Cacciatori di piante
Cacciatori di piante LA RICERCA DI NUOVE SPECIE Cacciatori di piante Dai Romani ai botanici inglesi LA «caccia» allo piante, cioè la ricerca di nuove specie, ha avuto una notevole espansione a partire dal sedicesimo secolo in coincidenza con l'introduzione della «nomenclatura binomia» ideata dal biologo Linneo. Questa consenti di riordinare con un unico criterio le continaia di specie conosciute e quelle di nuova denominazione. Già nell'antichità la passione per la botanica aveva molti proseliti. Dalla regina egiziana Hatshepsut che intorno al 1480 a.C. organizzò torse la prima spedizione botanica alla ricerca della pianta per ricavare l'incenso (la Boswelìia), fino ai Romani i quali, grazie ai lontani e vasti territori conquistati, scoprirono numerose piante, e non solo del tipo «utile» (castagni, fichi ecc.), ma anche specie prettamente ornamentali come le roso e lo peonie. Le campagne militari romane contribuirono così alla diffusione di piante esotiche, non solo in Italia ma in buona parte dell'Europa. In seguito nel Vecchio Continente la ricerca botanica seguì la stessa sorte delle altre espressioni scientifiche e culturali, rallentando l'evoluzione durante il «buio» Medioevo e riprendendola con il Rinascimento. Fu nei secoli XVII e XVIII che esplose, soprattutto in Inghilterra, l'entusiasmo e l'attenzione por la coltivazione di piante importato da Paesi lontani. Occorreva quindi organizzare spedizioni verso l'Oriente e l'Occidente per reperire specie nuove, non solo per il loro valore economico od ornamentale ma anche per amore dell'indagine scientifica. Inizio cosi l'epoca d'oro dei «cacciatori» di piante. Quasi tutti incontrarono non poche difficoltà durante i loro viaggi, sia per le restrizioni imposto da alcuni governi (in Giappone ed in Cina), sia per le varie guerre in corso; ma anche per le condizioni particolarmente scomode dei trasporti dell'epoca ed in generale per tutti i disagi ed i pericoli che potevano presentarsi in zone per lo più accidentate o inesplorate. Forse il problema più delicato di tutta l'operazione di caccia era rappresentato dal trasporto delle piante e dei semi. Non era infatti sufficiente avere fiuto e coraggio per cercare le nuove essenze, una volta trovate occorreva farle arrivare vivo e vegete a destinazione, e con la lentezza delle comunicazioni dell'epoca le probabilità erano piuttosto scarso. Oltre agli inconvenienti che si presentavano durante il viaggio (ad esempio l'acqua salmastra sulle navi o la mancanza di luce) c'era anche da considerare il trauma che le piante subivano per la diversità del clima rispetto alla terra di origino. II problema del trasporto fu risolto da Nathaniel Ward che nel 1834 ideò un sistema per garantire luce ed umidità alle piante durante il viaggio; questo venivano inserito in recipienti di vetro ben sigillati dove la condensa che si formava all'interno dava un'umidità sufficiente. Tra i principali cacciatori di piante vissuti tra il '700 e l'inizio dell'800 ricordiamo John Bartram e David Douglas, che esplorarono il Nord America, e P. Commerson che compì una circumnavigazione approdando in vari Paesi (Brasile, Tahiti, Madagascar) e scoprendo migliaia di nuove piante. Anche Linneo contribuì a reperire nuovo specie con alcuni viaggi noi Nord Europa. Un cenno a parte merita Sir Joseph Banks (1743-1820) il quale, oltre a numerosi viaggi alla ricerca di piante, fu anche un instancabile collezionista nonché mecenate e abile istruttore di esploratori botanici. Con il suo lavoro gettò le basi per quello che sarebbe diventato il più grande orto botanico del mondo: il giardino di Kew a Londra. Mario Vietti Dall'Oriente giunsero in Europa castagni e fichi ma anche rose e peonie Infiorescenze (j) Riccio
Persone citate: David Douglas, Joseph Banks, Linneo, Mario Vietti, Nathaniel Ward, Riccio
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