Le Alpi senza ghiacciai

Le Alpi senza ghiacciai CLIMATOLOGIA Le Alpi senza ghiacciai L'effetto serra cambia il paesaggio estivo DA circa un trentennio stiamo assistendo a continue anomalie nell'andamento delle stagioni. Le osservazioni e le analisi, effettuate con metodi scientifici negli ultimi 200 anni, dimostrano che queste anomalie si sono spesso verificate: abbondanti nevicate, nubifragi, siccità. Questi episodi hanno avuto quasi sempre una caraueristicc. episodica ma non si sono mai presentati a scadenza così ravvicinata come avviene da qualche tempo a questa parte. La crescita della popolazione mondiale e le conseguenti maggiori richieste di energia, cibo ed acqua, suggeriscono che le attività umane siano la causa specifica che sta alterando l'atmosfera della Terra. Buco d'ozono, effetto serra ed incremento del riscaldamento globale sono i fenomeni ormai quasi scientificamente accertati che intervengono direttamente quali elementi di rottura nell'equilibrio idrogeologico. Tra gli ambienti particolarmente vulnerabili, le montagne sono le aree più minacciate dal cambiamento climatico, le cui ripercussioni si stanno già facendo risentire a lunga scadenza. Tra queste, come ricorda Augusto Biancotti, direttore del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Torino e «past president» del Comitato Glaciologico italiano: 1) riduzione delle precipitazioni nevose con impoverimento di bacini glaciali; 2) eccessivo innalzamento delle temperature con ritiro delle masse glaciali; 3) aumento della franosità ed erosione dei pendii montani con facilità d'inondazioni; 4) caduta di piogge acide sotto forma di acido solforico o nitrico a causa degli inquinanti emessi da autoveicoli e centrali a carbone o gasolio con considerevoli deperimenti forestali; 5) conseguen¬ ze economiche per minor afflusso idrico ai bacini artificiali delle centrali elettriche; 6) conseguenze turistiche con riduzione di superfici sciabili durante il periodo estivo; 7) e ancora lo squilibrio conseguente al ritiro delle masse glaciali provoca crolli improvvisi di fronti pericolosi per alpinisti ed escursionisti. Di fronte a questa situazione non può destare meraviglia se, ora come nel passato, molte istituzioni di studiosi e scienziati sentano la necessità di incontri a livello nazionale ed internazionale per favorire il confronto e lo scambio di problematiche e metodiche più ampie e diversificate. Il trasferimento dei risultati scientifici di questi incontri agli enti amministrativi pubblici, potrà forse migliorare in parte la situazione. Già 48 anni fa, precisamente nel lontano 1950, Mario Brossolasco, dell'Università di Genova, di sua iniziativa dava inizio a un Congresso internazionale che si proponeva lo studio della meteorologia applicata al particolare ambiente montano. Da allora, con una cadenza biennale, si è rinnovata e consolidata questa iniziativa che, svoltasi nelle più svariate località alpine, ha raccolto gli esperti più autorevoli in questa materia, quali rappresentanti di molti Paesi. Ne scaturì già allora un'autorevole constatazione del considerevole valore che la meteorologia riveste nell'ambiente montano, relativamente ai problemi legati ai più vari campi in cui interviene: turismo, approvvigionamento idrico, industrie idroelettriche, attività sportiva, trasporti, idraulica, agricoltura e conservazione del suolo. In quest'ottica la Regione Piemonte, settore Direzione dei Servizi Tecnici di prevenzione e settore Meteoi- drografico, si è assunta il compito di organizzare il 25° Congresso di meteorologia alpina a Torino. La scelta di Torino riveste un particolare significato per la candidatura quale sede dei Giochi Olimpici invernali del 2006, la cui designazione avverrà nel prossimo anno. Sede dell'incontro sarà il Centro Congressi del Lingotto, in via Nizza. Sono in programma anche visite a Pallanza, all'Istituto di Idrobiologia del Cnr, ed escursioni agli impianti dell'Enel in Val Formazza e al ghiacciaio del Sabbione. Tra i temi che compaiono nell'agenda dei lavori congressuali, segnaliamo il 15 settembre analisi e previsioni meteo in montagna; climatologia alpina; il 17 nivologia, glaciologia, biometeorologia, idrobiologia e inquinamento in ambiente alpino; il 18 rischio idrometeorologico ed economia in ambiente alpino; il 19 settembre è prevista l'escursione in Val Formazza. • Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere al numero telefonico 011-3168203. Giorgio Minetti Preoccupazioni per l'ambiente e per la produzione di energia Dal 14 settembre a Torino ne discuteranno numerosi specialisti Mai come quest'anno le Alpi hanno presentato un vistoso arretramento dei loro ghiacciai, con importanti conseguenze per l'ambiente, la produzione di energia elettrica e rischi per gli escursionisti Molti climatologi collegano questo fenomeno all'effetto serra antropico

Persone citate: Augusto Biancotti, Giorgio Minetti, Mario Brossolasco

Luoghi citati: Formazza, Genova, Pallanza, Piemonte, Torino