«Ho taciuto per non essere travolta» di F. Ama.

«Ho taciuto per non essere travolta» Nuovo interrogatorio al processo per Malta Russo. E Flick chiede informazioni sul video contestato «Ho taciuto per non essere travolta» Ma la Alletto cade in molte contraddizioni ROMA. «Sin da subito, fino dai primi interrogatori, gli inquirenti mi hanno fatto i nomi di Maria Chiara Lipari, di Francesco Liparota e di Salvatore Ferrara. Tranne quello di Scattone: il suo nome non l'ho mai sentito fare». Sono trascorse ormai cinque ore di duro e serrato interrogatorio quando queste parole vengono pronunciate da Gabriella Alletto, la supertestimone che afferma di aver visto Giovanni Scattone e Salvatore Ferrara sparare il giorno dell'uccisione della studentessa Marta Russo. E' il momento culminante della seconda giornata di domande alla supertestimone in un processo che si sta trasformando in un caso politico dopo l'interrogazione parlamentare presentata dall'onorevole Pecoraro Scanio e la richiesta di acquisire informazioni sull'interrogatorio avvenuto tra Gabriella Alletto, il pm Carlo Lasperanza e il sostituto procuratore Italo Ormanni. Il momento culminante della giornata di ieri viene innescato dall'avvocato Francesco Petrelli che ne approfitta per notare come quest'affermazione non sia contenuta nell'inci¬ dente probatorio, «perché la Alletto la negò» e insinuare, pur senza dirlo, che la supertestimone abbia avuto dei suggeritori che l'abbiano spinta a arrivare alla sua ammissione dopo averla ripetutamente smentita. Il pm Lasperanza si oppone: nel verbale dell'I 1 giugno i nomi ci sono, così come in altri precedenti. «In ogni caso - precisa - il nome di Scattone l'ha fatto per prima l'Alletto: su questo la difesa non ha nessun appiglio». Ma quella dei nomi non è l'unica contraddizione in cui cade Gabriella Alletto. La prima, la più evidente, è la lunga serie di «no» alle domande degli inquirenti, ben documentata in una videoregistrazione e corredata anche da giuramenti «sulla testa» dei figli. Gli avvocati tornano più volte su questo punto. La risposta della supertestimone è sempre la stessa: «Facevo di tutto per non essere coinvolta in prima persona, mi sarebbe venuta addosso una valanga. Non volevo che i miei familiari fossero coinvolti e sapessero quello che avevo visto io. Mio marito non si era accorto di niente e io andavo a lavorare normalmente. Sono stata capace di questo ed altro». Fra battibecchi tra accusa e difesa, interruzioni, continue sovrapposizioni di voci di avvocati, l'interrogatorio prosegue. Più' la tensione cresce, più Gabriella Alletto si contraddice. L'avvocato Manfredo Rossi, difensore di Scattone, le fa notare che nel verbale del 14 giugno del '97 affermò che, una volta entrata nell'aula 6, si accorse che «Ferrara e Scattone stavano parlando fra di loro». Particolare poi smentito nelle successive ricostruzioni. La supertestimone appare incerta anche nella decrizione della posizione di Scattone all'interno dell'aula 6. Afferma che era dietro le doghe della tenda, poi davanti, poi che «era in fase rotatoria». Viene alla luce un incontro tra gli inquirenti, la Alletto e il suo legale, avvenuto il 19 giugno a Fiumicino, prima dell'incidente probatorio. La Alletto lo definisce un incontro informale, ma il pm Lasperanza afferma chi! è tutto a verbale. A quel punto Francesco Petrelli commenta: «Perché ha detto cbe era un incontro informale se è stato verbaliz¬ zato?». L'ultima serie di contraddizioni giunge di fronte a una foto mostrata dall'avvocato Petrelli. La supertestimone appare confusa su alcuni particolari: l'esistenza o no nell'aula 6 di una nicchia, la posizione della libreria, la visibilità o no della finestra, la sua posizione aperta o chiusa. Di fronte alla foto la donna balbetta: «Scattone era appoggiato a smistra... no a destra». A quel punto interviene il pm Lasperanza: «La signora non distingue più la destra dalla sinistra. Forse è il caso di sospendere». La conclusione del controesame di Gabriella Alletto viene rinviata al 22 settembre. Alla fine di questa lunga maratona l'unico ad avere le idee chiare è il padre della studentessa uccisa: «Sono proprio le contraddizioni, le lacune a confermare che Gabriella Alletto non mente e non ha suggeritori», afferma Donato Russo. «Le sue dichiarazioni sono sostanzialmente le stesse di quelle rese durante l'incidente probatorio». Quasi un sussurra il commento della moglie: «Adesso attendiamo Liparota, ma quanto è difficile arrivare alla verità», [f. ama.]

Luoghi citati: Lipari, Roma, Scattone