Clinton diventa un peso Freno l'Ulivo mondiale

Clinton diventa un peso Freno l'Ulivo mondiale Clinton diventa un peso Freno l'Ulivo mondiale IL VERTICE DI NEW YORK QROMA UEL giorno alla Casa Bianca Romano Prodi si ritrovò da solo, vis-àvis, con Hillary Clinton. Era mercoledì 6 maggio, il colloquio ufficiale tra il presidente degli Stati Uniti e il capo del governo italiano si era appena concluso, ma Prodi si risedette. Nel frattempo era arrivata Hillary e con lei il Professore cominciò a parlare di quel progetto - la costruzione di un nuovo Forum progressista - di cui avrebbero discusso nelle settimane successive lo staff di Clinton, quello di Blair e quello di palazzo Chigi. Ma quel giorno fu chiaro all'entourage di Prodi che Clinton e la moglie - non ancora affogati nel sexgate preparavano il loro futuro: il presidente come leader del progressismo internazionale, la moglie come possibile candidata alla presidenza. Da allora sono passati appena 125 giorni, ma il mondo è cambiato: l'affaire Lewinsky ha inferto un colpo esiziale al prestigio del presidente degli Stati Uniti e anche l'appuntamento del 21 settembre - Clinton, Blair, Prodi, il brasiliano Cardoso, riuniti un convegno a New York per parlare di terza via - ha finito per essere circondato dal generale imbarazzo. Ora dell'«Ulivo planetario» non parla più nessuno, qualcuno degli invitati forse darà forfait (il brasiliano Cardoso impegnato in una grave crisi interna potrebbe non essere della partita) e cosi sia Clinton che Blair ieri hanno dovuto dar fiato alle trombe per lanciare un avvenimento che si stava svuotando. Il presidente degli Stati Uniti ha fatto sapere: «Sarò presente ad un incontro che si profila come cruciale, interessantissimo: io, Blair e Prodi discuteremo del modo per poter attingere alle energie dei mercati globali senza condannare il mondo ad una serie di gravissime crisi». E Tony Blair, da Londra, fa la parte dell'amico che non si tira indietro nel momenti difficili: «Il premier britannico - fa sapere il suo portavoce - sarà presente all'incontro, non solo perché è un amico dei tempi migliori, non è abituato a scaricare la gente per un rapporto su Internet, ma perché considera Clinton come un grande amico e alleato della Gran Bretagna». E Prodi? Il Professore ha pensato bene di non diffondere comunicati ufficiali, ma da palazzo Chigi si fa sapere che il presidente del Consiglio sarà a New York, dove parteciperà alla tavola rotonda organizzata dalla New York University e che i contatti sono stati tenuti proprio con l'università. Da parte italiana si tende a ripetere che l'incontro del 21 è stato organizzato dalla New York University, rilanciando così la tesi ufficiale dell'ateneo statunitense. In realtà la tavola rotonda è il frutto di un lungo lavorìo dietro le quinte partito dalla Casa Bianca, rilanciato da Blair e fatto proprio da Prodi. E ieri è stato lo stesso Clinton a rivelare il ruolo della moglie: «Siamo stati lei, io e altri dell'amministrazione a contribuire ad organizzare quell'in- contro». Ma in chiave italiana - o «casareccia» per dirla con la definizione irridente di D'Alema - poco importa delle ambizioni della first lady: a Palazzo Chigi si rendono conto che i rimbalzi del convegno di New York rischiano di essere più modesti di quanto non sperassero Prodi e Veltroni. Lo spiega anche un ulivista come Enrico Letta, vicesegretario del ppi con un buon rapporto con Prodi: «La ripresa di Kohl e il contemporaneo appannamento di Clinton sono due fattori che favoriscono una naturale inerzialità. Anche se molte cose sono destinate a chiarirsi il 27 settembre, non appena si conoscerà l'esito delle elezioni tedesche. Una vittoria di Kohl - che il ppi auspica - è sicuramente destinata a rafforzare il ruolo del partito popolare europeo, mentre una sua sconfitta aprirebbe altri scenari». E c'è da scommettere che Prodi sarà uno dei leader euro- pei che attenderà con più ansia quel risultato. Il Professore si è lanciato nel progetto di un Forum progressista con Clinton e Blair soprattutto per sfuggire ad una contraddizione più unica che rara: trovarsi in un'organizzazione come il partito popolare europeo che riunisce il capo del governo italiano e il capo dell'opposizione. Ma una volta ancora i viaggi all'estero di Prodi sono destinati ad intrecciarsi con quelli di D'Alema: mentre il premier cercherà di gettare il primo mattone di un'organizzazione destinata chissà quando ad assorbire l'Internazionale socialista, il leader dei ds trascorrerà l'ultima settimana di settembre in Sudamerica a stringere i rapporti con i partiti progressisti di Cile e Argenti¬ na. Obiettivo? Rafforzare sempre più il peso dei ds nell'Internazionale anche in vista dell'elezione del nuovo presidente. Gran favorito, lo spagnolo Felipe Gonzàlez che guarda caso, secondo una indiscrezione dell'ultima ora, dovrebbe sbarcare il 19 settembre alla Festa dell'Unità di Bologna. Fabio Martini Il presidente Usa «Il 21 io ci sarò Il vertice s'annuncia come cruciale» Il leader brasiliano Cardoso verso il no «Problemi interni» Blair conferma il sì «Non cambio idea sulle persone per un rapporto su Internet L'America è nostra grande alleata» Il presidente del Consiglio Romano Prodi con il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton