IL SIGNOR NO di Augusto Minzolini

IL SIGNOR NO RETROSCENA IL SIGNOR NO PROMA ER alcuni versi la circostanza fa sorridere, sembra la riedizione di un gioco clic andò in voga qualche anno fa, esattamente agli inizi del '95. Allora Silvio Berlusconi, infuriato nero per lo sfratto ricevuto da Palazzo Chigi, reclamava le elezioni agitando sondaggi che assegnavano al Polo «più del 50%» e rispondendo «no» ad ogni proposta di governo. Gli «altri», invece, diedero vita ad un esecutivo che durò due anni al grido «l'Italia deve entrare in Europa». Sempre gli «altri», cioè l'establishment del Paese, oggi si soni) scoperti convinti presidenzialisti. Segretari di maggioranza e presidenti delle Camere, con il lori) coté di costituzionalisti, non perdono occasione per chiedere a gran voce la ripresa del dialogo sulle ritorme e, visto che la Commissione Bicamerale è ibernata, l'utilizzo della procedura normale di revisione costituzionale, cioè l'ultracitato art. 138 della Costituzione. E' sceso in campo in pompa magna - appunto, come allora - lo stesso capo dello Stato, Oscar Luigi Scalfaro. Oggi come nel '95 l'obiettivo - più o meno dichiarato - è quello di stanare Berlusconi che continua ad agitare sondaggi. Disarticolare, insomma, la strategia del «no» del centro-destra. Augusto Minzolini CONTINUA A PAG. 7 PRIMA COLONNA

Persone citate: Berlusconi, Oscar Luigi Scalfaro, Silvio Berlusconi

Luoghi citati: Europa, Italia