Melatonina al mercato?

Melatonina al mercato? UN ORMONE DA USARE CON CAUTELA Melatonina al mercato? Con pericolose controindicazioni (giornali e le tv che parlano di doping non sembrano discriminare tra l'uso di integratori alimentari, come per esempio gli amminoacidi ramificati e gli integratori salini, e quello di ormoni anabolizzanti o dell'eritropoietina, comunemente abbreviata in Epo. La differenza invece esiste ed è fondamentale. Un integratore alimentare può fornire direttamente un apporto energetico o facilitare la conversione degli alimenti in energia, oppure stimolare il recupero e/o l'irrobustimento dei muscoli in modo fisiologico. Altra cosa sono gli ormoni che, in genere, vanno invece a modulare l'espressione del patrimonio genetico delle cellule, e questo sempre con effetti collaterali negativi. Poco prima che si manifestassero le recenti velleità moralizzatrici nello sport, un ormone, la melatonina, da potenziale farmaco è stato degradato a integratore alimentare. Se si pensa che solo un paio d'anni fa era praticamente impossibile trovare la melatonina anche in farmacia, questa decisione rivela un preoccupante stato confusionale delle autorità italiane. Bisogna ricordare che la melatonina non è un alimento ma, appunto, un ormone, né più né meno del testosterone, degli estrogeni o dell'ormone della crescita. La melatonina, chimicamente N-acetil-5-metossitriptamina, viene sintetizzata principalmente nella ghiandola pineale e agisce a distanza su proteine bersaglio specifiche (recettori), l'attivazione delle quali modula l'espressione genica attraverso un complesso sistema di messaggeri intracellulari: dunque non potrebbe né dovrebbe essere venduta senza ricetta medica. Se è vero che la melatonina può essere di giovamento in alcuni tipi di insonnia, è altrettanto vero che il suo ef¬ fetto è spesso solo temporaneo e può nascondere, a lungo termine, sgradite sorprese. Essendo un ormone, agisce ovunque esistano i suoi recettori specifici. Ora, i recettori della melatonina sono diffusi in vari organi e tipi cellulari. Nel cervello sembrano facilitare l'induzione del sonno assieme ad altri effetti non ancora completamente chiari. Per esempio ci sono alcune evidenze cliniche in soggetti predisposti che la melatonina possa scatenare crisi convulsive. In periferia, poi, la situazione è ancora più complessa. Esistono recettori sui vasi sanguigni, nei reni, nella retina, sui globuli bianchi del sangue e delle ghiandole linfatiche, nell'intestino crasso. L'attivazione di tutti questi recettori è inevitabile dopo aver assunto una capsula di melatonina. Alle dosi comunemente presenti nelle varie confezioni di melatonina (da 1 a 3 milligrammi) la concentrazione dell'ormone nel sangue supera di mille volte quella della più alta concentrazione fisiologica. Che cosa succeda a lungo termine stimolando cronicamente e così massicciamente tutti i recettori della melatonina non è noto. Esistono però alcune osservazioni che invitano alla cautela. A livello del sistema immunitario, per esempio, la melatonina si lega a recettori specifici presenti sui linfociti T e sui monociti. L'effetto si traduce poi a livello del nucleo con la sintesi e secrezione di citochine come l'interleukina-1, l'interleukina2, l'interleukina-6, il gamma-interferone, tutte sostanze a potente attività immunostimolante. Questa attività può esercitare effetti terapeutici quando sia necessario aumentare la reattività immunologica, ma nelle malattie a forte componente infiammatoria o a base autoimmunitaria, quando cioè il siste¬ ma immune sbaglia e attacca componenti del proprio organismo, sembra ovvio che l'assunzione di immunostimolanti sia controindicata e non solo a malattia conclamata. L'assunzione cronica di melatonina in presenza di una predisposizione a malattie infiammatorie e/o autoimmuni potrebbe promuovere la patologia. Esiste una serie di pubblicazioni che dimostrano, a livello sperimentale, come la melatonina possa influenzare negativamente l'artrite a base immunitaria. Ma altre patologie, più gravi dell'artrite reumatoide o dell'artrosi, potrebbero essere aggravate o addirittura scatenate dalla melatonina. Si tratta della sclerosi multipla e di alcune forme di leucemia. Anche in questo caso le prove sono a livello sperimentale ma a nessuno dovrebbe essere permesso ignorarle. Questo per quanto riguarda il sistema immune. In altri organi le prove sono molto più scarse, ma questo sia per gli eventuali effetti positivi che per quelli negativi. La melatonina potrebbe diventare un ottimo farmaco solo in condizioni particolari e in determinate patologie. Mancano però gli studi clinici. I pochi esistenti, portati avanti da pionieri della sperimentazione clinica come il dr. Lissoni di Monza, non sono riprodotti né estesi per la semplice ragione che la melatonina, non essendo brevettabile come molecola, non ha nessuna attrattiva per l'industria farmaceutica. Così succede che sia venduta alla stregua del prosciutto, mentre si alzano grida scandalizzate per lo sportivo che si ristora bevendo una soluzione di zucchero, vitamine e sali minerali. Georges Maestroni Center for Experimental Pathology, Locarno

Persone citate: Georges Maestroni, Lissoni, Locarno

Luoghi citati: Monza