«Gli sgravi? Una logica vecchia»

«Gli sgravi? Una logica vecchia» «Gli sgravi? Una logica vecchia» Rifondazione: serve una svolta, dare soldi non basta ROMA. Alfonso Gianni, ex del Movimento studentesco, è il braccio destro di Fausto Bertinotti, l'uomo che più spesso rappresenta, fuori e dentro il partito, «la voce del capo». Fa parte della direzione nazionale di Rifondazione comunista, e da Bertinotti è stato designato a far parte della commissione Onofri, quando questa ha discusso e stilato il famoso articolo di legge sulle 35 ore che non è mai arrivato in Parlamento. In queste ore in cui è a Strasburgo, Fausto Bertinotti affida ad Alfonso Gianni la posizione ufficiale di Rifondazione a commento della recente proposta del ministro Treu per l'occupazione nel Sud. Treu dice che il governo sta studiando di togliere i contributi ai nuovi assunti nel Mezzogiorno per i primi 3 o 4 anni, in maniera da facilitare il rilancio dell'occupazione. Cosa ne pensate voi di Rifondazione? «E' una proposta che non ha nulla di nuovo, che purtroppo attua una logica vecchia, quale è quella di oliare i meccanismi del mercato distribuendo regali fiscali alle imprese. E poi non è chiaro, da quello che Treu dice, se le assunzioni sono a tempo determinato o indeterminato». Logica deduttiva vorrebbe che siano a tempo indeterminato, visto che si parla di sgravi contributivi per 3 o 4 anni, no? «Forse. In ogni caso, non è fissato un obiettivo di incremento occupazionale, ovvero non si impegnano le imprese a raggiungere un aumento di occupazione aggiuntiva. Si dice semplicemente che se dovessero aver bisogno di assumere, anche in modo sostitutivo, avrebbero degli sgravi. E questa è una logica vecchia, quella di aumento degli incentivi alle imprese, tipo i contratti di formazione lavoro». Cofferati ha dato il suo as¬ senso, ricordando però che le imprese hanno già avuto varie forme di sgravi fiscali, e che il costo del lavoro non si tocca. «Non è solo questo, il punto e che manca un'idea generale di programmazione economica all'interno della quale sia possibile fissare degli obiettivi di incremento occupazionale, e a cui finalizzare anche le altre forme di intervento. Insomma, non è chiaro perché sia possibile, in Italia come in Europa, fissare degli obiettivi di riduzione dell'inflazione, o di diminuzione del deficit, e non sia invece possibile faro la stessa cosa per ridurre la disoccupazione». Ma il provvedimento non vi piace per nulla, perché contiene sgravi alle imprese, o c'è qualche speranza di un vostro gradimento, quando ne venissero meglio precisati i contorni? «La salvezza del governo non dipende da questo provvedimento, se è questo il senso della domanda che lei mi pone, ma da una scelta di politica economica che può configurare una svolta. Quanto al provvedimento, ripeto che esso è frutto di un'ottica vecchia». E invece cosa occorrerebbe fare, a vostro giudizio? «Un intervento pubblico nell'economia, particolarmente nel Mezzogiorno, per fare ciò che il mercato naturalmente non farebbe: manutenzione del territorio, dei beni ambientali, del tessuto urbano, delie persone. E poi, se si vogliono attuare interventi sotto forma di aiuti, questi non possono essere appannaggio delle imprese che hanno già dimostrato di usarli quando devono sostituire un lavoratore, non per assumerne di nuovi. Gli aiuti, insomma, devono andare anche ai disoccupati». Ma le imprese dicono che ogni lavoratore a loro costa il doppio. «Un intervento sul costo del lavoro non solo e possibile purché non leda le entrate fiscali generali, ma è adclirittura previsto nello stesso disegno di legge sulle 35 ore. Il quale prevede che, a fronte delie diminuzioni delle ore legali di lavoro, le parti si vedano assieme al governo anche per ritoccare le aliquote a fini non pensionistici che pesano sul costo del lavoro». fant. ram.) Il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma, Strasburgo