Povera principessa senza premio Rispoli, ritorno sul «Tappeto» di Alessandra Comazzi

Povera principessa senza premio Rispoli, ritorno sul «Tappeto» TIVÙ' & TIVÙ' Povera principessa senza premio Rispoli, ritorno sul «Tappeto» LA principessa sul pisello», programma che si è concluso qualche sera fa su Raitre, è stato, sia pure nella sua collocazione marginale, uno dei più interessanti della ripetitiva stagione trascorsa. Ha cercato se non altro di conoscere, e mostrare al pubblico,, un aspetto della nostra realtà, che sarebbe quella giovanile. Oscura, come per un'opera di magia che si perpetua nel tempo, a tutti quelli che giovani non sono più. Le «principesse sul pisello» hanno mostrato gloriose, stupefacenti ignoranze, ma anche, come nella puntata finale, una insospettata capacità di scrittura. C'è stata una vincitrice, Silvia Bencivelli, scelta da Gloria De Antoni, Oreste De Fornari e Claudio G. Fava, in base al loro insindacabile giudizio. Il tema scritto conclusivo era una lettera al presidente Scalfaro, alcune delle candidate lo hanno realizzato con proprietà di linguaggio e idee nella zucca. Certo, queste erano le migliori, quelle che meno avevano ignorato del mondo e I della sua storia, ma erano pur I sempre vere, ragazze d'Italia. Trasmissione interessante, insomma, notevole per la sua originalità hi un periodo televisivo assolutamente omologato. Ma resta una curiosità: i conduttori, all'inizio della trasmissione, avevano detto che la vincitrice sarebbe stata .premiata con una specie di «prova di conduzione» in video. Uno scherzo o una promessa? L'altra sera il riconoscimento è consistito in una spilla, ma del debutto non si è più parlato. Soltanto una scritta, in sovrimpressione, comunicava che la «principessa» prescelta ricomparirà presto su Raitre. Sarebbe carino che ciò accadesse, che l'impegno venisse mantenuto, perché altrimenti, signora mia, che esempio diamo a questi giovani? E sette. Sette edizioni di «Tappeto volante», con Luciano Rispoli che ha ripreso l'altro giorno su Telemontecarlo il programma, assai seguito nel pomeriggio italiano. Con lui, dopo Melba Ruffo, dopo Roberta Capua, due belle ragazze al posto di una, la miss Italia dell'anno scorso Claudia Trieste, debuttante assoluta nel ruolo di co-presentatrice («quello che posso garantire è la semplicità»), e Samantha De Grenet, quasi esordiente pure lei, disinvolta. Salotto, divani, poltrone, fiori, pizzette, bibite e liquori, primi piani, non c'è più da tempo Rita Forte con il suo piano, c'è un coro di quattro ragazze, le «Unforgettable», c'è un'altra ragazza ancora che rappresenta i giovani; ci sono, naturalmente, gli Ospiti, croce e delizia della televisione italiana. Che cosa farebbe la televisione senza la categoria degli Ospiti, questa specie di compagnia di giro che viaggia attraverso gli studi sul carro di Tespi della notorietà o del caso umano? Abbatterebbe all'improvviso il numero dei programmi. Comunque: Rispoli non fa il provocatore, non fa interviste cattive. Ma perché lo dovrebbe fare? Perché devono fare tutti la stessa cosa? Come se il pubblico non avesse scoperto che dietro le interviste «cattive» ci possono essere ugualmente amicizie, connivenze, costruzioni. Ben venga il tappeto, sul quale appisolarsi. Alessandra Comazzi ^1

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