Invenzione contesa

Invenzione contesa DI CHI LA PRIORITÀ1 Invenzione contesa La lunga strada che ha portato a realizzare il motore elettrico a induzione da Faraday a Pacinotti a Ferraris, finché Tesla se ne appropriò bìvi iettandolo EBBENE il suo contributo sia stato fondamentale, Galileo Ferraris non fu il primo studiare i motori elettrici. Già nel 1821 Michael Faraday capì e dimostrò l'induzione elettromagnetica (il principio che sta alla base di mi possibile motore elettrico) e cioè: un campo magnetico può essere generato da un conduttore percorso da corrente elettrica o, viceversa, la corrente elettrica può venir prodotta da un campo magnetico tagliato da un conduttore. Ma queste conoscenze non furono sufficienti a Faraday. In quegli anni i fenomeni elettrici erano indagati a fondo, ma produrre, trasportare e conservare i energia elettrica rimaneva 1 un problema tecnologicamente irrisolto. L'elettricità rimase nei laboratori e le industrie continuarono a funzionare a vapore. Quarantanni dopo Faraday, un notevole contributo allo sviluppo dei motori elettrici venne dall'italiano Antonio Pacinotti che, tra il 1860 e il 1864, ideò una macchina circolare costituita da una ciambella di materiale ferromagnetico e avviluppata da una spirale di filo di rame (l'anello di Pacinotti). All'mterno dell'anello, montato su di un albero, stava un secondo anello formato da lamelle di rame e libero di ruotare. Azionando con una manovella l'anello interno si otteneva la produzione di energia elettrica (la dinamo della bicicletta). Se invece si inviava corrente al filo che avvolgeva la ciambella, l'anello interno ruotava e il toroide di Pacinotti diventava un motore elettrico. Ma il tutto era ancora troppo complicato per pensare ad applicazioni pratiche e quotidiane. E, soprattutto, restava il problema de trasporto su lunghe di stanze dell'energia elettrica e della sua distribuzione capillare. In particolare scienziati e tecnici erano divisi in due fazioni, tra chi sosteneva la corrente elettrica continua e chi prediligeva la corrente alternata. La disputa venne risolta nel 1891, quando Nikola Tesla, ex assistente di Thomas Alva Edison, dopo aver realizzato il primo trasformatore, costruì alle cascate del Niagara la prima centrale idroelettrica, dimostrando «sul campo» la validità della corrente alternata. L'attività di Tesla si incrociò con quella di Ferraris quando entrambi ghmsero a realizzare un motore elettrico. Ufficialmente ciascuno per suo conto, anche se tuttora c'è il dubbio che Tesla abbia «copiato», approfittando del fatto che Ferraris era ben contento di spiegare a chiunque la sua trovata, senza tutelarsi con un brevetto. Si trattava di un motore a campo magnetico rotante, ottenuto grazie a due avvolgimenti posti ortogonalmente l'uno all'altro (una disposizione che, pare, Ferraris ideò in analogia con le colonne' dei pòrtici di' via Cer1naia, nel centro di Torino, dove era solito passeggiare), e percorsi da corrente alternata. Al centro un semplice cilindro di rame, che ruotava sotto l'influsso del campo magnetico. Dopo tanto affanno, una soluzione semplice ed efficiente, robusta e facile da costruire (il 70% dei motori elettrici attualmente impiegati nel mondo sono di questo tipo) e, soprattutto, funzionante a corrente alternata. In più, se si aggiunge il fatto che Ferraris realizzò esperimenti di sticcesso sul trasporto dell'elettricità a grande distanza, ecco chiudersi il cerchio: la tecnologia è matura, le case di tutto il mondo sono pronte per la rivoluzione elettrica, [a.v.]

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