«Noi apriremo lo stesso» di V. Cor.

«Noi apriremo lo stesso» «Noi apriremo lo stesso» Alla Sea c'è aria di rivolta Fossa, pasticcio all'italiana ROMA. Dopo la rottura della trattativa su Malpensa oggi, a Milano, è in programma un vertice con il ministro dei Trasporti Burlando, il presidente della Regione Lombardia, Formigoni, il sindaco di Milano, Albertini e il presidente della Sea, Bonomi. Forse ci sarà anche Prodi. Lo scopo del summit è impostare un decreto bis per superare i vincoli della Commissione europea. Sulla base di questo nuovo decreto Bonomi è determinato ad aprire comunque «Malpensa 2000» il 25 ottore e il presidente della Sea, definendo inaccettabile la proposta di Kinnock, dice che l'unica alternativa è il ricorso alla Corte europea di giustizia. Intanto sulla tormentata vicenda scorre un fiume di commenti: il segretario generale della Filt Cgil, Guido Abbadessa, preferisce la bocciatura ad un accordo pasticciato e indica tre cose da fare subito: «Confermare l'operatività di Malpensa dal 25 ottobre, ricorrere alla Corte di giustizia Ue, emanare un nuovo decreto». Schierato contro «diktat non condivisibili» di Bruxelles è il presidente di Confindustria, Giorgio Fossa, che però critica contemporaneamente la mancanza di una proposta unitaria: «Ci troviamo di fronte ad uno dei tanti pasticci all'italiana - dice Fossa -. Con una posizione unica avremmo potuto dire con maggiore forza ai commissari europei di guardare anche ai fatti di casa loro». Ma il presidente della Giunta del Lazio, Piero Badaloni, non è d'accordo a parlare di divisioni: «La posizione italiana è stata univoca», assicura e aggiunge: «Equivoche e pretestuose sono invece le motivazioni per impedire il decollo di Malpensa». Anche il sindaco di Milano, Gabriele Albertini, concorda sul fronte unico, con un'eccezione: «Non voglio fare polemiche - assicura - ma l'unica divisione è venuta dal sindaco della capitale, Rutelli, che ha detto no a Ciampino. Questa decisione, contraria all'avvio di Malpensa ricade negativamente su tutto il Paese e quindi anche su Roma». Un'approvazione incondizionata della linea adottata dal governo con Bruxelles viene da Rifondazione Comunista, che invita Prodi e Burlando a difendere con tutta la durezza possibile lo scalo di Malpensa. «Il punto dolente del discorso - sottolinea però Ugo Boghetta, responsabile trasporti di Rifondazione - è che, dati i gravi ritardi nei collegamenti stradali e ferroviari, l'apertura dell'aeroporto ci sembra intempestiva». Diametralmente opposto per quanto riguarda le trattative con Bruxelles è il giudizio di Forza Italia: «Per l'ennesima volta - commenta Antonio Marzano - è stata dimostrata l'incapacità di gestire i rapporti con i vertici dell'Unione Europea». E la Lega Nord, in una nota di Francesco Speroni, parla di «un duro colpo che viene dato all'economia della Padania». [v. cor.]