Sgarella sfidò i rapitori «Tagliatemi l'orecchio»
Sgarella sfidò i rapitori «Tagliatemi l'orecchio» «La mia famiglia non può pagare 50 miliardi» Sgarella sfidò i rapitori «Tagliatemi l'orecchio» Alessandra SgarMILANO. «Voi trattate come dei va' cumprà, non capite che la mia famiglia non può pagare queste cifre»: nei mesi della prigionia in Calabria, quando i suoi carcerieri ancora pretendevano un riscatto di 50 miliardi, Alessandra Sgarella aggredì verbalmente più volte i rapitori, arrabbiandosi per le loro pretese economiche. E' una delle circostanze che l'imprenditrice ha riferito nel corso della sua deposizione di ieri di fronte al sostituto procuratore Alberto Nobili e agli investigatori della Criminalpol di Milano e dei carabinieri che si sono recati verso le 10 nella sua abitazione, in via Caprilli. Così, per la quinta volta, gli inquirenti hanno ricominciato a raccogliere a verbale il racconto della prigionia dell'imprenditrice, interrotto giovedì scorso. Esasperata per la scelta dei banditi di tenere altissimo il prezzo del riscatto, la Sgarella - come ha riferito ieri agli inquirenti - arrivò a provocarli: «Se non credete al fatto che la mia famiglia non ha queste disponibilità economiche esclamo un giorno, mentre si trovava incatenata in una delle sue tre prigioni in Calabria allora tagliatemi un orecchio e speditelo ai miei familiari. Cosi capirete che non possono pagare queste somme». a Ed ora, dopo cinque interrogatori, sembra proprio che gli inquirenti abbiano concluso la ricostruzione dei 266 giorni di sequestro avvenuto il 4 settembre dell'anno scorso. Ad Alessandra Sgarella saranno ora concessi alcuni giorni di riposo, che probabilmente l'imprenditrice trascorrerà fuori Milano con il marito. Non è comunque del tutto escluso che per approfondire il suo racconto, gli inquirenti possano tornare ad ascoltarla la prossima settimana. Alessandra Sgarella, secondo quanto si è appreso, anche nel corso delle quattro ore di deposizione di ieri, ha ribadito di aver avuto l'impressione che la banda che la teneva prigioniera non fosse composta da persone particolarmente esperte nella gestione di un sequestro. Dupo l'arresto del gruppo Lumbaca, a giugno, l'imprenditrice cadde anche in un periodo di profonda depressione, perché riteneva che i suoi carcerieri non fossero più in grado di riprendere le trattative con la famiglia. Oltre a descrivere le «incertezze» dei rapitori, Alessandra Sgarella ha tenuto ancora una volta a ribadire di essere stata trattata abbastanza bene e di non aver subito violenze o umiliazioni. [r. m.) Alessandra Sgarella
Persone citate: Alberto Nobili, Alessandra Sgarella, Sgarella
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