«0 la svolta, o oggi rompo»

«0 la svolta, o oggi rompo» «0 la svolta, o oggi rompo» Bertinotti: il governo è nelle sabbie mobili IL SEGRETARIO DI RIFONDAZIONE ONOREVOLE Bertinotti, lei sta diventando il fantasma del Palazzo. Dicono, e lei stesso lo ha dichiarato da Strasburgo, che i provvedimenti di cui si parla, e che il governo dovrebbe presentare nella Finanziaria, non le piacciano per niente. Dicono che lei si siederà al tavolo con i segretari dei partiti di maggioranza più orientato alla rottura che non alla svolta... «E' vero che le proposte eh Treu non mi piacciono. Sono iniziative estemporanee, presentate senza che sia chiaro il quadro generale, ma che indicano una tendenza generale che è ben lontana dalla svolta che Rifondazione ha chiesto». Pare di capire che in sé e per sé l'idea di togliere i contributi ai neo-assunti per i primi 3 o 4 anni di lavoro non trovi la sua ferma opposizione... «La trova perché è una cartina di tornasole, perché prospetta un intervento generalizzato di fiscalizzazione degli oneri sociali per i nuovi assunti del Mezzogiorno. Come se si ritenesse che il costo del lavoro è lo strumento principe per determinare la crescita economica. Questa cosa è sbagliata in sé, per via dei segnali che vengono dal panorama internazionale, segnato da tendenze deflattive, anzi Bill Clinton parla addirittura di segnali di recessione. Insomma, bisognerebbe regolamentare i mercati finanziari, controllare i flussi di capitale, lanciare la Tobin tax, rafforzare le dotazioni pubbliche». Scusi, ma come si intrecciano i destini del mondo con il fatto che la Finanziaria di Ciampi e Prodi non ha il gradimento di Rifondazione? «Si intrecciano, perché la situazione internazionale che si va delineando richiederebbe un intervento di politica economica fortemente improntato allo sviluppo. Bisognerebbe allargare la domanda interna, mentre invece si continua a intervenire sul costo del lavoro, e per giunta in maniera non finalizzata. E questa è la grande favola confindustriale: si tagliano i costi, e l'economia del Mezzogiorno vola. Come se non ci fosse la criminalità organizzata, come se non mancassero le infrastrutture, come se non fossero inesistenti i soggetti di politica industriale attiva. E' una favola nera, questa della Confindustria». Cosa dirà agli altri segretari della maggioranza? «Quello che dirò dipenderà dalle relazioni che si stabiliranno con le diverse forze del governo. La mia posizione, lungamente consolidata, è quella che comunemente si riassume nella formula "o svolta o rottura". E dunque vado a questo incontro con l'interesse a capire se la sollecitazione alla svolta, che fin qui non ha avuto alcun riscontro, e anzi come si vede viene spesso contraddetta dai comportamenti del go¬ e comrincaro verno, subisce a partire dal vertice un vero e proprio riposizionamento». Qualche segnale dalle istituzioni però c'è stato: Scalfaro ha ricevuto lei per un lungo colloquio al Quirinale, e il giorno dopo, in una delle pochissime interviste del suo settennato, ha lanciato un appello per il lavoro. «Non sono cosi presuntuoso da rintracciare un rapporto causale tra l'incontro e l'appello del Presidente della Repubblica». Lei chiede un «riposiziona¬ mento» al governo. Sarebbe? «Un cambiamento del terreno delle soluzioni. Ma temo che si resti sulle sabbie mobili». Ma la proposta di Treu potrebbe essere solo la punta di un iceberg. «E allora è un bel disastro». Il governo come Titanio? «Diciamo il governo sulle sabbie mobili». Beh, non c'è poi tanta differenza. «Guardi, vorrei che fosse chiara una cosa: io non sono contrario in linea di principio a delle forme di intervento a favore dell'impresa dell'accumulazione. Bisogna vedere in che mix sono inserite. Ma il punto di partenza, quello si, è sbagliato: perché ci si muove dal finanziamento all'impresa senza programmazione. Su questo, la mia critica è radicale. E' come negare la possibilità di fare una politica industriale. Mentre per incentivare il lavoro bisogna che lavoratori e disoccupati siano soggetti almeno quanto lo sono le imprese». Tradotto in provvedimenti concreti? «Investire sui lavoratori, con la legge sulle 35 ore, e sui disoccupati, con la protezione sociale, tanto quanto si dà all'impresa in incentivazione». Sulla giustizia, invece, l'accordo nella maggioranza è stato trovato: lo possiamo interpretare; come un segnale? «Ci sono ancora alcuni dettagli, ci sono questioni sulle quali vale la pena di meditare. In quello che si è fatto sin qui sulla giustizia c'è stato uno sforzo». Gli ultimi sondaggi danno Rifondazione e l'Ulivo in calo... «Con questa politica, lo credo bene». Le è mai venuto il sospetto, invece, che questo sia il frutto della sua politica, e se non le sembra il caso di fare autocritica. «lo? Io devo solo mantenere la critica». Antonella Rampino «Le proposte di Treu non vanno Bisogna investire prima sui lavoratori, con le 35 ore e il Welfare State, e poi sulle imprese» LE «CARTE» DI PRODI ■ 1. Riduzione deWIrpef sulla prillici casa ■ 2. Contributo (un rem e proprio rimborso) a favore dei titolari di redditi bassi per le spese relative all'acquisto di libri per le scuole medie inferiori ■ 3. Intervento sui ticket sanitari ■ 4. Misure per l'occupazione al Sud. compresi gli sgravi nei contributi a chi assumerà ■ 5. Aumento delle pensioni sociaU_ ■ 6. Più fondi per la legge 488 (che dà incentivi agli industriali) ■ 7. Abbattimento dello 0,7% del costo del lavoro ■ 8. Abolizione dei contributi ex Cestai ed Enaoli ■ 9. Tassa ecologica, che comporterà un modesto rincaro del la benzina a dotazione fila nuova legge i» all'esame del stinata ad aiuti ù povere. più deboli è inmento delle pen(quelle, tra le 000 lire mensili, scuola materna. Sul piano degli effetti economici, la misura più importante e più seria resta quella annunciata la settimana scorsa, che cancellerebbe per 3-4 anni i contributi sociali a carico dei la¬ in parte forse per incentivare l'acquisto di elettrodomestici a ridotto consumo di energia. Sul piano degli investimenti, non cambiano le cifre del Dpef che davano già un forte au- «covmrinsoesanRNiRecdedeneambiesFdlup«zsa

Persone citate: Antonella Rampino, Bertinotti, Bill Clinton, Ciampi, Prodi, Scalfaro, Treu

Luoghi citati: Strasburgo