Digiuno contro la catena di morte

Digiuno contro la catena di morte Il sacerdote: lo faccio perché qui nessuno si muove contro questa omertà Digiuno contro la catena di morte Crotone, protesta del parroco dopo sette omicidi CROTONE. L'ultimo si chiamava Antonio Riillo, aveva poco meno di 50 anni e faceva il giardiniere in un grosso complesso turistico della zona. L'hanno ammazzato mentre lavorava in un campo di sua proprietà, è il settimo morto ammazzato dall'inizio dell'anno. Sette agguati che hanno fatto piombare Isola Capo Rizzuto, a pochi chilometri da Crotone, nella paura. «Sette omicidi su cui nessuno dice niente, dei quali nessuno sa niente, destinati ad essere archiviati senza un colpevole, senza un perché... e nessuno ha sentito di dover dire qualcosa, dalle istituzioni solo tiepide prese di posizione»: lo sfogo è di don Edoardo Scordio, il parroco del paese, che di fronte a quel «silenzio insopportabile», subito dopo i funerali dell'ultimo morto ammazzato, è uscito dalla chiesa e ha gridato parole di fuoco contro tutti, in un disperato invito a «cambiare». Erano i primi di settembre, quando don Edoardo lesse quella sua omelìa, rivolgendosi alla comunità parrocchiale e a tutto il paese come «il vostro inascoltato parroco». Poi il Consiglio pastorale si è riunito, ha deciso che don Edoardo non doveva rimanere solo, e da domenica tutti i ventiquattro componenti, oltre allo stesso parroco, fanno a turno un digiuno penitenziale, sotto un tendone montato nella piazza più grande del paese. «Digiuno e preghiera - sottolinea don Edoardo - per rompere quel silenzio di tomba che ha avvolto il paese». Andranno avanti nel digiuno fino a domani, e ogni sera, dalle 9 alle 11, si ritrovano tutti in piazza, con i gruppi parrocchiali, per parlare di perdono, di violenza, di legalità. L'altra sera uno si è fatto avanti e ha consegnato ai carabinieri la pistola che da anni deteneva legalmente. Gli serviva solo per i botti di Capodanno, ora ne farà a meno. «Un gesto importante, emblematico», che ha spinto don Edoardo a fare un appello a tutti quelli che posseggono armi («e qui sono davvero tanti», dice) a deporle, a consegnarle in piazza. Anche fa¬ cendo in modo (per chi le tiene in casa abusivamente) di non correre rischi con la legge. Don Edoardo sa bene che in piazza non si materializzerà un arsenale. Ma le coscienze vanno comunque scosse, a suo dire. Quell'ultimo funerale don Edoardo aveva chiesto ai parenti della vittima che fosse celebrato solo con i famigliari, senza le insignificanti «parate». Loro non avevano accettato, e alle esequie c'erano andati in tremila. E dopo la celebrazione, don Edoardo aveva tuonato contro quella maggioranza «accorsa solo per curiosità o per paura di essere annoverati tra coloro che non fanno il loro dovere». Domenica scorsa, Messe sospese, a Isola Capo Rizzuto. Annullate le nove consuete celebrazioni, c'è stata solo la liturgia della parola, senza Eucarestia: «Non ha senso partecipare al corpo di Cristo quando non si è autenticamente cristiani», ha detto il parroco. Rocco Valenti

Persone citate: Antonio Riillo, Cristo, Edoardo Scordio, Isola Capo Rizzuto, Messe, Rocco Valenti

Luoghi citati: Crotone