Lalas, piede d'argento e voce d'oro di Giuseppe Ballaris

Lalas, piede d'argento e voce d'oro Il calciatore Usa ha inciso l'album «Ginger» con la Cmc, etichetta di Joe Cocker Lalas, piede d'argento e voce d'oro «Il rock è la mia vera, amata, professione» DAL PALLONE ALLA CHITARRA E NEW YORK arrivato nei negozi americani «Ginger», il primo grande «sforzo musicale» del calciatore più famoso degli Usa, il ventottenne Alexi Lalas, per l'etichetta Cine International Records, la stessa di Joe Cocker e Deep Purple. Non è l'unica sua fatica nel settore, ma gli album precedenti li aveva prodotti e distribuiti in proprio. «Uno ò uscito anche in Italia - dice il calciatore-musicista - L'avventura nel Padova in serie A, resterà sempre con me, non la cambierei con niente al mondo. L'esser parte della cultura italiana e venire venerato per giocare a calcio, è incredibile». Ci paili di questo nuovo ed. «Sono dieci pezzi, compreso "Goodnight Moon", tutti di mia composizione. E' rock puro, la miglior musica che abbia mai sfornato. Suono tutti gli strumenti, tranne la batteria, e canto. Firmo airangiamenti e produzione; ma il tocco finale l'ho lasciato a Greg Arclùlla». Che tipo di canzoni offre? «Lmee melodiche semplici e testi che significano qualcosa perché parlano di me: niente a che vedere con lo sport, io scrivo della vita». Le piace il mondo dello spettacolo? «Ho sempre desiderato essere una rockstar, poi son finito nell'hockey, e infine nel calcio. Da ragazzo, a Detroit, alle pareti della mia stanza non c'erano manifesti di calciatori solo grandi del rock. Mi considero un entertamer, sia con il pallone sia con la chitarra. La porto sempre con me, assieme al computer portatile, nei viaggi. La musica è la mia professione. Ho firmato con la Cmc, per vari anni e diversi dischi». Andrà in tournée? «A ottobre probabilmente ci sarà un tour nordamericano. Una cosa seria. Molti dicevano che non avrei mai giocato a livello internazionale ma non c'è niente di sicuro nella vita. Con la musica sono sincero, l'amo e ci metto passione. A volte, in uno stadio, più di centomila persone mi fischiavano ma con la chitarra, da- Alexi Lalas vanti a cento spettatori, devi dare il meglio di te, non puoi bluffare». E il calcio? «Il calcio era solo ima cosa che mi piaceva fare, prima di trovare un vero lavoro. Non ho mai pensato di diventare un atleta». Ha seguito corsi musicali? «Ho fatto lunghe camminate per andare a lezione dall'insegnante di piano. Che noia imparare tutte quelle scale: ma sono necessarie». I suoi idoli? «Beatles e Rolling Stones; ma anche Poison, Rat, Kiss e Van Halen; oltre a Cheap Trick, Bon Jovi, John Mellencamp e Neil Young». Impegnato com'è col calcio, trova il tempo per la musica? «Nelle giornate libere. E' rilassante, la musica mi l'ingiovanisce più di un massaggio. Tanti atleti si accorgono d'aver bisogno di qualcosa, oltre allo sport; io ho trovato la musica, che mi rende un calciatore migliore». Lei insegna pure a giocare al calcio agli americani... «Sì, in un video didattico di una mezz'ora, e in commercio si trova il gioco "Red Hot Soccer", su cd-rom, accompagnato dalla mia musica e dai miei commenti». Impressioni sui Mondiali? «E' stato un tale fiasco che cerco di non restarne coinvolto. Voglio però continuare a far parte della squadra americana, ho ancora molto da offrire a livello internazionale. Quando sono partito per la Francia pensavo di tornare accolto da una parata e col trofeo. Invece eccoci a mani vuote, pieni di frustrazioni». Cosa l'aspetta adesso? «Due partite molto impegnative, oggi contro DC United, e il 26 settembre contro il New England». Giuseppe Ballaris Alexi Lalas

Luoghi citati: Detroit, Francia, Italia, New York, Usa