Bossi: «Berlusconi vuole comprarci» di G. Cer.

Bossi: «Berlusconi vuole comprarci» Il Senatùr decide di convocare un congresso straordinario a Brescia per la fine di ottobre Bossi: «Berlusconi vuole comprarci» Resa dei conti con la Liga Veneta ' MILANO. Con l'aria che tira, con l'eco di una conferenza stampa appena conclusa a Padova e le facce tirate di chi entra al Consiglio Federale, ci vuol poco a far nascere le ipotesi più disparate. Fuori dalla stanza più segreta della sede leghista, quella dove la regola è guai a chi racconta anche un minimo respiro fuori da queste mura, una voce sempre più insistente vuole che si stia celebrando il requiem per Fabrizio Comencini, il potente segretario della Liga Veneta. E a sera, quando la voce è finalmente salita anche nella stanza del consiglio federale, deve scendere in campo Bossi con una dichiarazione di fuoco: «E' in atto un tentativo di deligittimazione della Lega. Berlusconi vuole comprare la nostra gente, ma chi sta con Berlusconi è della stessa pasta. Questo caos è stato creato ad arte. Chi ciurla nel manico rispondera ai militanti. Siamo alla riedizione della squallida compravendita del '94-'95. La partita in gioco è tra il blocco padano e chi vuol stare con Forza Italia». Accuse pesanti anche se non chiarissime. Quello che è comunque certo è che bastano un poco di confusione e qualche imbarazzata reticenza per riproporre una storia ormai antica: le differenze, a volte le contrapposizione, sempre i malumori tra Liga e Lega, tra il Veneto che prende voti e la Lombardia che decide e comanda. Una settimana fa, a Ponte di Legno, quando Bossi ha spiegato ai suoi dirigenti la necessità di dar vita ad un «Blocco Padano», il segretario dei Veneti si era alzato con più di una perplessità. Aveva chiesto un congresso straordinario e se n'era andato a metà delle conclusioni di Bossi, insomma era tutt'altro che in linea. Domenica, a Venezia, davanti ai suoi, si era preso piii applausi di Bossi, Maroni e Formentini. Veronese, un passato nell'estrema destra, ora consigliere regionale, è segretario della Liga dal 1995, da quando venne cacciato il fondatore Franco Bocchetta. Le differenze ci sono. Lontani da via Bellerio e da Bossi, con tutti i loro voti i veneti hanno avuto più di una tentazione. Alleanze nelle amministrative e nelle regionali, ad esempio. Accreditati di percentuali più vicine al 40 che al 30 per cento, i veneti potrebbero essere al governo di Regione, Province e Comuni. Invece, come hanno deciso Bossi e i congressi, i veneti della Liga devono restare fuori, all'opposizione, isolati a lavorare per la loro Padania. «Vorrei sapere dal segretario federale Bossi se la Padania è un mezzo o un fine», aveva chiesto Comenicini nella tre giorni di Ponte di Legno. Bossi aveva risposto lanciando il «Blocco Padano», l'aggregazione di Lega più altre forze politiche padane (al momento inesistenti, se non quelle filiate dalla Lega). Ora, nel momento in cui si potrebbero riproporre i contrasti, che si vada al congresso straordinario: dove è più facile regolare i conti. Il Consiglio federale leghista, si legge in un comunicato, non ha assolutamente discusso le voci su Comencini: men che mai del suo futuro alla giuida dei veneti. Marco Formentini all'uscita conferma e butta lì: «Comencini era presente alla nostra riunione: attivo, partecipe e concorde. Mi sa tanto che queste voci hanno l'obiettivo di spaccare l'unità padana. E' un'operazione forte, ma non riuscirà». Con i veneti e Comencini, nonostante le dichiarazioni contrarie e i giuramenti di fedeltà, continueranno i tira e molla, i malumori, le incomprensioni. Come sempre ieri la soluzione l'ha trovata e imposta Umberto Bossi. Dopo quattro ore ha concluso che un congresso straordinario è indispensabile, già fissate data e città, 24 e 25 ottobre a Brescia. I congressi nelle regioni si terranno la settimana prima. Poi a Brescia sarà stabilita l'ultima linea, i conti saranno regolati e Fabrizio Comencini conoscerà il suo futuro. [g. cer.]

Luoghi citati: Brescia, Lombardia, Milano, Padova, Ponte Di Legno, Veneto, Venezia