L'ultimo schiaffo dell'Europa a Malpensa di Francesco Manacorda

L'ultimo schiaffo dell'Europa a Malpensa Fallito rincontro con Kinnock. Oggi la bocciatura di Bruxelles. Il commissario: dopo si tratta L'ultimo schiaffo dell'Europa a Malpensa Burlando prepara il decreto-bis. Un vertice a Milano BRUXELLES _____ DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La settimana di tregua non è servita, stamattina la Commissione europea boccerà il decreto Burlando che prevede l'apertura di Malpensa 2000 il 25 ottobre prossimo. «Raccomanderemo che la decisione negativa sia confermata - è l'ultima parola del Commissario ai Trasporti Neil Kinnock ieri pomeriggio -. La settimana di rinvio è trascorsa, ma nonostante le discussioni il governo italiano non è riuscito a presentare una proposta non discriminatoria». Parole che sanciscono il fallimento anche dell'ultimo tentativo di mediazione: un lungo faccia a l'accia tra Kinnock e il ministro dei Trasporti italiano Claudio Burlando ieri al consiglio informalo dei Trasporti di Feldkirch, in Austria. Già nel primo pomeriggio la portavoce del Commissario europeo fa sapere che il colloquio si è risolto in un nulla di fatto perché «nessuna delle soluzioni proposte dall'Italia per Malpensa rispon- de alle obiezioni legali avanzate dalla Commissione». Obiezioni, è bene ricordarlo, che si basavano in sostanza sulla discriminazione operata dalle autorità italiane a favore dell'Alitalia - che mantenendo il collegamento tra Linate e Fiumicino sarebbe stata l'unica compagnia in grado di alimentare il suo hub da quell'aeroporto comodamente raggiungibile da Milano - e a danno delle compagnie straniere. Nei giorni scorsi l'idea di spostare la linea Linate-Roma su Ciampino era parsa vincere molte delle resistenze della Commissione: poi l'opposizione di Rutelli e la marcia indietro decisa lunedì sera dal vertice di Palazzo Chigi hanno scompigliato di nuovo le carte in tavola. «Una serie di opzioni, tra cui quella di Ciampino - spiega ancora la portavoce di Kinnock su cui la Commissione stava lavorando, sono state ritirate dall'Italia». Il giudizio? «L'Italia è tornata al punto di partenza». Un punto inaccettabile per Bruxelles, anche perché nella settimana di colloqui non si è riusciti a trovare un accordo nemmeno sull'altro tema caldo: la percentuale di voli delle compagnie straniere che nel periodo transitorio potranno rimanere a Linate. Dal canto suo il ministro Burlando parla di «distanze incolmabili» e ribadisce il punto che aveva tenuto fermo fin dall'inizio del negoziato: no alle soluzioni che non permettessero a Malpensa di essere uno hub a tutti gli effetti. E' proprio questo, invece, dice ancora Burlando, che Bruxelles sembra volere: «Con tutto quello che ci hanno proposto a parole dicevano di voler aprire Malpensa, ma di fatto lo impedivano. Tutte le obiezioni sono sembrate delle scuse». Parole che riecheggiano i peggiori sospetti dell'Italia: una Commissione non tanto interessata a garantire parità di condizioni per tutte le linee aeree, ma messa sotto pressione dalle compagnie LA «CALDDELLOMILA ESTATE» CALO NESE straniere che temono di veder nascere un nuovo grande aeroporto nel Nord Italia. Oggi la bocciatura in Commissione appare un atto scontato. Anche i due Commissari italiani, che come hanno detto dall'inizio consideravano il decreto Burlando contrario alle norme comunitarie, non avranno problemi a sottoscrivere la posizione di Kinnock, anche se forse resterà loro un po' d'amaro in bocca per l'impegno in un rinvio che si è rivelato assolutamente inutile. E dopo la bocciatura il decreto Burlando varrà la carta su cui è scritto: qualsiasi compagnia che vedesse annunciare il trasferimento dei propri voli a Malpensa potrebbe opporsi davanti a un giudice italiano citando la decisione della Commissione e ottenere una sospensione del provvedimento. Ma questo resta uno scenario assai improbabile, dato che l'Italia starebbe già lavorando per un nuovo decreto. Paradossalmente, infatti, scattata la ghigliottina della bocciatura del decreto originario, adesso la trattativa diventa più facile. Mentre sembra improbabile che l'Italia scelga come unica strada quella della contrapposizione a Bruxelles con un ricorso alla Corte di Giustizia di Lussemburgo o portando la decisione della Commissione davanti al Consiglio dei ministri dei Quindici - ci sarà un po' più di tempo per mettere a punto un nuovo decreto Burlando che assicuri una gradualità nell'avvio di Malpensa e non offra quindi il fianco alle proteste delle compagnie straniere. Il problema diventa adesso se il nuovo round di negoziati potrà concludersi in tempo utile per consentire davvero a Malpensa di partire il 25 ottobre. «Io - fa sapere Kinnock - sono pronto a riaprire i negoziati con Burlando in qualsiasi momento». Beninteso, dopo il «no» della Commissione. Francesco Manacorda ★ ★ liiiiii