Il motore ionico alla prova
Il motore ionico alla prova IN OTTOBRE Il motore ionico alla prova UN piccolo bagliore blu elettrico nel buio, una spinta di appena qualche decimo di grammo. Niente fiammate, nessuna accelerazione violenta. Guadagnando inizialmente solo alcuni millimetri al secondo, la sonda «Deep space-1» della Nasa, la cui partenza è in programma per la metà di ottobre, userà per la prima volta un motore a ioni per una rincorsa attraverso il sistema solare. «Deep space-1» è la prima missione del programma «Nuovo millennio», creato dall'ente spaziale statunitense per lo sviluppo di tecnologie innovative destinate alle applicazioni spaziali. La partenza è prevista tra poche settimane, quando sarà lanciata da Terra per mezzo di un comune razzo di media potenza che la inserirà in un'orbita indipendente attorno al Sole. Una volta terminata questa fase, toccherà al motore a ioni entrare in azione e spingerla gradualmente fino a sfiorare le sue due destinazioni: uno dei tanti asteroidi che si aggirano nel sistema solare e una cometa. Normalmente la propulsione spaziale viene ottenuta con motori a combustibile solido o liquido, tecnologia che permette di avere grandi spinte, capaci di portare in poco tempo un veicolo come lo Shuttle in orbita a velocità prossime ai 30.000 chilometri orari. Discorso diverso per la propulsione a ioni, un concetto attorno al quale si lavora da molto prima che i voli spaziali divenissero realtà, visto che lo ipotizzarono pionieri dell'astronautica come Tsiolkovsky e Goddard. In essa gli atomi di una determinata sostanza (nel caso della «Deep space-1» sarà usato lo xenio) vengono privati di un elettrone, caricandosi quindi positivamente e diventando, appunto, ioni. A questo punto vengono accelerati da un campo elettrostatico che li «spara» fuori dal motore. 11 concetto è sempre lo stesso: azione e reazione, con la navicella che viene spinta nella direzione opposta al getto di ioni. L'energia in gioco è però puramente elettrica, e deve essere presa dal Sole. Pei' questo motivo la sonda della Nasa, una volta nello spazio, aprirà due pannelli solari della lunghezza di cinque metri ciascuno attraverso i quali saranno generati oltre duemila watt di potenza. Questi pannelli non sono stati progettati di sana pianta, ma sono stati forniti dalla «Ballistic missile defense organization», la struttura di ricerca delle «guerre stellari» di reaganiana memoria. Quanto alla spinta che si otterrà, per ora non c'è paragone con la potenza dei comuni razzi. Bisogna infatti considerare che la massa espulsa dall'ugello è estremamente piccola rispetto a quella dei motori chimici, anche se viene accelerata a velocità molto maggiori (oltre centomila chilometri l'ora, contro i circa sedicimila dei normali propulsori). La bassa accelerazione comporterà una partenza lenta, a passo di lumaca. Pero il motore rimarrà in funzione per lungo tempo, continuando ad accelerare costantemente la sonda fino a farle raggiungere la velocità di 35.000 chilometri orari. Un motore a ioni identico a quello che della sonda è stato accuratamente sperimentato al Jet propulsion iaboratory di Pasadena. La prova - durata 330 giorni per 8000 ore di funzionamento - si è conclusa con pieno successo. Non è la prima volta che una sonda viene spinta da un motore a propulsione solare elettrica. A parte gli esperimenti a terra, ci sono state 11 missioni, dagli Anni 60 fino a oggi, nelle quali la massa ionizzata era formala di mercurio o cesio anziché xenio. «Deep space-1»,' però, sarà la prima sonda ad affidarsi esclusivamente al motore a ioni per una simile traversata fuori dall'orbita terrestre. Intanto continuano in diversi Paesi gli esperimenti su altre due forme di propulsione, sempre su base elettrica ma diverse da quella elettrostatica della «Deep space-1». In una di esse la massa da espellere viene accelerata da un arco elettrico, e su questa tecnologia, tra l'altro, stanno lavorando da anni anche in Italia, alla Bdp Difesa e Spazio» (FiatAvio) di Colleferro. Il terzo sistema è quello in cui sono forze elettromagnetiche a espellere materia trasformata in plasma. Americo Bonanni
Persone citate: Americo Bonanni, Goddard
Luoghi citati: Colleferro, Italia, Pasadena
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