SE LA CHIESA FA SPETTACOLO di Franco Garelli

SE LA CHIESA FA SPETTACOLO SE LA CHIESA FA SPETTACOLO LA CHIESA POSTMODERNA Filippo Gentiloni Donzelli pp. 96 L. 15.000 A qualche anno a questa parte non c'è telegiornale o quotidiano che non contenga una notizia religiosa, che non parli della salute o dei viaggi del Papa. La religione torna alla ribalta della scena pubblica, dopo essere stata a lungo ai margini, perlopiù confinata nella sfera privata. Da noi 0 fenomeno è assai evidente, per un cattolicesimo incentrato su un Papa che ama le folle. Ma anche «altrove» la religione fa notizia, per il prestigio di cui gode 0 Dalai Lama, per le masse islamiche in preghiera (per non citare i movimenti fondamentalisti), per la voglia di buddismo che contagia l'Occidente. Sono in particolare le religioni ufficiali a recitare un nuovo copione. Le attuali vicende del cattolicesimo sono emblematiche di questa svolta culturale. La religione in prima pagina riflette anzitutto una Chiesa che si è attrezzata per far fronte alla diffusa domanda di senso che attraversa la flette anzitutto una Chiesa che si èdomanda di senso che attraversa la post-modernità. Ciò in quanto la Chiesa ha profondamente ampliato nel tempo il suo linguaggio. Ieri si serviva del canto gregoriano, del richiamo dei monasteri, delle imprese dei santi sociali; oggi calca le scene della Tv, invita personaggi rock ai suoi raduni, fa largo uso di happening, concerti, raduni di massa. Anche il puntare sui giovani rientra in questa nuova strategia comunicativa. La carta dei giovani è vincente in una società malata di giovanilismo. Il simbolo di questo modello comunicativo è sempre lui, quel Papa Wojtyla che riesce a «incontrare» le masse anche se appesantito dall'età avanzata e dalle fatiche apostoliche. Qual è il senso della spettacolarizzazione del messaggio religioso? Quali problemi e rischi sono sottesi all'attuale successo comunicativo della Chiesa? Il messaggio religioso si sta contaminando? Questi interrogativi, come la precedente analisi, costituiscono il fulcro dell'intenso pamphlet La Chiesa post-moderna con cui Filippo Gentiloni affronta il tema del futuro della fede nella modernità avanzata. Editorialista del manifesto, collaboratore di riviste cattoliche progressiste, Gentiloni è da tempo uno degli osservatori più acuti del fenomeno religioso contemporaneo. Proprio l'aver partecipato a varie stagioni ecclesiali gli offre la possibilità di operare un consuntivo non convenzionale della situazione della fede alle soglie del Terzo Millennio. I meriti del cattolicesimo in questa nuova stagione sono indubbi. Anzitutto esso è stato in grado di addomesticare la modernità, ritrovando nelle attuali condizioni di vita adeguati spazi per riproporre il messaggio religioso. Inoltre il cattolicesimo è stato abile nel differenziare le proposte, moltiplicando le corde e i messaggi per parlare all'uomo contemporaneo. Nelle molte «anime» e sensibilità della Chiesa ognuno può ritrovare una risposta alle sue esigenze. L'assunzione dei nuovi linguaggi ha poi fatto il resto, in una società particolarmente sensibile al fascino dello spettacolo e degli eventi collettivi. Ogni sforzo di adattamento al mondo non è esente da limiti e rischi. La tensione a raggiungere tutti può portare la Chiesa a ammorbidire il messaggio religioso, mentre una fede che si fa spettacolo può far passare in secondo piano aspetti fondamentali dell'esperienza religiosa. Più in generale, poi, la Chiesa sembra oggi rivalutata più per il fatto di rappresentare un punto di riferimento sociale e solidaristico, che per motivi specificamente spirituali. Così il discorso su Dio diventa più nebuloso e incerto, le verità scivolano a livello di opinioni, la salvezza da eterna si trasforma in ricerca della felicità terrena. La sfida della modernità continua dunque per una Chiesa che pure alle soglie del Terzo Millennio sembra vantare un indubbio successo sociale e comunicativo. Franco Garelli LA CHIESA POSTMODERNA Filippo Gentiloni Donzelli pp. 96 L. 15.000

Persone citate: Dalai Lama, Filippo Gentiloni, Gentiloni, Papa Wojtyla