficili e dure, ma anche a vivere in un luogo d'incanto: la collina alle spalle coperta di boschi, e davanti la verde distesa del Meisino coi campi coltivati che giungevano fino al Po, dove l'acqua era trasparente e le sponde incontaminate e libere, coi ragazzi che passavano le estati fra giochi e bagni. Chi ha vissuto in Borgata Rosa fin verso la metà degli Anni 60, s'è portato dietro il rimpianto di una libertà del vivere che con gli anni s'è persa, anche se lo sviluppo edilizio è stato contenuto, e non ha compromesso in modo irreparabile il Meisino, e anche se la realizzazione del parco procede troppo lentamente. Basta alzare gli oc- chi al cielo e guardare l'imponente volo dell'airone, o il volo planato e circolare del nibbio bruno, quello veloce del cormorano e del germano, l'elegante tuffo dello svasso, e la garzetta che fruga nel fango del fiume, per capire come un simile luogo si stampi indelebile nel cuore. Una ricerca paziente ha riaperto i cassetti e i ricordi di molte famighe; l'idea è stata di Giovanni Roggero, commerciante e figlio di commercianti in borgata (gestiva il vecchio negozio di alimentari in corso Casale 403, ora sparito), che ha riscoperto il «libro nero», su cui la mamma segnava la spesa a prestito, in tempi in cui solo a fine mese, e non sempre, si poteva saldare il conto. «Decine e decine di piccole fotografie ingiallite dal tempo, case, volti di bambini e di vecchi, cerimonie ora tristi ora liete, sono state messe a disposizione dei residenti per una mostra che guarda al passato della borgata, per dar più fiducia al futuro, mentre è stato anche realizzato un opuscolo col materiale fotografico esposto. Sarà anche l'occasione, per chi da Borgata Rosa si è allontanato, di fare ritorno per rivedere i luoghi dell'infanzia e gioventù, e magari incontrare i compagni di giochi e di scuola di im tempo con tanto di figli, nipoti, pronipoti». La mostra è aperta dall'11 al 13 settembre, in strada del Meisino 21, nella Chiesa di Gesù Maestro. I piccoli festeggiamenti prevedono anche: venerdì 11 canti popolari e di montagna con l'Ana di Sassi, e il coro Baita Caviet dell'Ana di Leinì. Sabato alle 15,30 banco di beneficenza e caccia al tesoro organizzata dagli scouts. Domenica alle 11 Messa con il vescovo Micchiardi e alle 15,30 spettacolo musicale. a cura di Renato Scagliola
Persone citate: Gassino, Giovanni Roggero, Micchiardi, Renato Scagliola
Luoghi citati: San Mauro
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